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Aggiornato: 3 anni 1 mese fa

“Enzo Tortora, una ferita italiana” a Torino, Milano, Perugia e Pescara. Radicali Italiani promuove il tour del docufilm di Ambrogio Crespi.

Lun, 02/15/2016 - 14:26
15/02/16

“Enzo Tortora, una ferita italiana” a Torino, Milano, Perugia e Pescara. Radicali Italiani promuove il tour del docufilm di Ambrogio Crespi. Con l'Unione della Camere Penali Italiane, Crespi, Migliucci, Feltri, Anetrini, Boni, Del Ciello, Luciano, Strik Lievers, Giungi, Alberti, Falcinelli, Capano, Fiorio e Maori.

Il regista sarà presente a tutte le proiezioni.

 

TORINO – Lunedì 22 febbraio h.17.30 sala delle Colonne, Palazzo del Municipio, piazza Palazzo di Città

A seguire dibattito con:

  • Mauro Anetrini, avvocato
  • Igor Boni, membro di Giunta di Radicali Italiani

Modera:

Marco Del Ciello, membro della Giunta di segreteria dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta

 

MILANO – Martedì 23 febbraio h.21 Ex Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16

Con il patrocinio del Comune di Milano - Zona 6

A seguire dibattito con:

  • Beniamino Migliucci, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane
  • Sergio Luciano, giornalista di Panorama
  • Lorenzo Strik Lievers, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, già parlamentare Radicale
  • Vittorio Feltri, giornalista de Il Giornale
  • Alessandro Giungi, consigliere comunale del Partito Democratico e presidente della sottocommissione Carceri
  • Alessio Alberti, coordinatore regionale di FutureDem

 

PERUGIA - Giovedì 25 febbraio h. 21 Cinema Melies, via della Viola 1

A seguire dibattito con:

  • Francesco Falcinelli, Presidente della Camera Penale di Perugia
  • Michele Capano, avvocato e membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani
  • Carlo Fiorio, avvocato e professore ordinario di Diritto Processuale Penale all’Università degli Studi di Perugia

Modera:

Andrea Maori, tesoriere di Radicaliperugia.org

 

PESCARA – Venerdì 26 febbraio h.9.10, via Venezia 41

Liceo Classico Gabriele D’Annunzio

 

Tour organizzato da: Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, Associazione Radicale Adelaide Aglietta Torino, Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan” Milano, Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, Associazione Radicaliperugia.org, Associazione Radicali Abruzzo.

 

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Su Nuova Pescara D'Alfonso fa gioco delle tre carte

Dom, 02/14/2016 - 21:36
14/02/16

 Si è svolta stamattina la conferenza stampa di Radicali Abruzzo per commentare lo stato di avanzamento dell’iter di approvazione della legge regionale sulla Nuova Pescara.

Il Segretario Alessio Di Carlo, componente della direzione nazionale di Radicali Italiani, ha evidenziato la necessità che la Regione faccia propria la proposta di legge presentata nell’ottobre 2014 dal consigliere Riccardo Mercante anziché recepire uno dei testi depositati solo la scorsa settimana dal Governatore D’Alfonso.

I Radicali hanno definito “Truffa politica” quella messa in piedi dal Presidente della Regione  il quale, con quasi un anno e mezzo di ritardo, ha depositato due proposte di legge che prevedono, prima di giungere alla nascita del nuovo Comune, la costituzione di organi pletorici e non previsti dalla legge, denunciando anche l’inesistenza di uno strumento sanzionatorio, come ad esempio il commissariamento, nella ipotesi i termini indicati nelle proposte di legge non dovessero essere rispettati.

Di Carlo ha anche ricordato come D'Alfonso si era già detto favorevole in sede ufficiale - davanti al Consiglio Regionale del 27 novembre scorso - a lavorare per il miglioramento del testo Mercante e non già, come invece è poi accaduto, a presentare dei propri progetti di legge.

Roberto Di Masci, presidente di Radicali Abruzzi otre che membro del comitato nazionale di Radicali Italiani ha invece segnalato le possibilità di sviluppo a livello regionale che potranno essere offerte solo dall’implementazione del polo pescarese mentre Dario Boilini, tesoriere di Radicali Abruzzo e revisore dei conti di Radicali Italiani, si è soffermato sul contenuto della relazione accompagnatrice dei progetti di legge a firma D’Alfonso, spiegando come nella stessa, anziché concentrarsi sulla individuazione degli innumerevoli benefici che potranno essere generati dalla fusione, si sia preferito tentare di garantirsi dal rischio che non derivino disservizi ai cittadini: un atteggiamento pregiudizialmente negativo, dunque, come quello che del resto ha sempre caratterizzato tanto il Governatore abruzzese quanto i Sindaci delle Città coinvolte.

In conclusione i Radicali hanno stigmatizzato con forza la norma, contenuta in uno dei due testi a prima firma D’Alfonso, che consentirebbe ai tre comuni - giunti a pochi mesi dal  fatidico 1.1.19, data di nascita del Nuovo Comune - di optare per la Unione dei Comuni che rappresenta realtà del tutto diversa e distinta rispetto a quella richiesta dai cittadini pescaresi con il voto del maggio 2014 ma che, soprattutto, rinvierebbe a data indefinita la conclusione del progetto di fusione che a quel punto sarebbe da ritenere definitivamente affossato.

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Convocazione conferenza stampa su La Grande Pescara: Luciano D'Alfonso, il "Pres...tigiatore"

Ven, 02/12/2016 - 14:23
12/02/16

Ieri, 11 febbraio, la I Commissione Bilancio della Regione Abruzzo ha accolto la richiesta di audizione avanzata all'inizio del mese di gennaio da Alessio Di Carlo, componente della Direzione Nazionale di Radicali Italiani e Segretario di Radicali Abruzzo, a proposito del controverso iter istitutivo del Comune della Nuova Pescara.

Ricordiamo infatti che, nonostante il referendum che nel maggio 2014 ha decretato a larghissima maggioranza il consenso degli elettori per la fusione del Comune di Pescara con quelli di Montesilvano e Spoltore, a distanza di quasi due anni la Regione non ha ancora approvato la relativa legge istitutiva.

In occasione dell'audizione, l'esponente radicale ha esposto tutte le ragioni dalle quali si evidenzia come le due proposte di legge presentate dal Governatore D'Alfonso solo la settimana scorsa, non hanno altro scopo se non quello di rallentare e se possibile annullare l'iter invece già proficuamente avviato grazie al testo depositato nell'ottobre 2014 dall'esponente del M5S Riccardo Mercante.

Per questi motivi Di Carlo ha sollecitato la Commissione a licenziare il testo Mercante, naturalmente all'esito delle modifiche ed integrazioni ritenute opportune.

Anche in considerazione del rigetto della richiesta avanzata da Di Carlo di poter effettuare la registrazione del proprio intervento per la successiva diffusione a mezzo stampa, domani mattina, 13 febbraio, alle ore 10,30, presso la Sala Commissioni del Comune di Pescara si svolgerà una conferenza stampa dal titolo “Luciano D'Alfonso, Il Pres...tigiatore” che vedrà coinvolti, oltre allo stesso Di Carlo, Roberto Di Masci, presidente di Radicali Abruzzo e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, Dario Boilini, revisore dei conti di Radicali Italiani e tesoriere di Radicali Abruzzo. Sarà presente anche, per  illustrare le opportunità ed  i vantaggi dei procedimenti di fusione, il professor Daniele Angiolelli, project manager del comitato "per crescere diventiamo grandi".

Dal canto loro i radicali esporranno analiticamente gli aspetti critici delle proposte a prima firma D'Alfonso evidenziando la necessità di accelerare nell'iter di approvazione della proposta di legge presentata dal Consigliere Riccardo Mercante.

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Unioni civili, Magi: Da Bagnasco inaudita violazione del Concordato. Governo convochi ambasciatore Santa Sede

Ven, 02/12/2016 - 14:13
12/02/16

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:

 

"Le ultime dichiarazioni del Presidente della Cei sono di una gravità senza precedenti. Porre in dubbio che nel Parlamento italiano esista la libertà di espressione e chiedere il voto segreto, è una clamorosa violazione dell’articolo 1 del Concordato.

Quella di Bagnasco è una strategia dolosamente volta a condizionare i lavori del Parlamento sulle Unioni civili, con dichiarazioni che si ripetono da settimane.

Per questo, chiedo al Presidente del Consiglio di convocare l’ambasciatore della Santa Sede per manifestare quanto la prosecuzione di una tale condotta sia inaccettabile.

Cosa avrebbero detto in Vaticano se Renzi avesse messo in dubbio la regolarità del Conclave e ne chiedesse la pubblicità dei lavori per evitare che i ricatti interni potessero inficiarne la libertà di voto?

Occorrono passi formali che non attengono certo alla libertà religiosa, bensì alla violazione di trattati internazionali sottoscritti dall’unica religione che desidera essere uno Stato.

Quanto al Cardinal Bagnasco, il Parlamento tenga conto che se può interferire così tanto nel lavoro delle istituzioni non è certo per la sua autorità morale, bensì perché si fa forte del miliardo di euro delle nostre tasse che ogni anno gestisce in maniera opaca attraverso la truffa dell’otto per mille".

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Il Consiglio di Zona 2 rilancia la richiesta al Comune di Milano per intitolare un luogo significativo alla memoria di Alexander Langer

Gio, 02/11/2016 - 00:39
11/02/16

La mozione - presentata dal radicale Yuri Guaiana, vicepresidente del Consiglio di Zona 2 - è stata approvata ieri con 10 voti favorevoli, 7 astenuti, 4 contrari.

Una mozione analoga era già stata presentata in Zona 1 e approvata all'unanimità, altre zone di Milano si stanno mobilitando per presentarla.

La proposta nasce lo scorso autunno dall'Associazione per l'Iniziativa radicale 'Myriam Cazzavillan', durante un dibattito organizzato sugli strumenti politici della nonviolenza, ed è un riconoscimento doveroso per la figura di Alex Langer, politico ed intellettuale di primo piano che ha dedicato la vita alla nonviolenza e all'ecologia.

Nel 2015 sono passati 20 anni dalla sua scomparsa. Il 1 Dicembre scorso è stata anche formalizzata una petizione consegnata al Sindaco Giuliano Pisapia e all'Assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

La proposta, sottoscritta da 16 associazioni e da 115 cittadini tra cui molte personalità della cultura e della politica, è ancora in attesa di una risposta.

Ci rivolgiamo anche al Presidente del Consiglio Comunale di Milano, Basilio Rizzo - di cui conosciamo la stima per Langer - pregandolo di adoperarsi affinché il parlamento dei milanesi possa esprimersi sul tema prima della fine della consiliatura.

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Immigrazione, Magi: Ue miope su Italia e Grecia, sfida è strappare migranti a irregolarità

Mer, 02/10/2016 - 18:50
10/02/16

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani: 

 

"La Grecia fuori da Schengen perché incapace di gestire il flusso migratorio che incessantemente la vede, da mesi, come terra di transito, prima tappa da raggiungere rischiando la morte per attraversare quel breve tratto di mare dove, solo nel 2016, oltre 400 persone hanno perso la vita? Questa, ancora una volta, la risposta miope che arriva da Bruxelles  e che rappresenta un ulteriore pesantissimo tassello che va a inasprire un quadro di irrazionale chiusura e di totale indifferenza verso quanto sta accadendo sulle sponde del Mediterraneo", ha dichiarato Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani.

"L'Agenda europea sulle migrazioni non sta funzionando, il ricollocamento dei richiedenti asilo nei diversi Stati membri non decolla, famiglie intere di profughi continuano a morire o a rischiare la propria vita lungo un tragitto attraverso i Balcani ogni giorno più insidioso. Ed è evidente che la colpa di tutto ciò non può essere della Grecia o dell'Italia e della loro incapacità di gestire le frontiere. Perché di fronte a un fenomeno di tale portata in termini di vite umane e di problematicità, occorre un approccio complesso in grado di rispettare i diritti sanciti dalle convenzioni internazionali e, nello stesso tempo, di trovare soluzioni in grado di incidere sul momento storico che stiamo attraversando: i flussi migratori verso l'Europa non si arresteranno e, oltre a dare asilo a chi fugge da guerra e persecuzioni, occorre gestire in modo razionale e lungimirante l'arrivo di quanti nel nostro continente vogliono vivere e lavorare e il cui apporto è per noi, anno dopo anno, sempre più necessario".

"Basti pensare all'Italia - conclude Magi - e a quanto sia complicato ottenere un permesso di soggiorno o emergere dall'irregolarità. La categoria dei migranti economici, così come individuata dalle recenti politiche europee, è quella che evidentemente fa più paura e quindi va respinta, salvo poi mettere in conto e di fatto permettere che migliaia di persone rimangano intrappolate, senza un permesso e in balia della precarietà e del lavoro nero. È questa la vera sfida, cruciale, con cui dobbiamo confrontarci".

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Referendum costituzionale, Magi: No a plebiscito, sì a voto su singoli aspetti riforma. Costituzionalisti discutono, politica non scappi

Lun, 02/08/2016 - 15:04
08/02/16

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:

 

"È significativo che anche un costituzionalista tra i più illustri, come Michele Ainis, sposi la proposta di Radicali Italiani di far esprimere i cittadini sui singoli aspetti della riforma costituzionale invece di un unico quesito sull'intera legge. Nel suo fondo sul Corriere della sera di oggi, infatti, il professore Ainis coglie e rilancia le stesse ragioni con cui da settimane insieme a Mario Staderini stiamo mettendo in guardia dalla trappola del "referendum in blocco". Siamo davanti a una riforma organica e disomogenea che tocca diverse parti della Costituzione, costringere quindi gli italiani a votare si o no a tutto significherebbe sottrarre loro un reale potere di scelta e il solo esito del referendum sarebbe l'aumento della crisi di legittimità del sistema. La verità è che si sta tentando di trasformare il referendum sulla revisione costituzionale in un plebiscito pro o contro lo stesso Renzi, riducendo gli elettori ad attori non protagonisti di uno scontro politico estraneo al merito della riforma stessa. Solo un referendum parziale, sugli aspetti più controversi, oppure per parti separate, garantirebbe la libertà di voto. Lo stesso mondo accademico si sta attivando, come dimostra anche il seminario organizzato dal professor Fulco Lanchester per l'11 febbraio prossimo alla Sapienza dal titolo 'Riforma costituzionale e referendum parziali'.

Per questo vogliamo aprire un confronto con chi è già impegnato per la tenuta del referendum costituzionale, dal Comitato per il No ai parlamentari fino allo stesso Renzi, in modo che non sia presentata una richiesta di referendum sull'intera riforma Boschi, bensì solo sugli aspetti controversi o per parti separate. Come Radicali Italiani saremo, in ogni caso, impegnati affinché il referendum costituzionale non venga ridotto a un plebiscito, ma sia un esercizio di vera democrazia".

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Votata la mozione generale del Comitato nazionale di Radicali Italiani

Dom, 02/07/2016 - 15:24
07/02/16

Il Comitato nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma dal 5 al 7 febbraio 2016:

 

Ribadisce che lo stato di emergenza non puó costituire il baluardo dello stato di diritto, in un contesto globale nel quale le ragioni della sicurezza rischiano di derogare libertà e garanzie fondamentali. In particolare, il prolungamento dello stato d’eccezione voluto dal governo francese e le richieste di sospensione del trattato di Schengen, avanzato da alcuni paesi, compromettono lo stesso progetto federalista. La risposta alla minaccia terroristica e alle crisi geopolitiche è quindi rappresentata da politiche di governo comuni europee di difesa e d’intelligence, di accoglienza e integrazione e che perseguano tutela e rispetto dei diritti umani.

Il Governo Renzi anziché proporre concrete riforme federaliste delle istituzioni europee, dietro una propaganda che si richiama al Manifesto di Ventotene conferma ad oggi la fallimentare strada nazionalista ed intergovernativa.

 

Rileva che, per il movimento, l’obiettivo di riconquistare il diritto a essere un soggetto politico passa anche per l’affermazione degli spazi di democrazia e di informazione e dal recupero della sovranità del cittadino: individua pertanto nella promozione di referendum e iniziative popolari, a tutti i livelli, un fine prioritario per restituire credibilità ed effettività al sistema democratico. Considera, quindi, determinante promuovere la modifica degli statuti e dei regolamenti locali per prevedere la possibilità di sottoscrizione online, per consentire modalità di autentica più accessibili, per estendere l’ambito delle materie sottoponibili ai referendum e per introdurre referendum vincolanti.

Sostiene il ricorso al Comitato diritti umani dell’Onu contro lo Stato italiano per la sistematica violazione dei diritti civili e politici dei cittadini, presentato da Mario Staderini e Michele De Lucia, a partire dal caso della campagna referendaria condotta nel 2013 dal Movimento.

Impegna gli organi dirigenti a organizzare, in occasione delle iniziative refendarie e popolari già incardinate, azioni politiche e legali propedeutiche a nuovi ricorsi alle giurisdizioni nazionali e internazionali.

Il Comitato rivolge un appello al Presidente del Consiglio Renzi e al Ministro delle Riforme Boschi affinché rimuovano tutti gli ostacoli attuali alla partecipazione dei cittadini alla vita politica che oggi sono fissati con la legge n. 352 del 1970 in merito alla disciplina della procedura referendaria, e impegna gli organi dirigenti a sottoporre al Parlamento e al Governo le modifiche legislative da attuare nell’immediato in vista dell’approvazione di un Referendum Act.

 

Denuncia il tentativo di trasformare il referendum sulla revisione costituzionale promossa dal Governo in un plebiscito pro o contro lo stesso Renzi, riducendo gli elettori ad attori non protagonisti di uno scontro politico estraneo al merito della riforma stessa, e sostiene la promozione di occasioni di confronto con il mondo accademico mirate a far sì che il referendum costituzionale sia, al contrario, una occasione di vero esercizio democratico, a partire dalla proposta di referendum parziale sugli aspetti più controversi della riforma.

Individua nei contenuti del seminario "Per gli Stati Generali delle città e del federalismo" tenutosi a Napoli e nelle iniziative popolari già incardinate nelle città di Roma e di Milano, gli strumenti più validi, nell'immediato, che il movimento possa offrire alle prossime elezioni amministrative, nella consapevolezza che i futuri sindaci non potranno effettivamente aggredire le questioni strutturali che riguardano le nostre città se non si riusciranno a conquistare appuntamenti di dibattito e scelta pubblica.

 

Propone un modello alternativo sia alla gestione pubblica tradizionale – quella delle partecipazioni statali e delle municipalizzate, quella della proprietà formalmente pubblica - che a un sistema, in piedi da venticinque anni, di esternalizzazione di servizi a imprese o organizzazioni collaterali agli interessi di potere, tutto basato sull’affidamento diretto e sulla discrezionalità politica. Un modello che si fondi su conoscenza, concorrenza e diritto. Un modello concorrenziale sui servizi pubblici fondato su liberalizzazioni, strumenti di misurazione scientifico-comparativi della qualità, forme innovative di libera produzione e fruizione di servizi condivisi tra cittadini. Il testo del decreto attuativo sui SPL della legge delega di agosto è privo delle misure di liberalizzazioni previste nella bozza precedente. Resterebbero dunque i regimi di monopolio attuali, evidenziando ancora una volta la divaricazione tra gli annunci e le effettive riforme del Governo Renzi, e confermando dunque il sistema anticoncorrenziale e clientelare attuale.

 

Rileva che la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 rischia, se non dibattuta e controllata dall'opinione pubblica, di essere l'ennesima occasione per perseguire affari e attuare interventi fallimentari, in particolare sulle grandi opere. Individua, quindi, nel referendum sulle Olimpiadi e negli altri che eventualmente saranno promossi sui temi centrali per la qualità di vita dei romani, il miglior apporto politico non solo alla città, ma anche al candidato sindaco Roberto Giachetti, con il quale il Movimento ha già avviato un dialogo volto a rafforzare il carattere radicale delle proposte di riforma che sottoporrà alla città, unico modo per dare risposta alle urgenze non più rinviabili della città.

 

Pur riconoscendo l’importanza delle recenti calendarizzazioni parlamentari in tema di fine vita e cannabis, rileva il pericolo che, a causa dei giochi di posizionamento dei partiti e in assenza di una mobilitazione popolare, esse non segnino l’apertura di una autentica stagione dei diritti civili, ma al contrario vengano vanificate da compromessi al ribasso, come rischia di avvenire con il DDL in materia di riconoscimento delle unioni civili e delle convivenze di fatto. In particolare Radicali Italiani invita inoltre tutte le forze politiche a un confronto laico sull'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e sull'adozione per le coppie omossessuali e per i singoli, ribadendo come proprio orizzonte una riforma radicale ed egualitaria del diritto di famiglia.

 

Il Comitato nazionale di Radicali Italiani ringrazia gli oltre seimila cittadini lombardi che hanno sottoscritto la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica e i militanti Radicali che hanno reso possibile questo risultato.

Impegna gli organi dirigenti a sostenere altresì una propria proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis e una petizione europea sulle droghe. Considerato che la questione droga è un problema che va letto e risolto in chiave europea, il Comitato dà mandato agli organi dirigenti di promuovere iniziative per il confronto delle "best practices" nei diversi paesi dell'Unione. Ciò al fine di invitare il Legislatore a confrontarsi con i migliori risultati in termini di riduzione del danno - sul piano sociale, economico, sanitario e della giustizia - ottenuti da normative che hanno abbandonato l'impostazione proibizionista.

Il Comitato, inoltre, impegna gli organi dirigenti a verificare la fattibilità di un'iniziativa di disobbedienza civile "diffusa", che coinvolga il più grande numero possibile di militanti su tutto il territorio nazionale.

Fa propria, inoltre, la proposta lanciata da Emma Bonino per la promozione di un grande appuntamento sugli Stati generali dei diritti civili.

 

Il comitato nazionale di radicali italiani ringrazia i militanti che hanno consentito la partecipazione Radicale alle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario tenutesi il 30 gennaio presso le corti d'appello. A riguardo occorre registrare la gravità del comportamento di alcuni presidenti di corte d' appello, che in particolare a Roma, Napoli e Bologna non hanno consentito ai Radicali di prendere la parola. Questa scelta conferma l' ulteriore diffondersi di una cultura istituzionale nella magistratura ostile alla partecipazione democratica. Il Comitato conferisce mandato agli organi dirigenti di esporre l' accaduto formalmente al Consiglio Superiore della Magistratura, che ha viceversa sempre sottolineato l'esigenza di promuovere la massima partecipazione alle cerimonie di inaugurazione. La relazione del Presidente Canzio conferma l'indifferenza della magistratura rispetto allo stato di sofferenza della giustizia italiana con riferimento agli articoli 3 e 6 della Convenzione europea per i diritti dell’ uomo, relativi alle condizioni carcerarie ed ai tempi dei processi che si aggiunge ai provvedimenti del governo che hanno posto ulteriori ostacoli alle azioni risarcitorie.

 

Il Movimento registra una falsificazione della realtà da parte del governo riguardo alla presunta adozione del Freedom Of Information Act, presentato come un forte strumento di conoscenza per la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, ma in realtà caratterizzato da un diritto di accesso limitato e pià restrittivo rispetto alla normativa vigente. Infatti, in base al nuovo decreto se da un lato si potranno conoscere esclusivamente i dati, dall’altro sono numerosissime le eccezioni previste, basate su principi talmente vaghi e discrezionali da limitare fortemente il diritto all’accesso. Né vengono previsti obblighi e sanzioni per le amministrazioni pubbliche, unici strumenti che renderebbero effettivo il diritto di accesso dei cittadini. Secondo quanto riportato dalla stampa, l’impressione è che non solo si sia persa l'occasione per rendere più democratico il Paese, ma che si determinerà addirittura, per i cittadini, una riduzione dell'ambito di conoscibilità dell'attività delle pubbliche amministrazioni.

 

Il Comitato nazionale di Radicali italiani prende atto della “Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea riferita all’anno 2016”, a firma del sottosegretario Sandro Gozi, e ritiene che le intenzioni del Governo riportate nel capitolo 2: “prevenzione e soluzione delle infrazioni al diritto UE” non siano all’altezza delle gravità delle violazioni in atto, giacché:

- il Dipartimento per le Politiche europee segnala come, a gennaio 2016, le procedure di infrazione pendenti sull’Italia siano 91 (due in più rispetto a dicembre 2014, anno in cui L’Italia deteneva il record negativo insieme alla Grecia);

- le sanzioni conseguenti a condanne della Corte di Giustizia ammontano a circa 200 milioni di euro (importo in continuo aumento poiché l’Italia non ha ottemperato ancora a tre doppie sentenze);

- le procedure di infrazione ancora pendenti e con prima condanna da parte della Corte sono nove pertanto l’Italia rischia, a breve, nuove condanne pecuniarie (si veda per esempio il caso relativo al mancato trattamento delle acque reflue).

Per questo il Comitato nazionale di Radicali italiani, vista la mozione dell’ultimo congresso, dà mandato agli organi dirigenti di ribadire al Governo italiano l’urgenza di predisporre un cronoprogramma ovvero un piano di rientro. Rileva come l’aumento delle sanzioni pecuniarie conseguenti alla condanne della Corte di giustizia dell’Unione europea nei confronti dell’Italia comportino un notevole danno erariale e dà pertanto mandato agli organi dirigenti di presentare una denuncia complessiva alla Procura presso la Corte dei Conti e a quelle presso le sezioni regionali e di chiedere in merito un incontro al Procuratore generale. Il Comitato sottolinea come sulle suddette violazioni, Radicali Italiani abbia intrapreso, in questi mesi, una importante opera di trasparenza e informazione ai cittadini attraverso la realizzazione di mappe Open Data.

 

Il Comitato, riconoscendo l'importanza della campagna "#scacciamoli", impegna gli organi ad inserirla nel sito radicali.it, nello spazio dedicato alle campagne; impegna altresì il Segretario ad istituire - entro 15 giorni - un gruppo di lavoro aperto a tutti gli iscritti che intendano adoperarsi per la necessaria mobilitazione finalizzata all'approvazione della proposta di legge.

 

Il Comitato, infine, saluta l’iniziativa nonviolenta del compagno Alessio Di Carlo, che in occasione del referendum per la nascita della Grande Pescara, ha acceso un faro sul mancato rispetto della volontà popolare contro le resistenze partitocratiche degli apparati istituzionali.

 

La mozione è stata approvata con 18 favorevoli, 6 contrari e 7 astenuti

 

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Affittopoli, Magi: Silenzio da Marino e Pd quando dissi basta a sedi regalate a partiti. Ora trasformare privilegi di pochi in diritti di tutti

Gio, 02/04/2016 - 17:15
04/02/16

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:

 

"L'ondata in scalpore e indignazione per la gestione dissennata degli immobili del comune di Roma è ormai un fenomeno ciclico. Il problema è che nessuna amministrazione, dopo aver sbandierato operazioni trasparenza, è davvero intervenuta contro abusi e privilegi e per mettere finalmente ordine nel patrimonio immobiliare. 

Esattamente un anno fa scoppiava lo stesso caso e, in occasione dell'esame della delibera sulle dismissioni, avevo posto come condizione per votare quel testo l'impegno da parte della giunta a rivedere tutte le concessioni e a revocare quelle a favore di partiti e sindacati - che sono tra i soggetti che in Italia detengono patrimoni immobiliari tra i più estesi - e ad associazioni "amiche". Ci appellammo anche al presidente Renzi e al commissario Orfini, visto che il Pd è tra i beneficiari. Purtroppo né da Marino, né dal Pd arrivarono risposte, così votai contro la delibera, viziata anche da difetti giuridici. 

La nostra proposta, avanzata già un anno fa, è di convertire le sedi finora regalate a partiti e amici in spazi di "coworking" civico a disposizione di tutti i cittadini. Crediamo infatti che su questo come su altri dossier, chiunque si candidi alla guida della città debba indicare obiettivi di riforma e soluzioni di governo. Imporre temi e scelte decisivi, come stiamo provando a fare noi Radicali, è il solo modo per evitare che in questa campagna elettorale si parli solo di “rischio Cinque stelle”, sfiducia nel Pd e della simpatia o meno dei candidati”.

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Vittime delle caccia - Devetag e Zambrano: Fuoco amico dove la guerra non c’è da 70 anni, subito maggiore sicurezza per i cittadini con la riforma “Scacciamoli”

Gio, 02/04/2016 - 15:43
04/02/16

Dichiarazione di Manuela Zambrano e Maria Giovanna Devetag, membri rispettivamente del comitato nazionale e della Giunta di Radicali Italiani:

 

Sono 87 le persone colpite da proiettili di cacciatori nella stagione venatoria appena conclusa. Dai dati definitivi diffusi oggi dal dossier dell’associazioneVittime della Caccia, si contano, in soli 100 giorni di attività, 18 morti e 69 feriti – tra i quali alcuni minori - vittime del “fuoco amico”. Sono 16 le vittime non impegnate in battute di caccia, casualmente vicine a zone pericolose: 1 morto, un minore, e 15 feriti di cui 3 minori.

Nella proposta di legge “Scacciamoli” redatta da Radicali Italiani con i deputati Walter Rizzetto (Gruppo Misto) e Gessica Rostellato (Pd), da pochi giorni depositata alla Camera, si prevedono limitazioni all’esercizio della caccia: controlli e sanzioni per chi caccia sotto l’effetto di sostanze alcoliche, divieto di caccia in caso di nebbia, condizioni più restrittive per il rinnovo delle licenze, divieto per i minori di partecipare a battute di caccia, raddoppio delle distanze minime da abitazioni, strade e veicoli nell’esercizio della caccia, divieto per i cacciatori di entrare nei terreni privati senza autorizzazione, divieto di caccia nelle aree ad interesse culturale, turistico e paesaggistico.

Rilevanti, inoltre, sono i danni derivanti dall’inquinamento causato dalle munizioni contenenti piombo, proibite nella PdL “Scacciamoli” per tutte le forme di caccia e non più solo per la caccia nelle zone umide. Ricordiamo a questo proposito che L’Onu ha imposto l’utilizzo di munizioni di materiale alternativo entro il 2017 a tutti i paesi membri della Convenzione sulle specie migratorie, tra cui l’Italia.

Con detta proposta di legge si affronta in maniera organica l’attività venatoria innanzitutto consentendo all’Italia di rispettare gli impegni assunti in sede Onu e in sede comunitaria.

È necessaria, fin da ora, una mobilitazione di cittadini e associazioni al fine di sostenere la campagna www.scacciamoli.it. Ci appelliamo ai Deputati di tutti i gruppi perché chiedano la calendarizzazione della proposta di legge depositata.

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La mappa OpenData di Radicali Italiani sulle violazioni nello smaltimento dei rifiuti urbani

Mar, 02/02/2016 - 15:45
02/02/16

La mappa che, attraverso i dati 2015 dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Radicali Italiani ha realizzato dimostra come in molte discariche italiane si continui a violare la direttiva 1999/31/CE. Tanto è vero che i dati confermano come lo smaltimento del c.d. “tal quale”, cioè rifiuti non differenziati, riguardi diversi invasi. Tale modus operandi, è bene ricordalo, comporta la formazione di percolato e gas nocivi, quindi danni all’ambiente. Con questa iniziativa vogliamo fornire ai cittadini uno strumento di conoscenza giacché quanto avviene in molti territori italiani è in palese violazione del diritto comunitario. 

È lo stesso istituto che, attraverso il Rapporto Rifiuti Urbani 2015, evidenzia come questo accada in molte regioni, tant’è che la percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica senza trattamento preliminare supera addirittura il 50 per cento per: Valle d’Aosta, Calabria, Sicilia, Liguria e Basilicata.  

Su questo argomento è utile ricordare come l’Italia sia stata già condannata dalla Corte di Giustizia europea sul “caso Lazio”. Purtroppo, su molte altre discariche la Commissione europea è silente giacché persevera nel suo atteggiamento omissivo di un atto dovuto contro l’Italia che, intanto, prosegue impunemente a violare la direttiva 1999/31/CE. 

Occorre rammentare, per di più, come il nostro Paese, negli anni, ha prima autorizzato questo metodo di smaltimento attraverso continue deroghe annuali contenute all’interno di vari Decreti legge per poi affidare tale responsabilità ai sindaci ed ai presidenti di Regione, i quali - attraverso la sottoscrizione di  ordinanze contingibili ed urgenti (ex art. 191 del D.Lgs 152/2006) - continuano impunemente ad autorizzare ciò che il diritto comunitario vieta. 

Secondo i dati aggiornati al 2014 il record di tonnellate di rifiuti smaltiti in discarica senza nessun trattamento preliminare (violazione direttiva 1999/31/CE) lo detiene Palermo con 324.051 tonnellate di cui il 100 per cento smaltiti senza alcun trattamento. Record invece positivo va a Catania, con 586.518 tonnellate di rifiuti smaltiti in discarica dopo trattamento preliminare. 

 

 

COME LEGGERE LA MAPPA

La presente mappa mostra le discariche per rifiuti non pericolosi nelle quali sono stati smaltiti i rifiuti urbani tal quali (CER 20) e i rifiuti provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani (CER 19). I dati elencati si riferiscono all’anno 2014 e sono stati estrapolati dall’ultimo Rapporto Ispra (2015). Per ogni invaso sono riportati i seguenti dati:

  • località della discarica;
  • tonnellate di rifiuti smaltiti in discarica senza nessun trattamento preliminare (in palese violazione direttiva 1999/31/CE);
  • tonnellate di rifiuti smaltiti in discarica dopo trattamento preliminare.

Ad ogni discarica è stato dato uno tra i seguenti colori:

  • Da 75% a 100% rosso per discariche che smaltiscono dal 75% al 100% di rifiuti non trattati;
  • Da 50% a 75% arancione per discariche che smaltiscono dal 50% a 75% di rifiuti non trattati;
  • Da 25% a 50% giallo per discariche che smaltiscono dal 25% a 50% di rifiuti non trattati;
  • Da 0% a 25% verde per discariche che smaltiscono dallo 0% a 25% di rifiuti non trattati.

V’è da sottolineare, però, che la direttiva 1999/31/CE - così come stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea nella causa C-323/13 - vieta il conferimento in discarica sia dei rifiuti non trattati che di quelli trattati in modo inadeguato (es. trito vagliatura).

I dati forniti da Ispra ci consentono di individuare i rifiuti non trattati (CER 20) ma non ci consentono di determinare quelli trattati in modo inadeguato, poiché il codice CER 19 qualifica i rifiuti provenienti dal trattamento senza specificarne la qualità. Per esempio i rifiuti semplicemente trito vagliati, molte volte, acquisiscono codice CER 191212 ma il loro smaltimento in discarica non è conforme alla normativa europea.

 

Quindi per ogni discarica riportata in questa mappa, la stima dei rifiuti smaltiti in violazione della direttiva 1999/31/CE è da considerarsi in difetto. 

 

Percentuale di RU smaltiti in discarica senza trattamento preliminare per Regione, anno 2014 (fonte Ispra)

 

LEGGI ANCORA

La mappa OpenData di Radicali Italiani delle eco-infrazioni europee dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia

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Olimpiadi: Voce ai cittadini non ai partiti. Via a tavoli raccolta firme per referendum Roma 2024 oggi alle ore 17 in Largo Argentina. Lettera a Tronca: Garantisca diritto di iniziativa popolare previsto da statuto

Mar, 02/02/2016 - 14:17
02/02/16

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma:

 

"Il dibattito alla Camera - con il ripetuto ricorso agli argomenti e ai dati del nostro dossier sui costi delle olimpiadi, pur senza riconoscere a Radicali Italiani paternità e merito dell'iniziativa - dimostra che ancora una volta siamo riusciti a imporre un'analisi e un tema altrimenti espulsi dall'agenda politica e istituzionale, e mostra purtroppo i deputati vittime, ancor prima che artefici, della mancanza di informazione e conoscenza.
Affidare al gioco delle mozioni e quindi al giudizio di questi partiti il dibattito su una scelta rischiosa come la candidatura olimpica è stata un'iniziativa inutile, e nei fatti antireferendaria. L'esito scontato del voto può infatti avere il solo effetto di supportare e legittimare il metodo Montezemolo e Malagò: cioè una delega in bianco senza indicare progetti, obiettivi, fattibilità e senza indicare quali sarebbero gli strumenti e le modalità dell'ampia campagna di partecipazione e coinvolgimento che si dice di voler promuovere. Insomma i cittadini devono accettare questa “scommessa” di cui nulla si sa, e al contempo si dice loro che è troppo tardi per fare un referendum.

Noi crediamo invece che la parola non vada data ai partiti, ma ai cittadini, con un referendum che in base alla legge e allo statuto è possibile promuovere. Per questo invitiamo a smetterla col gioco delle mozioni e a dedicarsi invece al gioco democratico, scendendo in strada con noi a raccogliere le firme per permettere ai romani di esprimersi su questa impresa così delicata per il futuro della città e per le loro tasche.

Oggi dalle ore 17 alle ore 20 a Largo Torre Argentina inizieremo la raccolta delle prime mille firme necessarie a depositare il quesito referendario sulla candidatura di Roma ai Giochi olimpici del 2024.

La campagna referendaria rischia però di essere ostacolata dall'assenza dei consiglieri comunali con facoltà di autenticare le firme. Per questa ragione abbiamo chiesto ufficialmente, in una lettera, al Commissario straordinario Francesco Tronca di indicare subito modalità e nomi dei responsabili che garantiscano la possibilità di sottoscrizione dei quesiti in ogni municipio e in ogni sede municipale, e di predisporre un elenco di nominativi dei funzionari immediatamente contattabili incaricati alla funzione di autentica delle firme. Ricordiamo infatti che lo Statuto di Roma Capitale affida all'Amministrazione il compito di ‘agevolare le procedure e fornire gli strumenti per l'esercizio del diritto di iniziativa popolare’”.

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MilanoSìMuove ha presentato la seconda versione dei referendum. Cappato e Croci: Sono temi centrali. Aspettiamo il via libera del Comune e dei garanti per partire con la raccolta firme

Lun, 02/01/2016 - 16:49
01/02/16

Dichiarazione di Marco Cappato e Edoardo Croci, a nome del Comitato referendario Milanosìmuove:

 

"Siamo entrati nella fase finale del processo di valutazione dei quesiti referendari, depositati a luglio. Dopo i rilievi degli uffici sulla fattibilità tecnica, nei giorni scorsi abbiamo provveduto a depositare una nuova versione dei quesiti referendari che recepisce le osservazioni degli uffici.

A oltre sei mesi dalla presentazione delle prime 1000 firme a luglio, aspettiamo ora il via libera del Comune e dei Garanti per poter finalmente partire con la raccolta delle firme. Dal dibattito politico-elettorale in corso, constatiamo che tutti i temi referendari (case popolari senza consumo di suolo, riapertura Navigli, allargamento di Area C e mobilità sostenibile, nuovo verde pubblico e cessione delle società partecipate) sono riconosciuti da tutti come centrali, spesso senza riconoscere che la spinta determinante perché entrassero nell'agenda politica è stata data dalla vittoria referendaria del 2011.

Con tutto il rispetto per le promesse elettorali, il nostro obiettivo è che siano i cittadini a decidere".

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Inaugurazione Anno giudiziario: Intervento di Maurizio Bolognetti a Potenza

Dom, 01/31/2016 - 23:18
31/01/16

"Verdana","sans-serif"">Intervento Bolognetti inaugurazione Anno Giudiziario 2016

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Signor Presidente della Corte d'Appello, Signor Procuratore Generale,

anche quest’anno, come Radicali del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e come Radicali Italiani, abbiamo deciso di essere presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario per poter dialogare e confrontarci con le istituzioni che hanno la responsabilità di occuparsi di giustizia. Prendo la parola avendo ben presente ciò che da sempre ispira il nostro agire, ciò che è scritto a chiare lettere nel preambolo al nostro Statuto: "Il Partito Radicale richiama se stesso, ed ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi".

Ecco signor Presidente, signor Procuratore, lo scenario con il quale dobbiamo confrontarci è quello di un Stato incapace di rispettare la sua legalità, il suo dettato costituzionale, incapace di rispettare i principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo, nella Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, che, appunto, sono stati ridotti a  "verbose e vuote dichiarazioni meramente ordinatorie".

Una volta di più, in questa sede(e dove sennò), gioverà porre l'accento sul mancato rispetto da parte del nostro Paese dell'art. 3 della CEDU che recita: "nessuno può essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani e degradanti".

Le nostre patrie galere, ahinoi, continuano ad essere luoghi di tortura, ma senza torturatori, perché ad essere torturata è l'intera comunità penitenziaria.

Se pensiamo alla nostra Basilicata, dovrebbero far riflettere le parole pronunciate poche settimane fa dal segretario regionale del Sappe Saverio Brienza: "La politica italiana si è fornita di strumenti legislativi che fanno davvero pensare a un sistema eccellente, ma poi, di fatto, noi non abbiamo a livello periferico gli strumenti, le risorse per poter agire nel rispetto della legislazione. Viviamo quotidianamente nel disagio, noi e la popolazione detenuta[...]Ogni carcere è una bomba ad orologeria...".

Parole che richiamano una volta di più alla memoria quanto scrivevano nel 2012 i direttori penitenziari del Si.Di.Pe.: “Siamo stati, in verità, ricacciati negli angoli più bui di uno Stato che non sembra in grado di mantenere fede agli impegni e alle promesse solenni celebrate nelle sue leggi”.

Se parliamo di giustizia e di carcere, dobbiamo necessariamente ripetere con Marco Pannella che la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione è stata tutt’altro che interrotta.

Così come occorre ricordare a noi stessi che in un Paese che ad oggi non ha ancora introdotto il reato di tortura, la “Società italiana di medicina penitenziaria” racconta che “in cella contraggono malattie il 60-80% dei detenuti”.

Una volta di più, in questa sede(e dove sennò), gioverà porre l'accento sul mancato rispetto da parte del nostro Paese dell'art. 6 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo che recita: "Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole".

Io direi, signor Presidente, signor Procuratore generale, che questa ragionevolezza non c'è e che continuiamo ad assistere ad una "sistematica mancanza di rispetto degli standard temporali individuati in sede europea come congrui per lo svolgimento dei tre gradi possibili di giudizio".

La questione giustizia, continua a gravare come un macigno sulla vita economica e sociale del Paese. La non ragionevole durata dei processi si traduce in giustizia negata per vittime e imputati, spesso imputati in attesa di giudizio, in vite spezzate. 

Noi Radicali, con l’avvocato Deborah Cianfanelli e Rita Bernardini, gioverà ricordarlo, abbiamo depositato presso la Corte dei Conti del Lazio un esposto per danno erariale connesso all’amministrazione della giustizia.

L'eccessiva durata dei processi, da oltre 25 anni è all’origine di continue e ripetute condanne inflitte al nostro Paese da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Condanne che hanno comportato e comportano, ma soprattutto comporteranno, un danno erariale che per le sue dimensioni costituisce una vera e propria ipoteca sul futuro del Paese. Condanne alle quali la Repubblica italiana ha storicamente risposto prendendo impegni poi non mantenuti, esibendo proposte di legge mai adottate, adottando misure presentate come risolutive ma che hanno aggravato la situazione, allungando ulteriormente la durata dei processi in Italia e causando la proliferazione dei ricorsi alla C-EDU che, per questo motivo, è stata costretta ad introdurre misure restrittive all’accesso.

Con l’ultima legge di stabilità si è proceduto ad un aumento simbolico della pianta organica dei magistrati e ad introdurre misure per scoraggiare l’accesso alle richieste dei danni per l’eccessiva durata dei processi e incentivare la rinuncia per chi ha in corso un contenzioso.

Di fatto si è dato il là all’ennesima controriforma della cosiddetta Legge Pinto, provvedimento suggerito dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa come uno degli strumenti per contenere il numero dei ricorsi italiani alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, ricorsi in maggioranza inerenti l’irragionevole durata dei processi.

Tutto ciò avviene in un Paese, l’Italia, che è il Paese che più di tutti non dà seguito alle stesse sentenze della Corte EDU.

Nelle condizioni in cui ci troviamo un provvedimento di amnistia, che è soprattutto di amnistia per questa nostra Repubblica incapace di rispettare il suo stesso dettato costituzionale, costituisce di per sé la prima, vera, grande riforma della giustizia.

Il Comitato dei 47 ministri degli esteri dei paesi che compongono il Consiglio d’Europa ha sottolineato che i ritardi eccessivi nell'amministrazione della giustizia costituiscono un pericolo grave per il rispetto dello Stato di diritto.

Se questi ritardi, come tutti noi ben sappiamo, pesano sulla corretta amministrazione della Giustizia da un quarto di secolo, è logico dedurre che l’Italia non corre più il pericolo, ma viola apertamente lo Stato di diritto.

Stato di diritto che viene negato se fondato sulla sostenibilità economica a scapito dell’universalismo dei diritti.

Infine, ma non ultimo, mi sia consentito sottolineare qui, in una regione eletta ad hub petrolifero e afflitta da numerose criticità ambientali, che il nostro Paese, ahinoi,  si distingue in negativo nell’ambito dei paesi aderenti all’Unione Europea anche sul fronte del mancato rispetto di direttive comunitarie poste a presidio della tutela dell’ambiente e della salute umana.

Torno a chiedermi in questa sede se in questa regione, e in particolare nella Valle dell'Agri o dell'Agip, sia stata rispettata la direttiva quadro a tutela delle acque, se in numerosi procedimenti autorizzativi siano stati rispettati i principi ispiratori della Valutazione di impatto ambientale.

Di certo mi chiedo: quando è stata concessa l'autorizzazione a reiniettare le acque di produzione petrolifera nel Pozzo Costa Molina 2, ubicato in agro di Montemurro, è stato rispettato il Principio di Precauzione di cui all'art. 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, il cui suo scopo è quello di "garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio"? 

La Delibera del Comitato dei Ministri del 4 febbraio 1977, recante norme per tutela delle acque dall’inquinamento, prescrive che lo scarico nel sottosuolo, limitatamente alle unità geologiche profonde, possa essere adottato come mezzo di smaltimento degli effluenti industriali a patto “che dette formazioni siano situate in zone tettonicamente e sismicamente favorevoli”. Notoriamente l'area di Montemurro, che è stata epicentro di un devastate terremoto nel 1857, è tutt'altro che sismicamente favorevole.

Pensando a Papa Francesco che nella sua Enciclica "Laudato sì" ha scritto "la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito", mi viene in mente un grande magistrato, il dottor Nicola Maria Pace, che lungi dal prestare orecchio a chiacchiere da comari ha onorato la sua funzione.

Io credo che ci siano attività che a causa degli alti costi ambientali e sociali non registrati dal calcolo del Pil andrebbero definite improduttive. Le attività di estrazione idrocarburi svolte in Basilicata, a mio avviso, appartengono a questa categoria.

bold">Dopo trent’anni di violazioni, con Marco Pannella chiediamo alle massime autorità istituzionali italiane di riconoscere le profonde ferite inferte allo Stato di diritto, costituite dall’amministrazione ritardata della giustizia e dalla violazione dei diritti umani universalmente riconosciuti. Noi siamo qui per dire che offriamo la nostra leale collaborazione senza alcuna contropartita al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio anche per una campagna alle Nazioni Unite per una immediata transizione verso lo Stato di diritto, a cominciare da quei paesi a “democrazia reale” come il nostro. Chiudo signor Presidente, signor Procuratore generale, citando l'antitotalitario Ernesto Rossi che diceva: “L’Italia non potrà essere diversa se non siamo noi capaci di volerla diversa. E volere è agire".

 

Diritto, Giustizia, Amnistia per la Repubblica, Democrazia, Libertà. 

 

"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti

Tgr Basilicata, 30 gennaio 2016

Nuova del Sud, 31 gennaio 2016

Gazzetta del Mezzogiorno, 30 gennaio 2016

Nuova del Sud, 30 gennaio 2016

mso-fareast-font-family:Calibri;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:IT;mso-fareast-language:EN-US;mso-bidi-language:AR-SA">Basilicatanet, 29 gennaio 2016  

 

 

 

 

 

 

 

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Inaugurazione anno giudiziario - Magi e Capano: Processi interminabili e condizioni tuttora inumane nelle carceri. Interverremo nelle Corti d'Appello tranne che a Roma e Bologna dove ci verrà impedito

Ven, 01/29/2016 - 18:01
29/01/16

Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e membro di direzione di Radicali Italiani:

 

"Anche quest'anno i radicali saranno presenti alle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario presso le corti d'appello italiane.

Anche quest' anno per ribadire con forza lo stato di enorme sofferenza che vive la giustizia italiana in riferimento a due principi consacrati nella Convenzione europea per i diritti dell’ uomo:

- l’ art. 3, che proibendo l’inflizione della tortura, e di pene/trattamenti inumani o degradanti, risulta tuttora violato dalle condizioni di degrado vissute dalla stragrande maggioranza dei detenuti;

- l’ art. 6, che nella previsione del diritto ad un processo che si svolga in tempi ragionevoli, risultava e risulta sistematicamente violato.

La legge di stabilità per il 2016 ha posto nuovi ostacoli alle azioni risarcitorie per la durata dei processi con gravi danni per chi è stato e sarà vittima delle condizioni illegali di detenzione. La Commissione Giustizia della Camera non ha preso in considerazione alcuni nostri emendamenti. 

Circa le 'riparazioni' previste dall'ordinamento penitenziario si è avuta una sventagliata di rigetti e declaratorie di inammissibilità che evidenziano la poca attenzione della Magistratura italiana sul punto, confermata dal silenzio dei protagonisti della cerimonia di inaugurazione dell' anno giudiziario presso la Corte di Cassazione.

Sottoporremo nei prossimi giorni all'attenzione del consiglio superiore della magistratura il grave comportamento dei Presidenti di Corte d' appello di Roma e Bologna, che ci hanno proibito di prendere la parola perché non saremmo 'rappresentativi' delle problematiche relative alla giustizia. Pensando al ruolo cruciale svolto dai Radicali e da Marco Pannella su questi temi viene da sorridere. Non possiamo più tollerare che - anno dopo anno - vi sia una situazione in cui ogni Corte d' Appello è libera di muoversi arbitrariamente sulle richieste di intervento: chiediamo un immediato chiarimento a riguardo".

 

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Domani sabato 30 a Torino l'associazione radicale Adelaide Aglietta organizza il Family Gay - All'amor non si comanda. In contemporanea con la manifestazione romana di conservatori e clericali saranno celebrati simbolicamente matrimoni di tutti i tipi

Ven, 01/29/2016 - 13:04
29/01/16

Si svolgerà domani sabato 30 gennaio, dalle ore 14.30, in Piazza Carlo Alberto a Torino, il "Family Gay - All'amor non si comanda" in contemporanea con il Family Day romano. Per ribadire che esistono famiglie diverse ma un solo amore. Durante l'evento saranno celebrati matrimoni di tutti i tipi. Alla manifestazione ha aderito il circolo Uaar-Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di Torino.

 

Dichiarazione di Igor Boni, Laura Botti e Silvja Manzi (Coordinatori dell'associazione radicale Adelaide Aglietta):

«Invitiamo tutti ad aderire; riteniamo sia un'occasione da sfruttare per contrastare conservatori e clericali che sfileranno a Roma, utilizzando l'ironia e l'allegria come antidoti all'oscurantismo di costoro. Sorrisi e baci contro chi vuole reprimere diritti; colori e bandiere per ribadire che sul riconoscimento dei diritti delle coppie e famiglie omosessuali non si può più aspettare. Un messaggio in particolare dalla città che, grazie agli sforzi delle associazioni laiche, tra le prime ha approvato le Unioni Civili con una delibera di iniziativa popolare.

Speriamo molti possano e vogliano esserci, portando ciascuno le proprie bandiere e la propria fantasia per arginare l'ondata conservatrice che rischia di nuovo di far saltare il banco e rimandare ciò che è irrimandabile. Oggi le Unioni Civili, domani il matrimonio egualitario.»

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Radicali Italiani promuove la proiezione del docufilm di Ambrogio Crespi "Una ferita italiana" a Perugia

Mer, 01/27/2016 - 18:27
27/01/16

Giovedì 25 febbraio 2016 alle ore 21.00 presso il Cinema Melies di Perugia (via della Viola 1), a seguito della proiezione del docufilm di Ambrogio Crespi "Una ferita italiana", si terrà un dibattito promosso da Radicali Italiani e da Radicaliperugia.org.

 

Interverranno:

  • Ambrogio Crespi, regista del film
  • Avv. Michele Capano, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani
  • Avv. Francesco Falcinelli, Presidente della Camera Penale di Perugia
  • Avv. Prof. Carlo Fiorio, Ordinario di Diritto Processuale Penale, Università degli Studi di Perugia

Modera:

Andrea Maori, tesoriere di Radicaliperugia.org

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Radicali Milano: Cannabis Terapeutica Lombardia, giovedì 28 la consegna delle firme e conferenza stampa alle ore 11:30 a Palazzo Marino

Mer, 01/27/2016 - 15:13
27/01/16 Cannabis terapeutica in Lombardia: giovedì 28 la consegna delle firmeConferenza Stampa alle ore 11:30 a Palazzo Marino

 

Dopo una campagna durata quasi sei mesi, giunge con successo al termine la raccolta firme per l'introduzione anche in Lombardia dei farmaci a base di cannabinoidi mutuati dal servizio sanitario regionale.

Giovedì 28 gennaio, alle ore 11:30, presso la Sala Brigida del Comune di Milano, in piazza della Scala 2, si terrà la conferenza stampa per illustrare i dati della campagna e i prossimi passi istituzionali del progetto di legge di iniziativa popolare.

 

Parteciperanno:

  • Rita Bernardini, ex Deputata Radicale 
  • Barbara Bonvicini, Coordinatrice della Campagna cannabis
  • Lorenzo Lipparini, Segretario Associazione Enzo Tortora Radicali Milano
  • Nicolò Calabro, Primo Firmatario della proposta di legge

Per maggiori informazioni:

Lorenzo Lipparini, segretario di Radicali Milano Associazione Enzo Tortora, Radicali Italiani +39.340.4607189

Barbara Bonvicini, tesoriere di Radicali Milano Associazione Enzo Tortora, comitato nazionale di Radicali Italiani +39.333.7927942

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Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, Via Sebastiano Del Piombo 11, 20149 Milano

Telefono/Fax +39.02.49537177  www.radicalimilano.it

 

 

 
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X assemblea annuale dell'associazione radicale Per la Grande Napoli: rinnovo cariche e mozione generale

Mar, 01/26/2016 - 16:38
26/01/16

In occasione della X assemblea annuale dell'associazione radicale Per la Grande Napoli, che si è tenuta domenica 24 gennaio presso l'hotel Terminus a Napoli, sono state rinnovate le cariche come di seguito:

  • segretario: Lorenzo Mineo
  • tesoriere: Rosario Scognamiglio
  • presidente: Luigi Mazzotta

Contestualmente è stata anche approvata la seguente mozione generale.

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Roma 2024, oggi conferenza stampa di Emma Bonino e Riccardo Magi: non sondaggi ma democrazia, decidano cittadini con un referendum. Appuntamento alle ore 14.45 presso la sede della Stampa Estera

Lun, 01/25/2016 - 13:43
25/01/16

Sulla candidatura alle Olimpiadi del 2024 decidano i cittadini!
La campagna lanciata da Radicali Italiani per chiedere che anche a Roma si tenga un referendum sulla candidatura olimpica ha già raccolto l'adesione di migliaia di cittadini e di numerose personalità.
La leader radicale Emma Bonino, già ministro degli Esteri, e il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, il giornalista e scrittore Oliviero Beha, il segretario di Radicali Roma Alessandro Capriccioli fanno il punto sulla campagna Referendum Roma2024 e annunciano l'avvio della raccolta firme.

L'appuntamento per la stampa è per:

lunedì 25 gennaio alle ore 14.45 
presso l'Associazione Stampa Estera
Via dell'Umiltà, 83/C - Roma

Amburgo, Oslo, Cracovia, Davos, Monaco. Sono tante le città europee e del mondo che hanno sottoposto la candidatura olimpica a una consultazione popolare tra i cittadini. Perché negare ai romani un confronto democratico e il diritto a partecipare formalmente a una scelta così importante?
Un referendum sarebbe la migliore garanzia per rendere, attraverso un dibattito trasparente sui costi e i benefici, la candidatura ai Giochi una vera opportunità di crescita per l'Italia e per la Capitale, o rinunciare a una scommessa troppo rischiosa.

Alla conferenza stampa parteciperanno rappresentanti del Comitato promotore del Referendum Roma 2024, al quale hanno aderito economisti, giornalisti, urbanisti ed esperti del settore tra cui Pierluigi Battista, Alessandro De Nicola, Oliviero Beha, Oscar Giannino, Vittorio Emiliani, Paolo Mondani, Paolo Berdini.

 

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