Politica
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Collegamento con Marco Cappato per parlare del convegno "Liberi fino alla fine" che si terrà oggi a Roma
Sindacati, una democrazia a metà? La puntata settimanale di Fai Notizia
Rassegna di Geopolitica. Dietro l'attentato a Tunisi la destabilizzazione della Libia - a cura di Lorenzo Rendi
Speciale Giustizia
Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera
Dibattito dal titolo: "I giorni dell'Iran"
AgiChina: approfondimento su terrorismo e Cina
Ostia. Magi: Sabella hai tutti i nostri esposti per poter agire come fece Pannella
Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma e di Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma:
Al momento del suo insediamento abbiamo consegnato all’assessore Sabella la documentazione sulla disastrata situazione di Ostia, in particolare per quanto riguarda il settore delle concessioni balneari e del “lungomuro”.
Del resto, come Radicali, in questi venti mesi di consiliatura infatti abbiamo depositato tre esposti alla Procura di Roma denunciando le gravi e persistenti violazioni della legge, delle ordinanze del Sindaco, di quanto prescritto dalle concessioni e dal Piano di utilizzo degli arenili, oltre a due denunce alla Commissione europea. A seguito delle nostre denunce e con l’impegno diretto del Gabinetto del Sindaco, si è giunti nel luglio del 2014 alla riapertura dei due varchi presso il pontile, un primo passo, piccolo ma estremamente importante, verso il ripristino della legalità e dello stato di diritto in quel territorio. Restano chilometri di abusi e montagne di omissioni da parte degli stessi uffici dell’amministrazione: illegalità sulle quali abbiamo depositato una specifica denuncia per omissione di atti d'ufficio, che abbiamo descritto al commissario del Pd romano Matteo Orfini trovandolo d’accordo con la nostra analisi, e su cui stiamo intervenendo anche in queste ore, attraverso un emendamento al bilancio che renderà possibile l’effettiva rimozione delle barriere abusive.
Bisognerebbe chiedere all’ex presidente Tassone e all’ex capogruppo D’Ausilio - che definiva una “inutile polemica” il nostro impegno per il libero accesso dei cittadini alle spiagge, contrapponendolo a una “grande alleanza per il litorale” con gli attuali concessionari - perché nei mesi scorsi non abbiano denunciato anche loro alle autorità competenti i gravi fatti che li portano ad affermare quanto affermano oggi. Quegli esponenti del Pd capitolino che oggi salutano con favore il giro di vite dovrebbero essere i primi a fare mea culpa: loro per primi hanno sottovalutato la degenerazione strutturale che sta divorando il loro stesso partito, come hanno descritto oggi Matteo Orfini e Fabrizio Barca nella relazione sui circoli romani del Pd.
Sabella prenda a modello l’esperienza di Marco Pannella. Quando nel 1992 l'allora XIII municipio di Roma veniva commissariato per uno scandalo di tangenti, il leader Radicale ne divenne presidente per soli 100 giorni portando avanti la sua unica esperienza di governo nelle amministrazioni. Nei tre mesi di gestione avviò una battaglia serrata contro l'abusivismo edilizio e l'applicazione concreta delle leggi sugli enti locali: fu il primo caso in Italia in cui si applicò l’art. 4 della 47/85 sul condono edilizio. La magistratura sospese le operazioni di abbattimento “per motivi di ordine pubblico”. Pannella rilanciò con l'utilizzo delle ruspe abbattendo gli immobili illegali e chiedendo addirittura l’intervento dell’esercito.
Rai-finevita. Ass. Coscioni: Roberto Fico garantisca anche informazione libera e corretta
Dichiarazione di Marco Cappato e Carlo Troilo per l'Associazione Luca Coscioni:
Il grande assente nel dibattito sulla Rai è il “Servizio pubblico” o, ancora di più. il diritto dei cittadini a “conoscere per deliberare” sulle grandi questioni sociali.
Il Presidente della Commissione di Vigilanza dovrebbe avere come missione quella di battersi per il diritto alla conoscenza e una informazione libera e corretta.Ma il presidente Roberto Fico, molto impegnato nella bagarre che si è scatenata sul futuro della Rai dopo gli annunci “decisionisti” del Capo del governo, sembra più concentrato sui futuribili assetti di potere che non sui dibattiti che la Rai continua ad eludere, primo tra tutti quello sul collasso della giustizia italiana e le soluzioni di amnistia e indulto prospettate con il suo messaggio alle Camere dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed anche sulle altre grandi questioni sociali delle quali si parla nel mondo, come quelle legate alle “legalizzazioni” delle droghe, della prostituzione, dell’eutanasia.
Proprio sul tema dell’eutanasia, sarà forse per troppa distrazione sugli aspetti di potere Rai prossima ventura che l’onorevole Fico non ha nemmeno risposto alla Associazione Luca Coscioni, che da due settimane lo ha invitato ad un convegno sulle scelte di fine vita che si terrà giovedì 19 marzo a Roma e che si ripropone di “stanare” il Parlamento sulla legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della eutanasia presentata nel dicembre del 2013 con 67mila firme di cittadini/elettori.
Al presidente Fico avevamo chiesto di aprire la sessione pomeridiana dei lavori con una relazione sul tema “Fine vita e informazione”, perché nessuno meglio del presidente della Vigilanza potrebbe riferire su come la Rai informa - o meglio non informa - i cittadini/abbonati sui temi delle libertà civili in generale e in particolare sulle scelte di fine vita. Benchè una maggioranza netta di italiani sia da sempre favorevole alla legalizzazione della eutanasia, infatti, né i telegiornali né i giornali radio trattano mai di questo tema, se non in occasione di vicende clamorose come i suicidi di malati famosi (Monicelli, Magri, Lizzani). Si aprì una finestra con la risposta inviata dal Presidente Napolitano all’Associazione Coscioni per spingere il Parlamento ad una discussione “serena e approfondita” sul tema, ma il dibattito mediatico, come quello parlamentare, si chiuse immediatamente proprio come su amnistia e giustizia. Per non parlare delle tante trasmissioni “di approfondimento”che evitano accuratamente un confronto tra le ragioni a favore e quelle contrarie, come accade regolarmente in Paesi come la Francia, dove infatti il Parlamento non ha potuto eludere la questione ed è impegnato in questi giorni in un delicato passaggio parlamentare.
Il problema non è, ovviamente, l’assenza di una risposta al nostro invito. Il problema è il disinteresse finora dimostrato dal Presidente della Vigilanza anche su questo tema benché sollevato attraverso una legge di iniziativa popolare: un disinteresse che colpisce negativamente proprio perché il M5S e Grillo –dai quali continuano a non giungere risposte– hanno sempre dichiarato di volersi battere perché le proposte di legge di iniziativa popolare non finiscano, come accade da tempo immemorabile, nei cassetti delle commissioni parlamentari. Rimangono pochi giorni prima dell’incontro del 19 marzo per sperare in un atteggiamento diverso.
