Politica
Ecoradicali - Associazione Radicale Ecologista compie due anni
Il prossimo 8 marzo, Ecoradicali - Associazione Radicale Ecologista compie due anni.
Vogliamo festeggiare questo traguardo insieme a tutti voi, dedicando la giornata alla nostra grande compagna Adele Faccio.
Partigiana, femminista, radicale, Adele Faccio è conosciuta soprattutto per il suo impegno politico in favore dei diritti civili: legge su aborto, libertà sessuale, autodeterminazione delle donne.
Ma Adele Faccio è stata anche una grande pioniera dell'ecologia e della liberazione animale.
Fondatrice nel 1988 della AREA (Associazione Radicale EcoAnimalista) è stata una delle protagoniste della battaglia contro la caccia e la vivisezione.
Insieme ad Aurelio Peccei, è stata una delle figure politiche che, prima fra tutte, si è battuta per una politica della sostenibilità e giustizia ambientale che riconoscesse i limiti ecologici del pianeta e il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi.
Con l'iniziativa dell'8 marzo porremo l'accento soprattutto all'impegno ecologista di Adele Faccio e l'inscindibile legame tra diritti e ambiente.
L'incontro però non sarà una celebrazione del passato. Partiremo con un'introduzione storica curata da Alessandro MASSARI alla quale seguirà un ricordo di Saro PETTINATO, Geppi RIPPA, Edo RONCHI, Sergio ROVASIO, per arrivare, attraverso interventi tematici, all'attualità del pensiero e dell'azione di Adele Faccio che, l'otto marzo 2013, a sei anni di distanza dalla sua scomparsa, abbiamo voluto riprendere e rilanciare attraverso la costituzione di EcoRadicali.
Gli interventi tematici a seguire proporranno un parallelo tra le tematiche dell'AREA, l'Associazione Radicale EcoAnimalista fondata nell'88 da Adele Faccio e le principali iniziative dell'Associazione Radicale Ecologista:
Giovanna CASALINI Oltre il consumismo. Ecologia dei diritti, diritti per l'ecologia.
Marco SERVENTI Dall'agricoltura biocida all'agricoltura per la vita.
Carlo TRIARICO Per un nuovo modello agricolo
Cristiana MANCINELLI SCOTTI Suolo, pelle del pianeta
Simone LELLI Le esternalità negative della zootecnia: aiuti alle stalle, impatti alle stelle
Fabrizio CIANCI Fare pace con la Terra
Una vita per la politica, una politica per la vita.
DA ADELE FACCIO AGLI ECORADICALI
ROMA, 8 marzo, ore 11.30
Via Giolitti, 231
Conferma la tua partecipazione
via email: info@ecoradicali.it
Evento Facebook
"Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso" (Gandhi)
Iscriviti anche tu: più siamo più possiamo fare!
LECCIO: 20 euro
ROBINIA: 35 euro
BAOBAB: 50 euro
SEQUOIA: 100 euro
Puoi iscriverti anche online
tramite PayPal
tramite bonifico bancario: IT55C0200805235000401381886
Inserire nella causale ISCRIZIONE ECORADICALI 2015. Una volta iscritto, ricordati di comunicarcelo tramite il modulo contatti
Arrivederci a domenica 8 Marzo, ore 11.30
info@ecoradicali.it
348.9255296 (Fabrizio Cianci)
Referendum comunali Torino: Consiglio comunale approva mozione per voto elettronico dopo aver negato il diritto ai cittadini di esprimersi. Gruppo consiliare Pd porta intera responsabilità misfatto
Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Ieri il gruppo consiliare del Pd ha inferto l'ultimo colpo mortale al progetto referendario “Torino si muove”, che prevedeva sei referendum comunali consultivi: quattro quesiti (sull'ampiezza della città metropolitana, sulla legalizzazione della prostituzione, su politiche di riduzione del danno in tema di tossicodipendenze e sulla ruota panoramica) erano già stati fatti fuori nelle commissioni consiliari, con la scusa che riguardavano leggi nazionali (… ma ai cittadini si chiedeva semplicemente un parere su questioni che riguardano la vita della città ); gli ultimi due (“road pricing” e “consumo di suolo”) sono stati fatti fuori ieri con due votazioni in cui il gruppo consiliare del Pd (12 consiglieri, con in più la “pecora nera”, il radicale Silvio Viale, promotore dei referendum con i consiglieri Dario Troiano dei Moderati e Vittorio Bertola del M5S), votando compatto per il NO, è stato determinante per la loro bocciatura.
Ciliegina sulla torta: ieri il Consiglio comunale ha votato una mozione a favore del voto elettronico sui referendum. Potevano risparmiarsela, visto che il voto di ieri ha dimostrato che a Torino è in vigore la proibizione dei referendum. Per il capogruppo Pd Michele Paolino e i suoi colleghi vale un unico comandamento: cittadini, non disturbate gli abitanti del Palazzo!
Conferenza stampa sul tema: "Referendum ambientali: gli impegni non rispettati"
Russia, twitter bombing radicale: Renzi chieda a Putin rilascio prigionieri politici - @matteorenzi #freesavchenko
In occasione del viaggio ufficiale di Matteo Renzi in Russia e del suo incontro con il presidente Vladimir Putin, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta ha lanciato per oggi un “twitter bombing” per chiedere al primo ministro italiano di sollecitare la liberazione di Nadiya Savchenko e di tutti i prigionieri politici, così come richiesto dagli accordi di Minsk, e per ricordare Boris Nemtsov e tutte le vittime degli omicidi politici in Russia.
Dai loro account Twitter i militanti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta lanceranno centinaia di tweet rivolti al presidente Renzi per sollecitare il rispetto dei diritti umani e civili in Russia.
Alcuni dei tweet consigliati:
#Mosca, @matteorenzi da #Putin #FreeSavchenko e libertà per tutti i prigionieri politici in #Russia
#Mosca, @matteorenzi da #Putin ricordi #Nemtsov e tutte le vittime degli omicidi politici in #Russia
#Mosca, @matteorenzi da #Putin ricordi omicidi politici anche italiani #AndreaTamburi #AntonioRusso #radicali
Nadiya Savchenko, pilota ed ex ufficiale dell'esercito ucraino, catturata nel giugno 2014 dai ribelli filorussi del Donbass, ingiustamente accusata dell'omicidio di due giornalisti – la sua cattura è precedente alla loro uccisione –, attualmente detenuta nelle carceri russe; eletta nel parlamento del suo Paese a novembre 2014, è membro della delegazione ucraina all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa; è in sciopero della fame dal 13 dicembre 2014. Il 2 marzo il presidente ucraino, Petro Poroshenko, le ha assegnato il titolo di "Eroe dell'Ucraina”, il più alto riconoscimento del Paese.
Boris Nemtsov, leader dell’opposizione ucciso il 27 febbraio, nei pressi del Cremlino, poche ore dopo il suo appello a partecipare alla manifestazione organizzata per il primo marzo contro la guerra d’aggressione in Ucraina portata avanti da Putin.
Carceri. Flaibani nominata garante comunale a Vercelli. Boni e Manfredi: giusto riconoscimento a impegno ventennale. Occorre creare rete di garanti comunali che lavori in sinergia con il garante regionale.
Lo scorso 23 febbraio il sindaco di Vercelli, Maura Forte, ha nominato per la prima volta nella storia del Comune il “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”, nella persona di Roswitha Flaibani, militante storica radicale a Vercelli. La carica di garante non è retribuita.
Fin dagli anni '90 del secolo scorso, Roswitha Flaibani ha seguito la vita della Casa Circondariale di Vercelli, collaborando sia con i vari Direttori succedutisi sia con l'area Educativa dell'Istituto, al fine di instaurare un rapporto costante tra la struttura e il territorio. Dal 1999 ha compiuto visite ispettive nel carcere di Vercelli, accompagnando parlamentari e consiglieri regionali; in tal contesto, negli anni 2009, 2010 e 2011 ha organizzato a Vercelli l'iniziativa nazionale di Radicali Italiani “Ferragosto in carcere”.
Roswitha Flaibani è stata membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani. Dal 2005 al 2011 è stata consigliere comunale a Prarolo (VC). E' attualmente iscritta all'Associazione radicale Adelaide Aglietta.
Igor Boni e Giulio Manfredi (presidente e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Chi conosce Roswitha Flaibani sa che il sindaco di Vercelli ha fatto la cosa giusta; da decenni, su Vercelli, abbiamo sempre potuto contare sul suo impegno a sostegno dei diritti dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria; un impegno, vale la pena ricordarlo, da sempre non retribuito, come non retribuita sarà questa carica. Oggi, finalmente, questo impegno ha ottenuto un giusto e opportuno riconoscimento pubblico; siamo sicuri che Roswitha cercherà di dare ancora di più del tanto che ha già dato in questi anni.
Ringraziamo il sindaco Forte sia per aver istituito il Garante sia per la volontà manifestata di visitare quanto prima il carcere. Vercelli è la quarta città in Piemonte ad aver istituito la figura del garante comunale (dopo Torino, Ivrea e Asti). Sarebbe importante che ciascuna delle 12 città piemontesi sede di carcere riuscisse a nominare un garante comunale capace e determinato come Roswitha Flaibani, per creare una rete regionale di garanti in grado di scambiarsi informazioni e di lavorare in sinergia con il garante regionale”.
http://www.cr.piemonte.it/cms/organismi/garante-detenuti/garanti-in-piemonte.html
http://www.cr.piemonte.it/cms/organismi/garante-detenuti/carceri-in-piemonte.html
Seminario dal titolo: "Libia: intervento o mediazione?"
Commissione Finanze e tesoro del Senato
Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera
Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Pena di morte: la Corte Suprema Usa sospende esecuzioni in Georgia e in Oklahoma a causa dei farmaci utilizzati nei cocktail letali: intervista a Sergio D'Elia
Amnistia: una ragione di più - di Rita Bernardini
Articolo pubblicato il 4 marzo 2015 sul quotidiano Il Garantista:
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione tornano a pronunciarsi sulla legge Fini-Giovanardi dopo la dichiarazione di incostituzionalità sancita dalla Consulta il 25 febbraio dello scorso anno
Con la sentenza n. 22621 dello scorso 26 febbraio, la suprema Corte ribadisce che le pene riguardanti le cosiddette “droghe leggere” devono essere rideterminate al ribasso essendo il nostro ordinamento tornato al regime sanzionatorio pre-Fini/Giovanardi, cioè alla legge Iervolino/Vassalli così come modificata dal referendum radicale del 1993 che sancì la non punibilità dei consumatori di sostanze stupefacenti. Con questa seconda pronuncia (lo aveva già fatto il 29 maggio 2014), la Cassazione sembra ammonire il legislatore – il quale finora, nonostante sia passato oltre un anno, si è ben guardato dall’intervenire - del rischio più che probabile che in carcere continuino a starci o a finirci persone sottoposte ad una pena “illegale”; con il regime sanzionatorio previsto negli 8 anni di vigenza della malfamata legge Fini-Giovanardi, infatti, gli spacciatori di cannabis o altre sostanze stupefacenti leggere (equiparate allora a quelle pesanti) venivano sottoposti a limiti edittali che andavano da un minimo di 6 anni ad un massimo di 20, mentre oggi, a seguito della dichiarazione di incostituzionalità, la “forbice” va da 2 a 6 anni: una bella differenza, non c’è che dire!
L’ingorgo di una giustizia, quella italiana, fra le più lente al mondo, diverrà ancor di più insostenibile se continueranno ad aumentare a dismisura i carichi dei giudici ordinari che dovranno affrontare i procedimenti camerali attraverso i quali si dovrà “ricalcolare” al ribasso la pena di migliaia e migliaia di detenuti. Nel maggio dello scorso anno, la Dott.ssa Nunzia Gatto (Procuratore generale aggiunto che coordina i magistrati dell'esecuzione penale) aveva già detto con esemplare chiarezza che occorresse “seguire la linea più volte indicata dal presidente della Repubblica per alleggerire il sovraffollamento carcerario: amnistia e indulto. In quel modo - precisava - per noi sarebbe stato possibile applicare automaticamente il condono ai detenuti che ne avessero avuto diritto. Così invece il giudice dovrà rideterminare ogni singola sanzione attraverso un incidente di esecuzione alla presenza delle parti. Sarà tutto più lento e complicato”. Lentezze e complicazioni che – aggiungiamo noi – mettono il nostro Paese nella condizione non proprio invidiabile (umiliante, direbbe Giorgio Napolitano) di reiterare comportamenti sistematicamente condannati dalla Corte EDU sia sotto il profilo dell’irragionevole durata dei processi, sia sotto quello di una pena costituzionalmente illegittima essendo i principi scritti nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo direttamente vincolanti per l’Italia.
Oltre a tutte quelle magistralmente enunciate nel messaggio presidenziale di Giorgio Napolitano alle Camere, che noi radicali abbiamo fatto nostro nella sua interezza, oggi “c’è una ragione di più” per rendere obbligato un provvedimento completo, articolato e ragionato di amnistia e indulto. La ragione sta tutta nel tempo che passa in attesa che il legislatore si decida a mettere mano, con riforme adeguate e non più rinviabili, al disastrato settore della “giustizia” nostrana. Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013, il Presidente Emerito avvertiva il Parlamento che le necessarie riforme da lui stesso indicate - e riguardanti soprattutto leggi di decarcerizzazione e di depenalizzazione - apparivano parziali, “in quanto avrebbero inciso “verosimilmente pro futuro” e non avrebbero consentito “di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea.”
Possibile che il fattore “tempo” ce lo debba ricordare ancora una volta il corpo di Pannella, prosciugato dall’ennesimo sciopero della fame e della sete?
Istituzioni serie – che abbiano a cuore lo Stato di diritto e quindi la legalità della giustizia e della pena - dovrebbero immediatamente attivarsi per dare alla luce quanto previsto dall’art. 79 della Costituzione e cioè un’amnistia che, liberando le scrivanie dei magistrati consentirebbe di indirizzare maggiori forze a perseguire i reati gravi, e un indulto che farebbe uscire dal carcere coloro che devono scontare gli ultimi due o tre anni di detenzione fra i quali – certamente - le migliaia di reclusi vittime dell’”ex” legge Fini-Giovanardi.