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Per un nuovo diritto umano: il diritto alla conoscenza. Sostieni l’organizzazione della seconda Conferenza internazionale a Bruxelles
Negli ultimi due decenni, in molti Paesi e città abbiamo assistito all’impiego di mezzi e strategie militariste e a un prolungato, pretestuoso e arbitrario Stato di emergenza, proclamato per la pretesa necessità di difendersi e difenderci dalle minacce provenienti da terrorismo, immigrazione, droga e altri “nemici”.
Si è insediato così uno “Stato di Emergenza” permanente, le cui radici spesso affondano in presupposti ingannevoli, se non vere e proprie menzogne. Vittime della multiforme Ragion di Stato sono i diritti umani, la responsabilità, la mancanza di supervisione nel processo decisionale e, in ultima analisi, la pace. Ormai, lo Stato di diritto rischia di esser sostituito e sepolto dallo Stato di Polizia.
I governi devono essere responsabili delle loro azioni e devono garantire un'adeguata informazione, che sia disponibile, accessibile e accurata secondo i principi dell'apertura e della trasparenza. Benché alcuni Paesi forniscano ai cittadini gli strumenti per accedere alle informazioni, ad esempio attraverso i Freedom of Information Acts (Foia), questa normativa spesso non risponde alle attese naturali e legittime dei cittadini, rivelandosi inadeguata e non disponibile in molti Paesi.
Il diritto a conoscere ciò che i membri del Governo fanno segretamente a nostro nome, potrebbe migliorare il rapporto tra candidati eletti ed elettori. Il perfezionamento – e non certo la negazione – dei meccanismi di controllo democratico può contribuire al progresso della democrazia e dello stesso diritto nazionale e internazionale, aumentando così il rispetto effettivo dei diritti umani.
Crediamo che scelte informate e consapevoli portino a decisioni più giuste.
COSA VOGLIAMO FAREAttualmente stiamo lavorando per convocare la seconda Conferenza internazionale che si terrà a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, a Marzo 2015.
L'incontro affronterà il tema “Stato di Diritto contro Ragion di Stato” e radunerà relatori ed esperti di statura internazionale nel campo dei diritti umani e delle relazioni internazionali. I partecipanti che si confronteranno nella Seconda Conferenza Internazionale analizzeranno gli strumenti internazionali disponibili, legali e non, necessari a promuovere la centralità dello Stato di Diritto e l'universalità dei Diritti Umani e, al termine della Conferenza, sottoscriveranno e lanceranno un manifesto-appello che dia nuova linfa vitale alla democrazia asserendo con forza la centralità di uno Stato di Diritto democratico, federalista, laico, e l’universalità dei Diritti Umani.
IL NOSTRO OBIETTIVOVogliamo la codificazione del diritto umano universale alla Conoscenza, ossia il diritto di conoscere in che modo e perché i governi a vari livelli prendano determinate decisioni, non solo legate a questioni di carattere politico-militare. Crediamo che le Nazioni Unite debbano essere il nostro primo obiettivo istituzionale e che l'adozione di una risoluzione o dichiarazione politica presso di esse possa rappresentare il primo passo verso la codificazione del diritto alla conoscenza. Non vogliamo abolire il Segreto di Stato ma vogliamo correggere e migliorare i meccanismi di controllo democratico esistenti per garantire il progresso di uno Stato di Diritto democratico, nazionale e internazionale, e l'effettivo rispetto dei diritti umani.
CON IL TUO AIUTO VOGLIAMO- Convocare una conferenza internazionale di tre giorni a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, a Marzo 2015;
- Condurre una campagna di sensibilizzazione attraverso numerose attività, quali conferenze pubbliche, seminari, inserzioni sui giornali, programmi radiofonici;
- Lanciare il manifesto-appello;
- Pubblicare gli Atti del Convegno in inglese, francese e italiano;
- Organizzare le attività successive alla conferenza di promozione e diffusione, da intraprendere presso le Nazioni Unite nelle sedi di New York e Ginevra: incontri con rappresentanti dell'Onu e di diverse Ong, eventi paralleli, conferenze stampa;
- Creare una piattaforma online dedicata al tema e alla Conferenza.
Vai su: A new human right: the Right to Know
COSA ABBIAMO FATTO FINORA
Dopo dieci anni di intense ricerche e attività di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, una PRIMA CONFERENZA INTERNAZIONALE è stata tenuta lo scorso febbraio 2014 presso il Parlamento e la Commissione Europea a Bruxelles (guarda qui), nella quale accademici, politici, diplomatici e osservatori hanno discusso le possibili vie d'uscita dallo “Stato di eccezione” permanente ed hanno analizzato la relazione tra il potere di fatto delle “democrazie reali” e il sistema di legge positivista esistente, basato sui Trattati e le Convenzioni ONU per i Diritti Umani. Gli Atti del Convegno di febbraio 2014 sono stati pubblicati in inglese, italiano e francese, e sono stati presentati in quattro luoghi simbolo: il 18 settembre al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra (guarda qui), il 22 ottobre presso la Camera dei Comuni a Londra (ascolta qui), il 4 dicembre presso la Camera dei Deputati a Roma (guarda qui), il 19 gennaio presso l'Istituto di Studi Filosofici a Napoli (guarda qui).
La Prima Conferenza ha avuto un carattere prevalentemente accademico, di ricerca culturale e scientifica, e ha permesso di gettare le basi per ulteriori attività di ricerca più chiare e risolute.
La Seconda Conferenza offrirà l'opportunità per aprire un dibattito pubblico, diplomatico e politico, volto a identificare gli strumenti di diritto necessari per tracciare il percorso da intraprendere alle Nazioni Unite per la promozione effettiva dell'universalità, indivisibilità, interdipendenza e interrelazione dei Diritti Umani e per il rafforzamento del Diritto Internazionale e dei suoi meccanismi, a partire dal Diritto alla Conoscenza.
LEGGI ANCHE: Per un nuovo diritto umano (su Radicalparty.org)
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Marco Pannella: stasera inizio da Radio Carcere alle 21.00 uno sciopero della fame a sostegno dell’opera del Presidente emerito Napolitano e di quella sturziana, non certo da oggi, del Presidente Mattarella
Dichiarazione di Marco Pannella Stasera alle 21.00, da Radio Carcere/Radio Radicale, motiverò l’inizio di una iniziativa nonviolenta di sciopero per ora della sola fame a sostegno e per riconoscenza – in particolare - dell’opera del Presidente Emerito Giorgio Napolitano e del suo successore, il Presidente Sergio Mattarella, perché lo stato Italiano rispetti gli Obblighi enunciati dal Presidente Napolitano nel suo messaggio costituzionale, solennemente nell’esercizio formale delle funzione di Presidente della Repubblica, in quanto tale; e perché anche il Presidente Sergio Mattarella possa operare nello stesso animo sturziano, che è il suo, assicurando così alla storia italiana, quella vivente, continuità ed efficacia, e che egli ama e rappresenta, certo non solo da oggi.
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Neureka - Dialoghi su Europa, politica ed economia
Convegno dal titolo: "Terra dei fuochi. A che punto siamo?"
Ucraina. Boni e Manfredi: Stesse dinamiche Jugoslavia di venti anni fa, con Putin al posto di Milosevic. L’Europa nasce o muore in Ucraina
Dichiarazione di Giulio Manfredi e Igor Boni, rispettivamente segretario e presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:
"La prima guerra jugoslava scoppiò nel 1991 in Slovenia, la più “europea” delle repubbliche jugoslave; il serbo Milosevic, di fronte alla sollevazione generale del popolo sloveno, decise di ritirare le truppe dell’armata federale; fatti i debiti distinguo, la stessa decisione presa da Putin nei confronti dell’Ucraina, dopo la “rivoluzione” di Piazza Majdan a Kiev. Poi, vent’anni fa, si ribellarono la Krajna serba all’interno della Croazia e i serbi di Bosnia Erzegovina, guidati da Karadzic e Mladic. E Milosevic mandò le truppe federali in loro aiuto, come ha fatto Putin inviando soldati in Crimea. Poi Milosevic ritirò le truppe regolari e appoggiò i serbi di Croazia e Bosnia in maniera nascosta, con istruttori, rifornimenti e milizie irregolari (i famigerati iBerretti Rossi’ del ministero degli Interni, Arkan e le sue "Tigri"...); lo stesso appoggio fornito ora da Putin alle milizie filorusse del Donbass".
"La discussione attuale è se armare o meno gli ucraini; venti anni fa si discuteva se armare o meno i bosniaci assediati a Sarajevo".
"E purtroppo identico è il ruolo svolto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea; venti anni fa gli Usa rimasero a lungo alla finestra a contemplare un’Unione Europea imbelle e inerte di fronte ai massacri; poi, nel 1995, Clinton intervenne, Sarajevo fu liberata e si arrivo’ agli accordi di Dayton".
"Oggi solo Obama tiene testa a Putin, mentre Hollande e Merkel vanno in visita a Mosca e fanno, volenti o nolenti, il gioco di Putin".
"Siamo ben consapevoli che le similitudini finiscono qui; alla fine delle guerre jugoslave, Milosevic fu detronizzato dal suo stesso popolo e finì i suoi giorni nel carcere del Tribunale dell’Aja; Putin difficilmente sarà chiamato a rispondere davanti alla giustizia internazionale per i suoi crimini di guerra e contro l’umanità in Cecenia, Georgia e Ucraina (ma c’è anche la morte per polonio del cittadino inglese Aleksandr Litvinenko, gli omicidi della giornalista Anna Politkovskaja e di Antonio Russo di Radio Radicale …)".
"Proprio perché le differenze pesano, questo momento per l’Unione Europea è ancora più cruciale. Vent’anni fa i radicali ammonivano: l’Europa nasce o muore a Sarajevo. Oggi cambia solo un nome: l’Europa nasce o muore a Donetsk, in Ucraina".
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