Politica
Notiziario del mattino
La pillola de il rovescio del diritto - Roma, tribunale da quarto mondo
Rassenga di Geopolitica. Pechino e Mosca saranno collegate dall'Alta Velocità - a cura di Lorenzo Rendi
Speciale Commissioni
La “sanatoria” su stamina
Caro Direttore,
Non mi convince la sostanziale proposta di “sanatoria” che si profila con l’ipotesi di una pena patteggiata a un anno e dieci mesi al professor Vannoni e il cosiddetto metodo Stamina. Non mi convince neppure quanto sostiene il procuratore Guariniello: “Con il patteggiamento si ristabilisce la verità scientifica su questa metodologia”. Quanto poi al farsi promettere che il metodo non verrà utilizzato all’estero, è cosa che lascia il tempo che trova: si possono fare mille assicurazioni, poi una volta giunti in un qualunque compiacente paese dell’Asia e dell’Africa (e ce ne sono tanti), non si vede chi e come si potrà impedire che quel “metodo” sia posto in essere.
Non è Vannoni che patteggia, ma lo Stato italiano: non è un paradosso. Evidentemente c’è chi non vede l’ora di chiudere questa pagina vergognosa; e così dimenticare che le istituzioni, nelle loro diverse articolazioni, sono state a lungo corresponsabili delle procurate (e vane) speranze che si sono alimentate nei malati e nelle loro famiglie, e dei concreti rischi a cui numerosi cittadini sono stati sottoposti. Questa vicenda oltre a Vannoni vede coinvolto un ospedale pubblico, medici, dirigenti Aifa (il dottor Carlo Tomino, responsabile proprio dell’Ufficio sperimentazioni cliniche): tutte istituzioni pubbliche; e una onlus, questa sì, finalmente privata, iscritta nell’apposito registro, e poi risultata priva dei necessari requisiti. In questa vicenda abbiamo assistito a una campagna mediatica spregiudicata che ha fatto cinicamente leva sul dolore e la disperazione; un’informazione pubblica e privata che in gran parte ha rinunciato al suo compito di informare; una classe politica pavida e letteralmente ignorante, che non ha sentito il bisogno di “conoscere, prima di deliberare”, e ha legiferato all’insegna della demagogia e del facile pietismo; con denaro pubblico si è dato il via a una sperimentazione i cui esiti non si è avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di rendere pubblici. In pochi, da subito, abbiamo cercato di mettere in guardia da Vannoni, e dal suo “metodo”. Siamo stati additati come coloro che volevano spegnere le speranze dei malati, mentre Vannoni sedeva al tavolo della politica, audito da commissioni ministeriali e parlamentari, alla stregua di un oracolo…
Il processo con le sue pubbliche udienze, può essere l’occasione per fare chiarezza su omissioni, complicità, dolose indifferenze. E infine, due domande: perché Aifa non si è costituita parte civile nel processo? Perché lo stesso ministero della Salute non lo ha fatto?
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"Il condizionamento della criminalità organizzata sulla libera determinazione degli enti locali. Contrasto, prevenzione, repressione. Il ruolo di vigilanza e denuncia del Collegio dei Revisori dei Conti"
Eurispes, Ass. Coscioni: italiani resistono nonostante disinformazione
Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni
Facendo fede ai dati dell'Eurispes ricaviamo che l'opinione pubblica italiana continua ad essere molto più avanti del ceto politico, con maggioranze nette a favore della ricerca sulle cellule staminali per cure mediche (86%, ma sarebbe utile specificare il termine "embrionali" altrimenti la rilevazione perde senso) del testamento biologico (67,5%) e dell'eutanasia (55,2%). Sono comunque dati in leggero calo già da un paio d'anni, il che non ci stupisce, vista la totale assenza di confronto politico tra le ragioni favorevoli e contrarie, sia in Parlamento sia sulle principali trasmissioni di approfondimento televisivo, come abbiamo più volte denunciato. Ne ricaviamo la convinzione che gli italiani resistano su posizione laiche e liberali nonostante il contesto di disinformazione nel quale sono immersi.© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Intervista a Marco Maria Freddi sul convegno "Pena di morte, morte per pena"
La scuola italiana e il caso Italia. Di Enrico Rufi.
Firmigoni: seconda condanna per diffamazione contro Radicali, 1 mese reclusione e 50.000 euro
Cappato: riconosciuta la storia radicale, cancellata a causa dei tempi della giustizia mentre Formigoni vota il nuovo Presidente della Repubblica
Il Tribunale di Milano, 9^ sezione penale, giudice dr.ssa Canevini, ha oggi condannato in primo grado per diffamazione Roberto Formigoni alla pena di un mese di reclusione e a risarcire con 10.000 euro Marco Cappato, con 10.000 euro Lorenzo Lipparini, con 25.000 euro la Lista Marco Pannella, nella persona di Marco Pannella, oltre alle spese processuali per 5.000 euro e la pubblicazione della sentenza a sue spese su Corriere della Sera e Sole 24 ore. Sono così state accolte le richieste della parte civile, rappresentate anche questa volta dall'avvocato radicale Giuseppe Rossodivita. Si tratta della seconda condanna di Formigoni per diffamazione contro i Radicali, dopo che già in un altro procedimento Formigoni era stato condannato in primo grado a risarcire un totale di 120.000 euro a Pannella, Lipparini e Cappato. Questo secondo procedimento è scaturito proprio dalla reiterazione nel 2012 delle dichiarazioni diffamatorie da parte di Formigoni a seguito della richiesta di condanna avanzata dal Pubblico ministero nel primo processo. Sia nel 2010 che nel 2012 i media riportarono dichiarazioni di Formigoni con le quali i Radicali -che avevano denunciato la truffa delle firme false per le Regionali in Lomabrdia- erano definiti tra l'altro "criminali e maestri di manipolazione". Marco Cappato, presente in aula, ha commentato "grazie a Giuseppe Rossodivita abbiamo ottenuto la conferma di un'importante riconoscimento: la diffamazione non è soltanto riferibile ai protagonisti diretti della vicenda -cioè Lipparini ed io- ma, nella persona di Marco Pannella, è riferibile all'intera storia radicale, cioè all'unico movimento politico che si è battuto per la legalità democratica, arrivando a presentare denuncie in tutte le Procure già dal 2000. Sul Piano politico, non possiamo che confermare la valutazione sull'illegalità delle istituzioni italiane e le conseguenze devastanti dei tempi della nostra "Giustizia": è infatti probabile che i procedimenti andranno in prescrizione e, sopratutto, il giudizio amministrativo è ancora pendente a 5 anni dalla nostra prima denuncia, con il risultato che Formigoni oggi vota per il nuovo Presidente della Repubblica e i Radicali sono stati, grazie all'impunità di quella truffa elettorale, cancellati dal Parlamento nazionale e dai Consigli regionali".© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati