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Camera: Ass. Coscioni "bene l'impegno M5S per calendarizzare una legge popolare al mese"

Radicali Italiani - Dom, 03/23/2014 - 17:36
22/03/14

Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni e del Comitato per l'Eutanasia legale

Il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio ha raccolto l'appello del comitato eutanasia legale e degli altri comitati promotori di leggi popolari affinché siano finalmente messe in discussione le decine di proposte di legge in attesa di essere esaminate. 

I Co-Presidenti dell'Associazione Luca Coscioni - Mina Welby, Michele De Luca, Gustavo Fraticelli - hanno risposto a Di Maio con una lettera che sarà pubblicata domani su "Il Manifesto" (preghiera di citare le fonte) e della quale pubblichiamo alcuni stralci: 

"Con Filomena Gallo e Marco Cappato -Segretario e Tesoriere dell'associazione Luca Coscioni- condividiamo innanzitutto l'approccio da Lei adottato di prescindere dal merito delle iniziative, e di considerare che "la politica e il Parlamento debbano garantire il diritto dei cittadini firmatari a veder discusse le proprie proposte". (...).  Condividiamo anche l'idea che si possa -e dunque si debba- fare subito qualcosa,  senza aspettare la modifica dei regolamenti parlamentari (...). La Sua idea di "proporre a tutte le forze politiche e alla Presidenza della Camera in occasione della prossima conferenza dei Capigruppo che venga calendarizzata una proposta di legge popolare al mese, seguendo l'ordine cronologico di presentazione" è per noi una ottima idea e proposta, alla quale diamo il nostro sostegno. Ci auguriamo che il Servizio pubblico per l'informazione radiotelevisiva, magari opportunamente sollecitato dalla Commissione di Vigilanza, possa contribuire a creare un confronto su questa proposta e sull'appello dei Comitati promotori.

 

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Cannabis, il governo cambia le tabelle ma conferma il divieto di coltivazione per la cannabis anche a scopi terapeutici

Radicali Italiani - Dom, 03/23/2014 - 17:35
23/03/14

color:#1A1A1A">Cappato, Gallo, Soldo: «Il Governo ha reintrodotto il divieto di coltivazione per la cannabis rimanendo nella contraddizione che vede da una parte una legge che consente l’uso del thc in terapia dal 2007, dall’altra un divieto a coltivare anche per scopi terapeutici». 

 

text-align:justify"> color:#1A1A1A">Solo due settimane fa noi insieme alle altre associazioni di malati che si occupano di cannabis terapeutica abbiamo festeggiato la decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese n.4 del 04 gennaio 2014, che disciplina le “Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. Quella abruzzese è al momento la legge più completa e avanzata in materia di cannabis terapeutica. Regolamenta tutto quanto concerne l’erogazione del farmaco e addirittura prevede la possibilità di avviare azioni sperimentali o progetti pilota di coltivazionedella cannabis, attraverso la stipula di convenzioni con altri «soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, a produrre medicinali cannabinoidi» (Art. 6, Legge regionale n.4/2014). Dunque, un ravvedimento quello del Governo? Un segnale di apertura? In realtà il motivo è statotecnico e molto interessante: l’unico punto su cui il Governo avrebbe potuto portare avanti il ricorso – appellandosi al divieto di coltivazione (art. 26 del T.U. 309/90) – riguardava proprio le disposizioni dell’articolo 6 del testo regionale abruzzese in merito alla possibilità di avviare delle coltivazioni a scopo terapeutico.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">L’ABROGAZIONE DEL DIVIETO DI COLTIVAZIONE – Uno degli effetti poco pubblicizzati, o nient’affatto pubblicizzati, del pronunciamento della Consulta sulla legge Fini-Giovanardi è stato, infatti, proprio quello dell’abrogazione del divieto di coltivazione. Rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti), ovvero quelli concernenti le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, la sentenza della Corte costituzionale ha inciso anche sull’abrogazione degli altri articoli che a queste tabelle facevano riferimento, e quindi anche sull’articolo 26 sul divieto di coltivazione. La deroga a un tale divieto era ammessa solo riguardo alle eccezioni costituite da coltivazioni avviate per scopi “scientifici, sperimentali o didattici”. Dunque nemmeno gli scopi terapeutici erano contemplati tra le eccezioni e l’iniziativa abruzzese avrebbe potuto essere passibile di ricorso. Avrebbe potuto sì, ma non nel vuoto aperto sentenza della Corte costituzionale. L’abrogazione di questo articolo ha aperto degli scenari inimmaginabili in Italia fino a poco fa.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">IL DECRETO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Dell’ampiezza di questi orizzonti si è accorto il Governo, che attraverso un decreto emanato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 marzo ha cercato di colmare tale vuoto e reintegrare alcuni aspetti della legge Fini-Giovanardi. Tale decreto ha formalmente abbandonato l’equiparazione tra droghe pesanti e cannabis, proponendone la collocazione in due tabelle distinte (le droghe pesanti nella tabella I e la cannabis in una tabella a sé stante, la tabella II), di fatto però continua ad accomunarle per quanto concerne i divieti. Il provvedimento, infatti ha ripristinato l’articolo 26sul divieto di coltivazione con riferimento sia alle sostanze contenute sia nella tabella I, che alla cannabis, senza alcuna eccezione per gli scopi terapeutici, e dunque riportando la situazione esattamente a quella che era prima del pronunciamento della Consulta.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">L’APPELLO – Ora il decreto ministeriale passerà alle Camere per la conversione in legge entro 60 giorni. L’esortazione che ci sentiamo di fare al Parlamento è quella di non ratificare questo testo e di opporsi al ripristino del divieto di coltivazione per la cannabis per uscire dalla contraddizione che vede da una parte una legge che consente l’uso del thc in terapia dal 2007, dall’altra un divieto a coltivare anche per scopi terapeutici. È questo il momento di fare un atto di responsabilità per permettere ai tanti malati che oggi si riforniscono al mercato nero di avere accesso in modo legale a questa terapia. Il modo più economico, più rapido e anche più ragionevole per farlo è quello di avviare delle coltivazioni in Italia, mantenendo un doppio binario: quello di coltivazioni controllate dal Governo, come chiede già il disegno di legge depositato dal senatore Luigi Manconi, che prevede l’avvio della produzione presso lo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze; e quello dell’auto-coltivazione da parte dei pazienti, come chiedono di poter fare associazioni come Lapiantiamo. In questi giorni di rielaborazione delle tabelle tutto questo diventa immediatamente realizzabile e non c’è più tempo da perdere.    Filomena Gallo, segretaria associazione Luca Coscioni Marco Cappato, tesoriere associazione Luca Coscioni Antonella Soldo, responsabile cannabis terapeutica associazione Luca Coscioni  

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Eutanasia: Di Maio (M5S) all'Ass. Coscioni "proporrò la calendarizzazione di una legge popolare al mese"

Radicali Italiani - Dom, 03/23/2014 - 17:31
22/03/14

Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni

  Il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio ha inviato una lettera all'Associazione Luca Coscioni (nelle persone dei Presidenti Welby, De Luca e Fraticelli, e della Presidente onoraria, Farina Coscioni) in risposta all'appello rivolto dall'associazione ai Parlamentari della Repubblica affinché deliberino con “la massima urgenza un programma di lavori straordinario per mettere in discussione entro il 2014 le leggi popolari vigenti":   Eccone un estratto della lettera, pubblicata oggi da "Il Manifesto": (...) Al di là del merito delle proposte di legge presentate, su cui possiamo anche essere in disaccordo, io credo fermamente che la politica e il Parlamento debbano garantire il diritto dei cittadini firmatari a veder discusse le proprie proposte, anche non aspettando necessariamente riforme del regolamento o nuove leggi che lo impongano. Prima di tutto deve esserci la sensibilità politica di tutte le parti nel garantire il diritto dei cittadini di veder discusse le proprie proposte, a maggior ragione perché questi strumenti di democrazia diretta furono istituiti proprio per permettere anche a chi non fosse presente in Parlamento di poter partecipare all’attività legislativa.  E’ proprio l’esperienza di quel primo V-Day che mi fa capire quanto disarmante possa essere il silenzio del Parlamento di fronte alle decine di migliaia di firme da voi regolarmente raccolte. Probabilmente la mia forza politica non sarebbe neanche nata se la proposta di legge “Parlamento pulito” fosse stata discussa in Parlamento. Non ci sarebbe stato nessun problema qualora fosse stata bocciata, ma almeno avremmo avuto una risposta. Un segno di vita. Tutto ciò per spiegare quanto io e il M5S – al di là del merito delle singole proposte – siamo vicini al tema sollevato dall’Associazione Coscioni. (...) Le spiego la mia idea. A proposito di sensibilità politica, ho intenzione di proporre a tutte le forze politiche e alla Presidente della Camera, in occasione della prossima conferenza dei capigruppo (in cui io siedo come Vice presidente della Camera), che venga calendarizzata una proposta di legge popolare al mese, seguendo l’ordine cronologico di presentazione. In particolare, insisterò affinchè questi provvedimenti vengano effettivamente discussi in Aula e perché siano esaminate le proposte sostenute di migliaia di cittadini italiani. (...)   [CLICCANDO QUI IL TESTO INTEGRALE]  

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Seminario per discutere su quanto è ancora possibile fare negli ultimi due anni prima del prossimo voto comunale a Milano.

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Si parte dal bilancio di quanto realizzato finora -sia nelle istituzioni che attraverso le iniziative popolari referendarie di "Milanosìmuove" e le delibere laiche di "Milano radicalMente nuova"- per poi affrontare i temi già all'ordine del giorno del Comune e gli altri da imporre all'attenzione della città. Si discute poi del rapporto politico con la Giunta Pisapia e gli altri centri di potere milanesi e lombardi anche in vista di Expo. Interviene Marco cappato
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Expo 2015: un'opportunità per l'Italia o solo un'altra "Milano da bere"?

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L'Expo 2015 è una grande opportunità per Milano e per l'Italia, ma a un anno dall'apertura molte promesse non sono state mantenute. I referendum cittadini promossi e vinti dal comitato "MilanoSìMuove" propongono e disegnano un futuro possibile e sostentibile per le strutture che resteranno doop la fine della manifestazione. Le infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri. L'inchiesta sula società "Infrastrutture Lombarde" e il sistema di potere di Comunione e Liberazione in Lombardia. Partecipano alla trasmissione Marco Cappato, consigliere comunale "Radicale-Federalista europeo" a Milano e Edoardo Croci, docente universitario, già assessore e presidente di "MilanoSìMuove"
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L'America Latina con Roberto Lovari

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A cura di Roberto Lovari
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Manifestazione del Nuovo Centrodestra

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Manifestazione organizzata dal Nuovo Centro Destra di Catania
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Il referendum sull'indipendenza del Veneto. Intervista a Alessio Morosin.

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L'avvocato Alessio Morosin commenta l'esito del referendum telematico e telefonico con cui l'89% degli oltre 2 milioni e 360 mila votanti si sono pronunciati a favore del'indipendenza del Veneto. Rispetto ai promotori dell'iniziativa il leader di "Indipendenza Veneta" ritiene però la consultazione un'utile "provocazione" dalla quale partire per giungere all'indipendenza attraverso gli strumenti del diritto internazionale.
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