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"Cina e sviluppo: binomio impossibile?" - Convegno a cura dell'Ispi
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Rassegna di Geopolitica. Droga, prostituzione e PIL.: il nuovo sistema europeo dei conti che entrerà in vigore a settembre 2014 - a cura di Lorenzo Rendi
Speciale Giustizia
Presentazione del libro "Complotto" di Massimo Teodori con Massimo Bordin
Dibattito sul tema "Giustizia, riforme, antimafia"
Dalai Lama: il federalismo cinese è un'ottima idea
Corte Costituzionale: Certi Diritti, abrogato il divorzio obbligatorio in caso di mutamento di genere di uno dei due coniugi
Mentre il Parlamento danese ha approvato una legge che rimuove vari ostacoli al riconoscimento legale del genere, la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato illegittima la norma che annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso in assenza della possibilità «di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata». A 4 anni dalla sentenza 138/2010 l’Alta Corte ribadisce quindi l’invito a che si crei una forma di convivenza giuridicamente riconosciuta «che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore». Questa volta però la Corte Costituzionale sostiene che il legislatore deve intervenire «con la massima sollecitudine». Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Al di là dei chiaroscuri della sentenza, il Parlamento non può più esitare a rivedere la legge n. 164 del 1982, che dimostra tutto il suo anacronismo, anche per eliminare le ambiguità riguardanti le condizioni per ottenere il riconoscimento legale del genere. Ma il Parlamento non può ignorare nemmeno il nuovo forte invito dell’Alta Corte ad approvare una disciplina di carattere generale finalizzata a regolare diritti e doveri delle coppie di persone dello stesso sesso». Per approfondire e per un’esposizione più articolata della posizione dell’Associazione Radicale Certi Diritti si rimanda a: http://www.huffingtonpost.it/yuri-guaiana/corte-costituzionale-no-divorzio-obbligatorio-stesso-sesso_b_5486318.html?utm_hp_ref=italy.
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Presentazione del volume "La diversità come ricchezza. Ovvero a che serve lEuropa? (Ed. Einaudi),
Presentazione del libro degli Atti dell'Incontro Teologico Culturale: Annunciare il Vangelo nelle carceri. La scommessa della rieducazione.
Presentazione del libro del caporedattore del Foglio Claudio Cerasa Le catene della sinistra (Rizzoli)
Convegno: "Enrico Berlinguer: a trent'anni dalla scomparsa"
Legge droghe/Radicali: Le spiegazioni ufficio stampa del Ministro Giustizia non spiegano nulla. Repetita iuvant: Ministro ripubblichi testo corretto, ogni giorno di ritardo alimenta incertezza del diritto
Oggi è possibile leggere su “il manifesto” la seguente comunicazione dell’ufficio stampa del Ministero della Giustizia, inerente la denuncia radicale di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio dell’art. 73 del DPR 309/90 (Testo Unico stupefacenti) in una versione sbagliata:
“… Il testo pubblicato non comprende, né avrebbe potuto, le norme del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 non modificate né dal decreto né dalla legge di conversione, quale l’articolo 73 comma 1 del d.P.R. citato - recante le previsioni sanzionatorie delle condotte illecite con la relativa distinzione tra droghe leggere e pesanti - conseguenza della declaratoria di illegittimità costituzionale di cui alla sentenza n. 32 del 2014, depositata il 25 febbraio 2014 e pubblicata nella G. U., 1^ serie speciale, “Corte Costituzionale”, del 5 marzo 2014. Nella Gazzetta ufficiale in cui è stata pubblicata la legge non potevano quindi che essere inserite soltanto le norme approvate dal Parlamento. E’ incontrovertibile che la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini Giovanardi ha determinato l’automatica entrata in vigore della precedente disciplina, cosiddetta Jervolino Vassalli. Disciplina che il Parlamento ha modificato solo nei punti riportati nella Gazzetta ufficiale del 20 marzo 2014 e non anche le norme in vigore della Jervolino Vassalli non modificate dal Parlamento. Il dubbio prospettato circa la pubblicazione delle norme espresso dal signor Manfredi non può dunque essere in nessun modo sciolto dalle Gazzette ufficiali in quanto le norme a cui fa riferimento sono già in vigore dal momento in cui è stata dichiarata incostituzionale la Fini Giovanardi.”
Rita Bernardini (segretaria Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Mai come in questo caso “carta canta”: a pag. 77 della Gazzetta Ufficiale del 20 maggio è stato pubblicato integralmente il testo dell’art. 73 del DPR 309/90. Quindi, non è vero, come scrive l’ufficio stampa del ministro Orlando, che “il testo pubblicato non comprende … le norme del DPR 309/90 non modificate né dal decreto né dalla legge di conversione …”. Il testo dell’art. 73 pubblicato è ancora quello risultante dalla legge “Fini-Giovanardi” e non quello precedente. Rimandiamo alla esaustiva tabella contenuta nel link in calce al comunicato, redatta dall’avvocato Carlo Alberto Zaina dell’ADUC.
Facciamo un solo ma significativo esempio: ai sensi dell’art. 73 come pubblicato in Gazzetta, la pena per lo spaccio di cannabis non di lieve entità va da sei a 20 anni di reclusione (oppure, secondo un’altra interpretazione, lo spaccio di cannabis non sarebbe neppure punito); ai sensi dell’art. 73 realmente vigente, la pena per lo spaccio di cannabis va da due a sei anni.
Se si riporta una legge in Gazzetta la si riporta nel testo corretto, altrimenti le conseguenze sono gravi: ad oggi, in Gazzetta Ufficiale, sul sito del Dipartimento antidroghe, e su molte banche dati giuridiche utilizzate da avvocati e magistrati, viene riportato un testo errato e dichiarato incostituzionale. Con il concreto rischio di processi celebrati in base ad una norma non più vigente quale la legge Fini-Giovanardi.
Naturalmente quanto successo avvalora ancora di più la nostra richiesta della pubblicazione in Gazzetta di un nuovo Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti, a ben 24 anni dalla pubblicazione del precedente, che è stato sottoposto a decine di abrogazioni, integrazioni e modificazioni.
http://droghe.aduc.it/articolo/stupefacenti+ministero+giustizia+gazzetta+ufficiale_22290.php
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