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"Gli effetti collaterali delle attività di estrazione idrocarburi in Basilicata - Il permesso di ricerca Monte Caruso e il Pozzo San Fele 1"
Arrivati a San Fele, paesino del Vulture dove vivono poco più di tremila anime, capisci subito che ti trovi in un posto speciale, quasi magico. Cento kmq di estensione territoriale, un centro storico tra i più belli e suggestivi della Basilicata, panorami mozzafiato, San Fele si svela ai visitatori annunciando, attraverso un manifesto posto in una bacheca ubicata all'ingresso del paese, di essere terra di "Santi, Sorgenti e Briganti". In questo meraviglioso angolo di Basilicata, dove sgorgano cascate che attraggono ogni anno migliaia di visitatori, nel 1993 la Texaco, titolare del permesso di ricerca "Monte Caruso", trivellò un pozzo, "San Fele 1", poi rivelatosi sterile. Venti anni dopo abbiamo voluto effettuare una ricognizione dell'area interessata dalle attività di ricerca idrocarburi per verificare lo stato dei luoghi. L'occhio della telecamera ha colto una situazione di evidente degrado, che richiederebbe un intervento di messa in sicurezza e, con ogni probabilità, di bonifica. Tanti i lati oscuri e mai chiariti collegati alle attività svolte dalla Texaco in quel di San Fele. Non a caso, amministratori e allevatori parlano a mezza bocca di sorgenti contaminate e sollevano dubbi sullo smaltimento dei fanghi di trivellazione. Di certo l'accesso all'area pozzo, nonostante le situazioni di potenziale pericolo, è libero e il sito è assurto addirittura ad area pascolo. Un viaggio, il nostro, nell'archeologia estrattiva lucana, per far rivivere non-luoghi dei quali qualcuno vorrebbe farci dimenticare l'esistenza. Un viaggio nella Basilicata dei "buchi per terra". Oggi, San Fele, terra di sorgenti, appunto, oltre che di santi e briganti, rischia di essere letteralmente colonizzato dalle compagnie petrolifere. Sono tre, infatti, le istanze di ricerca che coinvolgono direttamente il territorio di un angolo di paradiso, la cui vocazione agricola, naturalistica e paesaggistica è incompatibile con attività che hanno un innegabile impatto sulle matrici ambientali e che sono ancor più pericolose quando vengono svolte in aree ricche di acqua.
"Bombardate Auschwitz" (Il Saggiatore), intervista ad Arcagelo Ferri
Nellaprile 1944 due prigionieri slovacchi internati da circa un paio fuggirono dal campo di concentramento Birkenau, partendo da un punto dove era in corso la costruzione di una nuova sezione del lager. Avevano capito che lì sarebbero stati rinchiusi gli ebrei ungheresi in un futuro molto prossimo. Questi due fuggitivi, Rudolf Vrba e Alfred Wetzler, descrissero le guardie SS intente a
dire che lì sarebbero arrivati i salami ungheresi, in altre parole che gli ebrei ungheresi stavano per
essere uccisi. Dopo tutto lUngheria era stata occupata dalle forze armate tedesche solo poche
settimane prima, nel marzo 1944. Vrbva e Wetzler fuggirono, si fecero strada gradualmente verso la
Slovacchia, arrivarono a Bratislava in un paio di settimane, trovarono i leader della comunità
ebraica e si incontrarono con il gruppo clandestino interno al Judenrat, il Consiglio ebraico a
Bratislava. In questi incontri raccontarono dove erano stati e ciò da cui erano scampati. Scrissero un
rapporto dettagliato in slovacco, che fu poi tradotto in ungherese e in tedesco, inviato in Ungheria
per avvertire che gli ebrei del Paese stavano per essere deportati a breve e spedito in tedesco a fonti
neutrali in Svizzera con una richiesta di trasmetterlo
ai leader ebrei occidentali e ai leader politici alleati dellOccidente. Il rapporto arrivò in Occidente a giugno 1944. Parallelamente a questa fuga da Birkenau accadde un altro fatto: laviazione americana, che stazionava in Italia, dallautunno 1943 iniziò a fotografare dallalto larea di Auschwitz
-Birkenau. Le fotografie aeree erano parte dei preparativi degli Alleati occidentali per bombardare significativi obiettivi militari che distavano solo pochi chilometri dal campo di Birkenau stesso, larea chiamata Buna, uno stabilimento dellIG Farben che era prossimo a essere completato, dove i tedeschi
intendevano produrre olii e gomma sintetica per il loro sforzo bellico. Gli Alleati continuarono a fotografare questarea dallalto per diverse volte ancora in primavera ed estate fino ai primi giorni dellautunno 1944 e. in seguito a quelle foto aeree, inviarono diverse missioni a bombardare la zona. I bombardamenti non ebbero molto successo
nella distruzione di questo impianto industriale, ma nel corso dei voli gli aerei fotografarono i campi di sterminio più volte. Perchè quelle foto non furono mai utilizzate e perchè l'amministrazione democrativa di Roosevelt non fece nulla per bombardare quei campi? Abbiamo posto queste domande ad Arcangelo Ferri, giornalista della Rai, che ha pubblicato per "Il Saggiatore" il volume dal titolo "Bombardate Auschwitz" che ricostruisce i retroscena di questa assurda vicenda.
Overshoot
Padre Palmiro Prisutto, parroco della Chiesa Madre di Augusta (Siracusa), è una presenza militante che denuncia da sempre una strage sottaciuta; quella delle centinaia di morti e di malformati, vittime delle gravissime condizioni ambientali dei territori che circondano il polo industriale di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa: "una strage silenziosa, che ha fatto più vittime dell'incidente di Marcinelle e delle Fosse Ardeatine".
Conduce in studio Enrico Salvatori, ospite Padre Palmiro Prisutto.
Matteo Salvini a Palermo
Incontro con il presidente di "Noi con Salvini" Matteo Salvini in occasione della seconda tappa del Renziacasa Tour al Sud in vista della manifestazione in programma il 28 febbraio a Roma. Partecipano il segretario nazionale e il vicepresidente Angelo Attaguile e Raffaele Volpi.
Presentazione del libro Giardini crudeli di Angiolo Bandinelli
Con l'autore ne parla Giulio Braccini (giornalista, saggista, traduttore)
Speciale Commissioni
Appuntamento con le audizioni in corso nelle commissioni parlamentari. Questa settimana: l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, dinanzi al Comitato Schengen presieduto dall'onorevole Laura Ravetto, sulla minaccia terroristica in atto e nell'ambito dell'indagine sui flussi migratori verso l'Italia.