Politica
Collegamento in diretta con David Carretta da Bruxelles su prossime nomine in commissione Europea
Agi China 24 - Notizie della settimana
Speciale Giustizia
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Giunta Chiamparino: Saitta alla sanita’ non rappresenta rottura significativa dopo triade Ferrero/Monferino/Cavallera
Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani, e Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:
"Innanzitutto rivolgiamo a Sergio Chiamparino e ai nuovi Assessori il nostro augurio di buon lavoro. Sui nomi scelti per la formazione della nuova Giunta è meglio astenersi per il momento da giudizi; giudicheremo alla prova dei fatti. E' evidente in ogni caso in partenza il salto di qualità dopo la drammatica esperienza della Giunta Cota.
La nomina cruciale era quella alla Sanità, visto che lì va l’80% del bilancio regionale e che chi va lì si trova in eredità quattro anni contrassegnati da tre assessori alla Sanità di cui il primo (Caterina Ferrero) arrestata e sottoposto a procedimento penale, il secondo (Paolo Monferino) arrivato per fare la 'rivoluzione in sanità' (Cota dixit) e andato via con le pive nel sacco senza nemmeno rendere nota la sua dichiarazione dei redditi e il terzo (Ugo Cavallera) di nobile scuola democristiana e quindi non certo in grado di produrre la svolta necessaria basata su riorganizzazione, risparmi, competenza e merito.
Invece è proprio dalla riforma sanitaria piemontese che passerà gran parte del successo o dell'insuccesso dell'intera Giunta. Antonio Saitta è in partenza un degno successore di Ugo Cavallera, nulla di meno e nulla di più. Saremo contenti di ricrederci ma non vediamo in lui, nella sua storia, alcun elemento di significativa rottura rispetto al passato. Non basta certo il requisito dell’onestà per fare bene l’Assessore alla Sanità in una situazione drammatica dei conti come quella che abbiamo davanti".
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Fecondazione, Ass. Coscioni: appello di Ilaria D'Amico al Governo per la donazione dei gameti
Si è conclusa nella tarda mattina la conferenza stampa indetta dall'Associazione Luca Coscioni al Senato per commentare la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa e per lanciare il seguente appello, che ha come testimonial la giornalista e conduttrice televisiva Ilaria D'Amico:
Fecondazione: Ass. Coscioni lancia con altre associazione appello per la donazione di gameti
Comunicato stampa dell’Associazione Luca CoscioniVorremmo che anche chi non può avere una gravidanza possa comunque realizzare il desiderio di genitorialità in Italia e legalmente. Per questo motivo - affermano Filomena Gallo (Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica), Federica Casadei (Associazione Cerco un Bimbo), Laura Pisano (Associazione L’altra Cicogna), Teresa Bilotti (Associazione Amica Cicogna) - ci appelliamo da una parte al Governo affinché faccia tutto quanto in proprio potere per agevolare la donazione di gameti, dall'altra ci appelliamo alle coppie e a tutti i cittadini perché donino i propri gameti. Nessun legislatore può imporre divieti che violano la sfera dei diritti personali e le libertà civili, come confermato anche dalla decisione della Corte costituzionale dello scorso 9 aprile che ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa”
APPELLO PER LA DONAZIONE SOLIDALE AI FINI DI UNA GRAVIDANZA
Il desiderio di genitorialità molto spesso è ostacolato da una natura che impedisce alla coppie di avere dei figli, a causa dell’infertilità e della sterilità. Tuttavia i progressi medico-scientifici hanno permesso negli ultimi decenni di trovare una soluzione: con le tecniche di procreazione medicalmente assistita a tutti è stato consentito di esaudire il desiderio di avere un figlio; in alcuni casi, un nuovo nucleo familiare è nato grazie alla generosità di tutti quelli che hanno deciso di donare i propri gameti. Un dono, un gesto d’amore gratuito che ha permesso l’arrivo di nuovi bambini. La legge 40 ha spezzato questo cordone di generosità per dieci anni; ma ora potremmo ricominciare a dare speranza a tante coppie attraverso questo appello.
Premesso che:
- Le tecniche di fecondazione medicalmente assistita consentono anche alle persone che hanno perso per sempre il proprio potere riproduttivo di tentare una gravidanza con l’aiuto della donazione gratuita e anonima di gameti;
- Tale tipo di donazione si è svolta ovunque fin dagli anni sessanta, data in cui si sono costituite in molti Paesi le prime banche di conservazione dei gameti;- L'Italia non ha fatto eccezione: il ministro Donat Cattin emanò una circolare che stabilì che la fecondazione in vitro potesse essere applicata nelle strutture private che si dotarono di codici di autoregolamentazione. Le donazioni di gameti avvenivano esclusivamente a titolo gratuito, non era prevista alcuna remunerazione per le donatrici/ori e alcun costo per i riceventi. In Italia, appunto, i gameti femminili venivano donati dalle donne che si sottoponevano a procedure di procreazione medicalmente assistita (PMA) i cui oociti non venivano utilizzati al termine dei trattamenti.
- Con il divieto di fecondazione eterologa introdotto con la legge numero 40 del 2004 il legislatore italiano nel vietare le donazioni di gameti ha di fatto comportato per le donne un decisivo peggioramento delle condizioni di realizzazione delle procedure. È noto, infatti, che fino ad oggi le donne italiane che hanno avuto bisogno di queste procedure si sono dovute rivolgere all'estero attraverso un'odiosa forma di «esilio procreativo», andando incontro a disagi di natura psicologica ed economica;
- in Italia, dal 1998 al 10 marzo 2004, sono state applicate le tecniche di PMA di tipo eterologo, cioè con donatore di gamete di un terzo esterno alla coppia, nel rispetto di tutte le garanzie medico-sanitarie previste sulla sicurezza e tracciabilità del materiale biologico con ottimi risultati;
Pertanto, tenuto conto che:
- la legge n. 40 del 2004, agli articoli 1 e 4, comma 1, prevede l'accesso alla PMA per le coppie sterili;
- la Corte costituzionale, con sentenza n. 347 del 26 settembre 1998, ha sancito che non era esperibile l'azione di disconoscimento di paternità quando il coniuge aveva prestato consenso all'applicazione di tecniche eterologhe, motivando che all'epoca della redazione del codice civile non erano conosciute o previste tecniche di PMA e pertanto tale norma riguarda esclusivamente la generazione che segua a un rapporto adulterino, ammettendo il disconoscimento della paternità in ipotesi tassative, quando le circostanze indicate dal legislatore facciano presumere che la gravidanza sia riconducibile, in violazione del dovere di reciproca fedeltà, a un rapporto sessuale con una persona diversa dal coniuge;
- la legge n. 40 del 2004, agli articoli 8 e 9, prevede lo stato giuridico del nato, l’anonimato dei donatori e relativa assenza di rapporti giuridici tra nato e donatore, il divieto di disconoscimento di paternità e dell'anonimato della madre, prevedendo tutele fondamentali anche per i nati da applicazione di tecniche di PMA eterologhe;
- L’Italia ha recepito con Decreto legislativo 191/07 la direttiva 2004/23/CE e con decreto legislativo n. 16/10 le direttive 2006/17/CE e 2006/86/CE, che attuano a loro volta la direttiva 2004/23/CE, nonché con Decreto legislativo 30 maggio 2012, n. 85 su “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 16, recante attuazione delle direttive 2006/17/CE e 2006/86/CE, che attuano la direttiva 2004/23/CE per quanto riguarda le prescrizioni tecniche per la donazione, l'approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani, nonché per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani.” e Decreto Ministeriale 10.10.2012;
- la risoluzione n. 2007/2156(INI) del Parlamento europeo, del 21 febbraio 2008, sul futuro demografico dell'Europa invita, al punto 26, tutti gli Stati membri a garantire il diritto alle coppie all'accesso universale al trattamento contro l'infertilità.
Tutto ciò premesso e rilevato, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 9 aprile 2014 che ha cancellato il divieto di applicazione di tecniche eterologhe di cui all’art. 4 c.3, con la presente
Chiediamo
- Al Governo di rimuovere tutti gli ostacoli per l' accesso alla fecondazione medicalmente assistita e di promuovere una campagna di promozione sociale che inviti alla donazione di gameti;
- Alle donne italiane che hanno già avuto gravidanze ma che conservano i propri gameti, di donarli per tecniche eterologhe;
- Alle coppie italiane che recandosi all’estero per accedere a tecniche eterologhe hanno avuto gravidanze e hanno ancora disponibilità di gameti, di donarli per l’eterologa in Italia;
- A tutti i cittadini di maggiore età e in età fertile di donare i propri gameti per consentire a chi non può di provare ad avere un figlio.
Tutto ciò nel rispetto dell' anonimato dei donatori.
Roma, 10 giugno 2014
appello promosso da:
Filomena Gallo, Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
Federica Casadei, Associazione Cerco un Bimbo
Laura Pisano, Associazione L’altra Cicogna
Teresa Bilotti, Associazione Amica Cicogna
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"Da Mata-Hari a Edward Snowden, le spie tra mito e realtà" - Convegno promosso da Limes in occasione dell'uscita della rivista "2014-1914: l'eredità dei Grandi Imperi"
Morto detenuto al carcere di Padova Due Palazzi, interrogazioni al Ministro dell’Interno e della Salute e alla Giunta Regionale del Veneto
Padova, 10 giugno 2014 - Un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova è morto a soli 45 anni lo scorso 8 marzo per una peritonite stercoracea di cui nessuno pare si fosse accorto. Dolori fortissimi al ventre, ripetute richieste di aiuto e ben tre medici del carcere che lo hanno visitato cui è seguita la somministrazione di farmaci anti dolorifici e nulla più. Il detenuto originario di Crotone è giunto infine al pronto soccorso dell’ospedale di Padova ma i medici non hanno potuto salvarlo poichè la situazione era già compromessa.
Al termine dell’operazione il 45enne è deceduto. La drammatica vicenda riportata dai quotidiani locali pone nuovamente all’attenzione il problema dell’assistenza sanitaria in carcere, che dal 2008 è di competenza a tutti gli effetti del Servizio sanitario nazionale e dei Servizi sanitari regionali.
Sul caso gli organi giudiziari hanno aperto un'inchiesta. Su nostra sollecitazione è stata presentata una interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Salute e alla Giunta Regionale del Veneto, rispettivamente del deputato del Movimento 5stelle Tancredi Turco (1) e del consigliere regionale del Gruppo Misto Diego Bottacin (2).
Maria Grazia Lucchiari, Membro di Giunta di segreteria di Radicali Italiani
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Commissione europea / Radicali: Inviata denuncia sull'acqua all'arsenico
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino, membro della Direzione nazionale di Radicali italiani, e di Paolo Izzo, segretario dell’associazione Radicali Roma:
«La qualità dell'acqua potabile è disciplinata a livello europeo dalla direttiva 98/83/CE. Gli Stati membri hanno l'obbligo di controllare costantemente questi parametri, di informare la cittadinanza e di sottomettere una relazione alla Commissione ogni tre anni sull'attuazione degli obblighi previsti. I valori limite di 10 µg/l per l'arsenico, di 1 mg/l per il boro e di 1,5 mg/l per il fluoruro - fissati nella parte B dell'allegato I della direttiva 98/83/CE - mirano ad assicurare che le acque destinate al consumo umano possano essere consumate in condizioni di sicurezza nell'intero arco della vita. La stessa direttiva stabilisce all’articolo 9, paragrafi 1 e 2, che gli Stati membri possono concedere un massimo di due deroghe e possono chiedere alla Commissione una terza eccezione.
L’ultima deroga, per alcuni comuni, è scaduta il 31/12/2012 e prevedeva un valore massimo di Arsenico pari a 20 µg/l. Nonostante siano passati ormai sedici anni dall’approvazione della Direttiva europea, in alcuni comuni del Viterbese si denunciano gravi ritardi nella realizzazione di impianti di potabilizzazione, tanto è vero che in diversi territori si registrano valori di arsenico molto più elevati dei limiti sopracitati. Ma non è stata solo la provincia viterbese ad aver subito notevoli ritardi negli interventi, tant’è che il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, il 21 febbraio del 2014, ha emanato l’ordinanza n. 36 avente per oggetto: «divieto di utilizzo dell’acqua proveniente dagli acquedotti rurali ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura) per il consumo umano con particolare riferimento all’emergenza arsenico nelle more che siano collegati alla rete ACEA ATO2 S.p.A.».
Tale ordinanza è conseguente all’effettuazione di apposite analisi da parte della ASL Roma C che hanno evidenziato che gli acquedotti di cui trattasi presentano acqua con caratteristiche chimiche e batteriologiche non adatte al consumo umano a causa del superamento dei valori di parametro prescritti di cui al D.Lgs 31/2001».
«Questi sono solo alcuni dei motivi che, oggi, ci hanno spinto a presentare una dettagliata denuncia alla Commissione europea per i superamenti dei valori limite di 10 µg/l per l'arsenico fissati nella parte B dell'allegato I della direttiva 98/83/CE. Nel testo che abbiamo sottoposto a Bruxelles vengono riportati i dati dell’Arpa Lazio (relativi agli anni 2010 – 2011- 2012) dei comuni il cui valore medio della concentrazione di arsenico è risultato superiore al valore soglia di 10 µg/l previsto dalla normativa. Sono stati allegati, inoltre, i valori dei comuni della Provincia di Viterbo, aggiornati ad aprile 2014; per di più è stata denunciata la grave situazione di alcuni quartieri di Roma. V’è da aggiungere, infine, come l’informazione alla cittadinanza su questa materia sia molto carente, tanto è vero che i dati dell’arsenico nell’acqua rintracciabili sul sito dell’ARPA Lazio risalgono all’anno 2012 e lo stesso sito istituzionale non fornisce nessun rendiconto né per il 2013, né tanto meno per l’anno 2014. Lo stesso comportamento omissivo vale per le Asl (Azienda sanitaria locale), a eccezione di quella di Viterbo che invece fornisce i dati per l’anno 2014.
Questa mancanza di trasparenza è stata segnalata alla Commissione europea per la violazione della Direttiva europea 2003/4/CE, sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale, in particolare per quanto prevedono gli articoli 1 lettera b e 7 commi 1 e 4».
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Affissioni abusive, Marco Cappato: Pisapia non smentisce i fatti. La responsabilità politica è sua
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo
Prendo atto del fatto che nella replica del Gabinetto del Sindaco Pisapia non è smentita neanche una delle informazioni che ho reso note nel mio comunicato oggi, cioè del fatto che la determina dell'8 aprile è intervenuta 48 ore prima della scadenza, per il Sindaco, della scelta tra pagare 510.000 euro e dimettersi. Tale notizia non era stata in alcun modo comunicata alla città nemmeno dopo le mie sollecitazioni in aula, come invece sarebbe stato doveroso. Su questo, nessuna parola dal Gabinetto.
Ho chiesto al Sindaco Pisapia di mobilitarsi affinché Milano diventi il primo grande Comune italiano a far pagare le multe per le affissioni abusive. Prendo atto che si preferisce accusarmi di "illazioni in relazione a presunti ritardi nella riemissione delle nuove ingiunzioni" e di "ossessione inquisitoria". A ciascuno le proprie ossessioni e le proprie responsabilità. Essendo il Sindaco il capo dell'amministrazione milanese, la responsabilità politica di porre fine a un'attesa che dura da 3 anni, o di proseguire con il peggio della tradizione di illegalità italiana, è tutta sua.
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Intervista a Giorgio Santini sulla proposta di legge per il voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia
Intervista a Maria Grazia Lucchiari sull'esito delle elezioni amministrative a Padova
Droghe, Radicali: Ministro Giustizia ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale Testo sbagliato. Chiediamo correzione errore, nuovo Testo unico ma soprattutto Conferenza nazionale in autunno.
text-align:justify">Rita Bernardini (segretaria Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani): text-align:justify"> text-align:justify">“Lo scorso 20 maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Testo coordinato e aggiornato del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, il cosiddetto “Decreto Lorenzin”. Si tratta del provvedimento che avrebbe dovuto recepire gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale (n. 32/2014), che ha abrogato la sedicente “legge Fini/Giovanardi” (n. 49/2006), ripristinando la divisione in tabelle delle sostanze stupefacenti. Nulla di rivoluzionario e nulla di particolarmente difficile. Eppure, il governo, in particolare il Ministero di Giustizia, è incorso in un errore grossolano: sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato l’art. 73 del Testo Unico – articolo fondamentale perché fissa le pene per la produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti – in una versione che non tiene conto della divisione in tabelle approvata dal Parlamento e della conseguente differenziazione delle pene a seconda che si tratti delle cosiddette “droghe pesanti” (Tabella I) o della cannabis e derivati (Tabella II). Il testo errato, essendo quello “ufficiale”, è stato subito ripreso e rilanciato dalle banche dati giuridiche online. text-align:justify"> text-align:justify">Chiediamo al Ministro di Giustizia la ripubblicazione urgente del provvedimento nel testo corretto; stiamo parlando di reati, di pene, di restrizioni alla libertà personale che toccano decine di migliaia di cittadini. Chiediamo che il governo prenda lo spunto dal brutto infortunio per pubblicare un nuovo Testo Unico sugli stupefacenti, perché quello attuale, a forza di “taglia e cuci”, è diventato un vestito di Arlecchino: l’art. 73 citato ha subito in 24 anni ben sette aggiornamenti. text-align:justify"> text-align:justify">Ma soprattutto chiediamo al governo di convocare finalmente in autunno la “Sesta Conferenza nazionale sulle Droghe”; per legge dovrebbe essere tenuta ogni tre anni e l’ultima fu fatta a Trieste nel 2009, in piena era “Giovanardi/Serpelloni”. Una conferenza nazionale per fare il punto sull’efficacia o meno delle politiche proibizioniste; per ridare dignità alla politiche di riduzione del danno; per incardinare la sperimentazione di nuove iniziative, dalle narcosale ai pill-test sulle sostanze. text-align:justify"> text-align:justify">Il prossimo 26 giugno, giornata mondiale antidroga, non vogliamo sentire dal governo la solita lista dei buoni propositi; vogliamo impegni concreti, a partire da un ripensamento del Dipartimento Nazionale Antidroga: meno convegni internazionali, meno siti web, più attenzione e dialogo con chi lavora sul territorio, dai servizi dipendenze alle comunità, dalle regioni ai comuni.” text-align:justify"> text-align:justify"> text-align:justify"> text-align:justify"> text-align:justify">
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Responsabilità magistrati, Bernardini e Testa: il Pd non faccia pagare a Giachetti la sua lealtà, limpidità e coerenza
Dichiarazione congiunta di Rita Bernardini (Radicali italiani) e Irene Testa (Detenuto Ignoto):
Leggiamo dalle agenzie e dai siti web il crescendo di attacchi rivolti a Roberto Giachetti. La fiera dichiarazione con cui il Vicepresidente della Camera ha reso noto il suo voto a favore dell'emendamento Pini non è solo un doveroso omaggio alla sua antica appartenenza al comitato promotore del referendum sulla responsabilità civile dei giudici: essa smentisce anche le proterve dichiarazioni che nel PD vengono fatte per ridimensionare il grande valore politico del voto di stamane a Montecitorio.Non è affatto vero che la "romanella" - data alla legge Vassalli dalla proposta di legge del PD - supererebbe la doppia sentenza europea di condanna, pronunciata dalla Corte di giustizia con sede a Lussemburgo: non a caso il Senato si stava orientando su posizioni di più profonda incidenza sulla legge del 1988, prima che il testo del senatore Buemi fosse "azzoppato" dal voto trasversale del senatore Lumia e del movimento 5 stelle.
Ora che la Camera dei deputati ha parlato, e con tonante chiarezza, si rispolverano quei testi di grande pochezza, come se potessero impedire il corso del disegno di legge comunitaria al Senato nel testo licenziato dalla Camera che - nel disegno Renzi-Boschi - dovrebbe essere l'unica politica. Ma se col premio di maggioranza del Porcellum non sono riusciti a controllare ottanta voti, come credono di fare in Senato?"
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