Politica
Crimea/Radicali: Lavrov come Goebbels. Referendum del 1991 in Kosovo non fu riconosciuto da Unione Europea. Bloccare subito beni e conti correnti di 140 oligarchi russi
Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, e Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:
“Se dici una menzogna enorme e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà”. La lezione del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels è stata imparata e perfezionata dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che continua a ripetere che quanto è successo ieri in Crimea è uguale a quanto accadde vent’anni fa in Kosovo. Falso. Dopo oltre due anni di violenze dei serbi di Milosevic, fra il 26 il 30 settembre 1991 – dopo che sia Slovenia che Croazia si erano proclamate indipendenti, come consentiva loro la Costituzione della Federazione jugoslava - i leader kosovari albanesi organizzarono un referendum clandestino, al quale partecipo’ l’87% degli aventi diritto, che si espressero praticamente all’unanimità a favore di un formale distacco del Kosovo dalla Jugoslavia; sulla base dei risultati del referendum, il Parlamento koosvaro proclamo’ l’indipendenza, il 19 ottobre 1991. La Commissione Badinter, creata dall’Unione Europea, non riconobbe i risultati del referendum, con la motivazione giuridica che solo le Repubbliche della Jugoslavia e non le province autonome (quali erano Kosovo e Vojvodina) avessero diritto alla secessione e all’indipendenza. La motivazione politica del “niet” europeo era quella di non intaccare il principio dell’inviolabilità delle frontiere in Europa e di evitare che gli albanesi presenti in Montenegro, Macedonia e Grecia seguissero l’esempio del Kosovo, nel nome della “Grande Albania”. Ci sarebbero voluti ancora otto anni di violenze serbe per arrivare all’intervento della NATO, nel 1999. In Crimea non è stato finora accertato un solo atto di violenza nei confronti della popolazione russa o russofila.
I russi hanno imparato la lezione di Goebbels anche su altri punti: nel 1938, nel “referendum farsa” fatto nei Sudeti per giustificare l’annessione nazista, Goebbels fece stampare sulle schede il “SI” all’annessione quattro volte più grosso del “NO”. Putin non ha certo bisogno di simili trucchetti: è bastato far presidiare i seggi e le caserme ucraine da miliziani armati. E per festeggiare i russi hanno tirato fuori dal cilindro anche l’utile idiota italiota, Riccardo Fogli.
Per contrabattere alle falsità e alle violenze russe, l’Unione Europea ha un’unica risposta valida, peraltro consigliata anche dall’oppositore russo Garry Kasparov: bloccare i beni e i conti correnti dei 140 oligarchi russi, che costituiscono il blocco di potere di Putin; negare loro i visti per entrare in Europa. Dall’inizio della crisi, gli oligarchi hanno già perso 7 miliardi di dollari del loro patrimonio complessivo, solamente a causa dell’instabilità dei mercati causata dalla situazione in Crimea. Le sanzioni mirate nei loro confronti non colpirebbero la popolazione russa in modo indiscriminato ma solamente il tallone d’Achille di Putin.
Per approfondimenti:
“Le guerre jugoslave. 1991-1999” di Joze Pirjevec (Einaudi)
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Radicali: Giovine decaduto grazie a nostro esposto. Le nomine previste per domani sono atti indifferibili e urgenti?
Alla notizia che la Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale ha preso atto della decadenza di Michele Giovine dalla carica di consigliere regionale per sentenza definitiva emessa dalla Cassazione il 14 novembre 2013, gli esponenti radicali Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali italiani, Igor Boni, presidente dell'Associazione Radicale Adelaide Aglietta, e Silvio Viale, Consigliere comunale Radicale a Torino, hanno dichiarato:
La Giunta delle Elezioni ha fatto oggi quello che avrebbe potuto e dovuto fare quattro mesi fa: prendere atto di una sentenza definitiva e di una legge dello Stato, la cosiddetta “Legge Severino” (art. 8, comma 6, D. lgs. 31/12/2012, n. 235). Addirittura il Consiglio Comunale del piccolo Comune di Gurro (VB) è arrivato prima del grosso Consiglio Regionale del Piemonte, dichiarando decaduto Giovine da consigliere comunale lo scorso 1° marzo.
Se non era per il nostro esposto alla Procura della Repubblica, che naturalmente non ritiriamo, lorsignori avrebbero continuato a fregarsene sia della sentenza sia della legge. E non è ancora detta l’ultima parola, perché la ratifica della decadenza, a norma dello Statuto regionale, spetta al Consiglio regionale convocato per domani.
Ci auguriamo che, dopo aver ratificato la decadenza di Giovine, il Consiglio di domani ratifichi anche la decisione di istituire sul suo sito istituzionale l’Anagrafe dei vitalizi dei consiglieri regionali, in attuazione della legge sulla trasparenza, come più volte promesso dal Presidente Cattaneo.
Infine, ci domandiamo e domandiamo a Cattaneo se le “Nomine” (Quali? Per quali enti?) previste nell’ordine del giorno del Consiglio di domani rivestano il carattere di “atto indifferibile e urgente”.
Convocazione Consiglio regionale
Attività Associazione Adelaide Aglietta
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La giustizia britannica umilia la Procura di Firenze e la giustizia italiana per la sistematica violazione dei diritti umani nelle sue prigioni
L' 11 marzo 2014, le Royal Courts of Justice di Londra hanno negato l'estradizione del cittadino somalo Hayle Abdi Badre richiesta dalla Procura di Firenze poiché il nostro Ministero della giustizia non aveva offerto garanzie sufficienti che il Badre non avrebbe subito trattamenti 'inumani e degradanti' una volta incarcerato in Italia.
"La difesa del signor Badre" ha affermato l'ex Senatore radicale Marco Perduca "mi aveva chiesto di preparare un apprezzamento della situazione generale delle carceri italiani e un'analisi della mancanza di riforme a seguito della 'sentenza pilota' adottata dalla Corte di Strasburgo nel gennaio 2013. La cosiddetta sentenza Torreggiani infatti chiede all'Italia di affrontare le strutturali violazioni dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, quello relativo ai trattamenti inumani e degradanti, imposti a migliaia di detenuti in violazione degli standard previsti dall'Ue e del Consiglio d'Europa". "La decisione delle Royal Courts di Londra contro la Procura di Firenze potrebbe divenire un precedente per ogni altra richiesta di estradizione che l'Italia ha in giro per il mondo" ha denunciato Perduca "e dovrebbe esser tenuta di contro come un'ulteriore monito e denuncia del modo con cui le istituzioni italiane non rispettano i propri obblighi internazionali relativi alla Convenzione europea dei diritti umani e al Patto internazionale sui diritti civili e politici".© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati