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Unioni Civili. Certi Diritti: in commissione giustizia passa testo Cirinnà'. Adesso l'aula lavori per garantire un testo decente
"Con 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto è stato licenziato il testo base Cirinnà sulle unioni civili. Di sicuro non è il matrimonio per tutti né una riforma esaustiva del diritto di famiglia, che proprio nel 2015 compie i suoi 40 anni e quindi necessità di essere aggiornata, ma rappresenta comunque un primo passo avanti".
Così Yuri Guaiana, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, commenta il voto di oggi pomeriggio della in Commissione giustizia del Senato."A differenza della proposta di Forza Italia, il testo unificato della relatrice Monica Cirinnà riconosce molti diritti riconosciuti dal matrimonio, compresa la pensione di reversibilità, e mantiene il riconoscimento del secondo genitore, pur escludendo le adozioni. Resta in piedi, per ora, anche l'istituto della 'convivenza di fatto' per etero ed omosessuali", aggiunge Guaiana. "Il lavoro è ancora lungo e le forze parlamentari devono garantire un testo che non sia oggetto di compromessi con l'ala fondamentalista e clericale del Parlamento e che anzi superi alcuni aspetti critici. Noi dell'Associaizone Radicale Certi Diritti siamo a completa disposizione per confronti e suggerimenti nel corso della fase di emendamenti".
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Opg: A pochi giorni dalla scadenza del 31 marzo Regione Toscana ancora tace. Vergognosa mancanza di trasparenza
Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione radicale “Andrea Tamburi” di Firenze:
"Mancano ormai un pugno di giorni alla scadenza del 31 marzo, quando cioè gli internati degli Opg dovrebbero essere presi in carico dai Servizi sanitari regionali. Un pugno di giorni da quella che poteva diventare una data da ricordare. Per ora si sa poco o nulla e quel poco che sappiamo è ancora pieno di incertezze e ambiguità. La Regione Toscana, infatti, non si è ancora formalmente pronunciata su nulla".
"Sappiamo solo che, forse, una struttura provvisoria per accogliere gli internati sarà localizzata a Volterra e un’altra, sempre forse, a Firenze. Ma sappiamo anche che queste Strutture Intermedie Provvisorie hanno bisogno di tempo per adattare gli ambienti e assumere personale specializzato".
"Cosa succederà il 31 marzo? Dove saranno trasferiti momentaneamente gli internati degli Opg? E gli internati delle altre Regioni (ricordiamo che all’Opg di Montelupo sono internati anche sardi e liguri che, per legge, dovrebbero essere affidati ai SSR delle loro regioni)? Quale sarà il futuro degli operatori sanitari e del corpo di guardie penitenziarie che attualmente operano su Montelupo?".
"Insomma, a un pugno di giorni dal 31 marzo l’incertezza regna sovrana. E la Regione Toscana ancora tace. Noi radicali non staremo a guardare, annunciamo sin da ora mobilitazioni straordinarie per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa vergognosa mancanza di trasparenza".
Per informazioni contattare Maurizio Buzzegoli al 3382318159.
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Pillola 5 giorni dopo. Viale: Non è compito Aifa promuovere i farmaci più costosi
#AIFA perché senza ricetta solo #EllaOne e non #Norlevo e #Lonel? Silenzio assordante dell'Ordine dei Medici
Con un tweet il ginecologo torinese Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale del PD, chiede all'Aifa perché sia stata tolta la ricetta solo a EllaOne, la cosiddetta pillola dei cinque giorni, e non a Norlevo e Lonel,la cosiddetta pillola del giorno dopo, visto che le obiezioni contrarie verso Norlevo e Lonel sono minori di quelle verso EllaOne e in Europa da tempo non serve la ricetta per Norlevo e Lonel.
Silvio Viale, noto per le vicende della Ru486, va controcorrente e critica la decisione dell'Aifa per avere tolto la ricetta al prodotto più costiso e mantenuta per quello meno costoso. infatti EllaOne costa tre volte il Norlevo/Lonel.
Silvio Viale, chiede l'abolizione della ricetta per la contraccezione di emergenza, è stato per questo oggetto di un provvedimento disciplinare dall'Ordine dei Medici Oer averla prescritta davanti alle scuole e per strada.
Silvio Viale ha dichiarato: "Bene l'abolizione della ricetta per EllaOne, ma perché non per Norlevo e Lonel? Forse perché la ditta farmaceutica non è interessata a promuovere il prodotto meno costoso? Proprio per questo l'Aifa dovrebbe tutelare i pazienti e i consumatori, prendendo iniziativa propria e non subordinata all'industria farmaceutica.
Le problematiche dei due farmaci, ulipristal acetato e levonorgestrel, sono analoghe e entrambi sono senza ricetta nei paesi europei. Per entrambi la massima efficacia si ha entro le 24 ore, per cui bisognerebbe chiamarle la "pillola del subito dopo" ed evitare di attendere troppo per la somministrazione. Per questi motivi è un farmaco che deve essere disponibile subito, senza inutili ricette e percorsi ad ostacoli, lasciando ad ognuno le proprie valutazioni etiche. Stupisce quindi che l'Aifa non abbia tolto la ricetta anche ai due prodotti in uso dal 2001, perché non è compito dell'Aifa promuovere i prodotti più costosi".
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Dibattito sul libro: "Quaderno laico" di Guido Calogero (Liberilibri)
Condizioni inumane e degradanti nelle carceri calabresi, Candido: Presidente Oliverio istituisca subito garante regionale detenuti. C'è chi sconta una pena illegale
A chiedere con forza l'istituzione e la nomina del Garante dei Detenuti regionale, con un comunicato stampa, è l'esponente radicale Giuseppe Candido. Il senso del comunicato è che “non c'è tempo da perdere” perché “oltre a condizioni inumane e degradanti, oltre alle condizioni igienico sanitarie”, sostiene nel comunicato il radicale, “alcuni dei detenuti stanno dietro le sbarre per una legge dichiarata incostituzionale. Non solo la metà delle carceri calabre continuano a rimanere sovraffollate, non solo hanno pareti ammuffite, scarafaggi e, pure in Calabria, i detenuti patiscono l'assenza di lavoro che non li rieduca e di personale che possa consentire loro le ore di passeggio e socializzazione. Condizioni inumane e degradanti anche per chi in carcere lavora, agenti, educatori e direttori. Nella triste fotografia pubblicata nel rapporto “Oltre i tre metri quadri” curato dall'associazione Antigone ma fondato sui dati pubblicati dal Ministero della Giustizia," – continua Candido nella nota – “emerge una realtà calabrese desolante: ben sei, di dodici istituti di pena, permangono in condizioni di sovraffollamento, e anche quelle meno affollate soffrono gravi carenze igieniche. Una situazione che come Radicali abbiamo sempre denunciato dopo ogni nostra visita condotta nelle carceri. Senza dimenticare quanto denunciato dal Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario lo scorso 15 gennaio che ha parlato, letteralmente, di gravi condizioni igienico sanitarie in cui tutti gli istituti di pena calabresi versano. Il presidente Mario Oliverio,” - scrive ancora Candido - “in attesa che il Parlamento almeno discuta un provvedimento di amnistia e indulto così come aveva indicato chiarissimamente nel messaggio inviato alla Camere nell'ottobre 2013 l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha un grandissimo potere: quello di istituire subito il Garante regionale delle persone private della libertà personale”.
Poi la nota prosegue ricordando la lotta nonviolente per chiedere un provvedimento di amnistia e indulto. “Rita Bernardini,” - si legge nella nota “segretaria dei Radicali, è in sciopero della fame da 10 marzo proprio per ricordare quel messaggio di Napolitano che, come Radicali, abbiamo fatto nostro manifesto politico a rilanciare in ogni luogo e che, appunto, sollevava l'obbligo giuridico (oltreché morale) di far cessare subito le condizioni inumane e degradanti che la sentenza Torreggiani della CEDU aveva sanzionato come strutturali e sistematiche e che, come dimostra la recentissima sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Firenze che ha scarcerato e risarcito un detenuto per aver patito una detenzione inumana e degradante nell'Istituto di pena di Sollicciano, spesso continuano a permanere. Quel giudice ha scarcerato il detenuto non solo in base al minimo (violato) dei tre metri quadri che un detenuto ha il diritto umano ad avere, ma anche (e forse sarebbe da dire soprattutto) in relazione alle condizioni strutturali del carcere: muffa alle pareti, scarafaggi e ragni nelle celle, mancanza d'acqua calda. Condizioni che anche nelle carceri calabresi ricorrono dappertutto. Non sono occasionali, ma, come il sovraffollamento, sono pure loro strutturali e sistemiche. Il Garante Regionale dei detenuti, in attesa di un provvedimento di amnistia e indulto, consentirebbe quantomeno di far emergere i casi più eclatanti che pure esistono in Calabria anche per come dimostrato nelle numerose visite, fatte anche a Capodanno, come da consuetudine del partito radicale. Olivero, su questo, potrebbe marcare la differenza. Ma c'è un altro aspetto che dovrebbe invitare a considerare, con maggior ragione, la necessità urgente del Garante: anche nelle carceri, e magari in condizioni inumane e degradanti, oggi c'è pure chi sconta una pena illegale di fatto illegale perché irrorata in base a una legge dichiarata incostituzionale: la Fini-Giovanardi. Una legge dichiarata incostituzionale dalla suprema Corte nel febbraio 2014 e, adesso, con la sentenza n°22621 del 26 febbraio scorso, la Cassazione ha ribadito la necessità di “rideterminare” (a ribasso) tutte le pene riguardanti le così dette droghe leggere. È la stessa Cassazione che sembra ricordare al legislatore, magari nelle more di un'amnistia specifica e mirata, che nelle carceri ci sono persone sottoposte, di fatto, ad una pena illegale”.
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