Politica
Intervista a Shorsh Surme, giornaliusta curdo iracheno, in collegamento da Erbil
Droghe/Radicali: Governo non ha presentato in Parlamento relazione annuale. Non e’ l’unica inadempienza di Renzi. Aspettiamo risposta da giugno.
Dichiarazione di Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione RI):
Matteo Renzi, che non ha assegnato finora a nessuno le deleghe sulle politiche sulle dipendenze, avrebbe dovuto presentare in Parlamento la Relazione Annuale su tali politiche entro il 30 giugno scorso, ai sensi dell’art. 131 del DPR 309/90 (Testo Unico leggi sugli stupefacenti). Non lo ha fatto. Si vocifera dell’imminente sostituzione a capo del Dipartimento Politiche Antidroga del non rimpianto Dr. Giovanni Serpelloni con la Dr.ssa Patrizia De Rose, ma nulla è stato ancora deciso o, almeno, comunicato ufficialmente ai cittadini. In occasione della Giornata Mondiale sulla Droga del 26 giugno scorso, avevamo inviato una lettera aperta al Premier Renzi e ai Ministri Orlando e Lorenzin segnalando loro: il mancato recepimento nel sito normattiva.it dell’abrogazione della sedicente legge “Fini-Giovanardi”; la necessità ed urgenza di organizzare entro fine anno la sesta conferenza nazionale sulla Droga (sempre il DPR 309/90, all’art. 1, prevede la conferenza ogni tre anni, l’ultima è stata nel 2009); la situazione di stallo esistente al Dipartimento Politiche Antidroga. Evidentemente nemmeno la buona educazione trova posto a Palazzo Chigi, visto che dopo due mesi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Tutto ciò premesso, è del tutto evidente che la materia delle dipendenze è l’ultima preoccupazione di questo Governo. Non vorremmo che si passasse dall’attivismo meramente propagandistico e tecnocratico del duo Giovanardi/Serpelloni alla bonaccia renziana, all’andare avanti giorno per giorno senza alcun serio dibattito sul fallimento delle politiche proibizioniste e sul loro auspicabile superamento.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato
Notiziario del mattino
Rassegna di Geopolitica. Consigli per gli italiani che scappano all'estero - a cura di Lorenzzo Rendi
Zitti zitti si stanno pappando la città metropolitana: l'iniziativa di Marco Cappato - Gruppo Radicale Federalista europeo - e dell'Ass. Enzo Tortora Radicali Milano
Il messaggio di Marco Cappato per l’invito all’appuntamento del 29 agosto:
All'attenzione dei consiglieri che ci hanno risposto manifestando interesse per la lista civica
Care Consigliere e cari Consiglieri,
come alcuni di voi già sanno, l'impegno che stiamo portando avanti (assieme a Edoardo Croci e Enrico Fedrighini) per la creazione di una Lista civica alle elezioni per il Consiglio della Città metropolitana si è unito con quello di altre personalità e gruppi che stavano lavorando allo stesso obiettivo.
Di seguito, trovate un invito per un appuntamento a Cinisello Balsamo per venerdì 29 agosto p.v. e, in allegato, un documento che esprime il progetto aggiornato a seguito dei nuovi contributi e proposte.
Vi prego di farmi avere commenti ed impressioni, e di aggiornarmi sulle disponibilità alla sottoscrizione e/o alla candidatura sia da parte vostra che di altri Consiglieri di vostra conoscenza. Il tempo rimasto è poco, ma le decine di risposte positive ottenute finora ci dicono che è possibile farcela.
A presto,
Marco Cappato
L'invito all'appuntamento del 29 agosto
Caro Sindaco,
Caro Consigliere, Cara Consigliera
Settembre vedrà tutti noi impegnati nel percorso che porterà all'istituzione della Città Metropolitana.
Come sicuramente saprai, uno dei passaggi più importanti è l'elezione del Consiglio Metropolitano, composto da 24 membri eletti con voto ponderale da sindaci e consiglieri di tutti i Comuni della Provincia.
I partiti principali si stanno preparando, da soli o in coalizione, a presentare liste con una forte caratterizzazione partitica.
Noi riteniamo, invece, che quella che si sta aprendo sia una fase costituente, e che nel prossimo Consiglio Metropolitano debbano trovare rappresentanza non solo i soggetti politici, ma anche e soprattutto i rappresentanti della cultura municipale, espressione delle diverse realtà territoriali.
Come?
Presentando una lista civica, aperta, che possa eleggere nel prossimo Consiglio Metropolitano uomini e donne che condividono la medesima visione sul futuro del nuovo ente territoriale.
E con ciò portando su questi temi il dibattito pubblico, perché è impensabile che il processo di costruzione della Città Metropolitana si riduca ad un passaggio tecnico e burocratico.
La lista si chiamerà "Costituente e Partecipazione".
Il nostro programma, a livello preliminare, è illustrato nel documento che troverai in allegato.
Si tratta di un documento ancora "aperto", che dovremo integrare, tutti insieme, con proposte più puntuali e precise.
Ma rende l'idea di quella visione del nuovo ente che già in molti condividiamo.
Questo progetto, infatti, ha già trovato numerose adesioni, in Comuni quali Arluno, Baranzate, Carugate, Casorezzo, Cassano d'Adda, Cassina de' Pecchi, Cassinetta di Lugagnano, Cologno Monzese, Cusago, Gaggiano, Gorgonzola, Grezzago, Lainate, Marcallo con Casone, Milano, Opera, Paderno Dugnano, Pero, Pioltello, Pregnana Milanese, Rescaldina, Segrate, Settala, Vermezzo, Vimodrone, Vizzolo Predabissi.
Il tuo contributo di idee e proposte è importante.
Ma dobbiamo stringere i tempi: la scadenza per la presentazione della lista è stata fissata al 7 Settembre prossimo.
Per questo ti aspettiamo
Venerdì 29 Agosto, alle ore 21,
a Villa Ghirlanda,
in Via Frova, 10 a Cinisello Balsamo.
Nel caso non possa essere presente, ma questo progetto trovi comunque il tuo interesse, inviaci una mail di risposta.
Ti inseriremo nella nostra mailing list, e ti aggiorneremo sui prossimi passaggi, politici e organizzativi.
Cordialmente,
per la Lista Civica "Costituente e Partecipazione"
il Comitato Promotore
P.S. Ad oggi hanno dichiarato il loro sostegno all'iniziativa: Milena Bertani, Roberto Biscardini, Marco Cappato, Fiorello Cortiana, Edoardo Croci, Enrico Fedrighini, Luciano Valaguzza, Enrico Zonca.
Dichiarazione di Claudio Barazzetta, Segretario dell'associazione Enzo Tortora - Radicali Milano, Marco Cappato, Consigliere radicale presidente del Gruppo Radicale-federalista europeo al Comune di Milano, Valerio Federico, Tesoriere di Radicali italiani del 17 luglio 2014:
Anche se nessuno te lo dice, il 28 settembre si terranno le elezioni per la Città metropolitana di Milano. È una nuova istituzione che comprende i 134 Comuni della provincia di Milano e che avrà il potere di decidere sul territorio, i trasporti, l'ambiente, i servizi al cittadino.
Non voterai tu, ma i circa 2.000 Consiglieri dei 134 Comuni.
Sono elezioni senza regole, senza programmi, senza campagna elettorale: elezioni fatte dai partiti apposta per i partiti.
Noi abbiamo una proposta diversa: fare della Città metropolitana il luogo della difesa del territorio, della qualità della vita e della democrazia diretta.
Per questo ci rivolgiamo a tutti i Consiglieri comunali che vogliono disobbedire agli ordini di scuderia dei partiti. A loro proponiamo di presentare una "Lista civica Ambiente & Referendum per la Grande Milano", proposta assieme ai referendari Edoardo Croci ed Enrico Fedrighini.
A te, e a tutti i cittadini, chiediamo di aiutarci a scovarli. Ne servono oltre 100 per presentare la Lista civica.
Cosa puoi fare per dare una mano?
1) aderire al progetto lasciandoci i tuoi dati (mandando una mail a questo indirizzo: claudio.barazzetta@gmail.com) 2) inviarci i tuoi suggerimenti e proposte per la grande Milano 3) contattare Consiglieri comunali del tuo Comune.
Fatti vivo e ti spiegheremo come.
Contatti di riferimento: 392.9727566 -claudio.barazzetta@gmail.com
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AttachmentSize Lista civica Costituente per la partecipazione.pdf1.47 MBComizio di Marco Pannella per i cittadini abruzzesi
"La peste ecologica e il caso Calabria" di Giuseppe Candido: l'introduzione di Rita Bernardini e Marco Pannella e la nota di Paolo Farina e Valerio Federico
L’introduzione di Rita Bernardini e Marco Pannella
Con il suo bel libro Giuseppe Candido presenta al lettore una seria e documentata proposta che, affondando le sue radici nello specifico calabro, rafforza la complessiva urgenza nazionale (e non solo!) di contrastare i connotati illiberali e ormai anti-democratici dello Stato italiano –renziano– arroccato in accanita difesa proprio di ciò che è oggetto, da decenni, delle massime imputazioni e condanne delle giurisdizioni europee. Imputazioni e condanne seriali richiamate dal “Massimo Magistrato” italiano, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il suo messaggio costituzionale alle Camere, una straordinaria testimonianza, completa di “obblighi” e di proposte indirizzate al nostro Paese e, non a caso, trattata in modo indegno dal Parlamento, suo naturale destinatario.
Gli “obblighi” che l’Italia disattende, e che derivano anche dal Diritto comunitario da anni costituzionalizzato, riguardano altresì – in grandissima parte – l’ambiente sfregiato dei nostri territori. Grazie alla visione transnazionale del Partito Radicale, questi “obblighi” verso l’ambiente non hanno confini e ci costringono a farcene carico, studiandolo per ciò che è: una “funzione” vitale del pianeta, che nessuno può permettersi di sacrificare.
Citando Aldo Loris Rossi, Marco Pannella lo ripete in modo assillante: “Il genere umano ci ha messo due milioni di anni per arrivare – nel 1830 – al primo miliardo; cento anni per arrivare al secondo, 30 per il terzo, 15 per il quarto, 13 per il quinto, 12 per il sesto, e ancora 13 anni per il settimo miliardo.
Mentre scrivo, un sito internet (http://www.worldometers.info) ci conta e censisce, a noi umani, in tempo reale. Girando vorticosamente, ci informa che in questo preciso istante siamo 7 miliardi 243 milioni 471.433 e che fino a questo momento in questa giornata sono nate 328.443 persone e ne sono morte 135.528. Molto probabilmente questo contatore, grazie a un’elaborata formula matematica, ci azzecca. Non dico all’unità, ma quasi. E allora mi chiedo se nell’implacabile calcolo offertoci in diretta ci siano già finiti i morti di cui ho avuto notizia poco fa: due detenuti suicidati; un altro, morto per malattia incompatibile con lo stato di detenzione, mentre – infine – un agente di polizia penitenziaria di 42 anni e un suo amico sono morti per overdose di eroina.
Certamente, nel contatore sono finiti i morti che ci segnala Giuseppe Candido: morti per alluvione, frane, tumori causati dai rifiuti tossici o dai veleni industriali o per micidiali concessioni edilizie rilasciate senza rispetto delle leggi. Ci sono anche i morti censiti dai libri di Maurizio Bolognetti e Massimiliano Iervolino. Via via, il contatore ingloberà anche i morti delle analoghe stragi, che fin da oggi si possono tranquillamente prevedere senza che nulla venga fatto per fermarle nonostante le denunce e le soluzioni prospettate da quella che Pannella definisce “letteratura militante”.
Se puntiamo l’implacabile strumento su questo o quello dei continenti del pianeta, osserveremo che la velocità del fenomeno varia: sarà molto più lento in Europa, più veloce nell’America del sud, velocissimo in Africa o in Asia. Ma quel che è certo è che il dilagante aumento della popolazione mondiale sta facendo crescere il consumo dei suoli, dell’acqua e di energia, per sopperire a esigenze non solo alimentari in crescita esponenziale. Fulco Pratesi ci spiattella un altro ferma-immagine impressionante: visto che siamo oltre 7 miliardi e 200 milioni, ciascuno di noi umani ha a disposizione – contando anche luoghi invivibili come deserti, ghiacciai, montagne – poco più di due ettari a testa, corrispondenti a quattro campi di pallone. Se però prendiamo in considerazione le sole terre arabili, ogni umano ha a disposizione meno della metà (il 40%) di un solo campo di pallone. Ma i Paesi ricchi, in primis la Cina, si stanno muovendo da anni per acquistare e occupare terreni nel sud del mondo, in particolare in Africa: dovendo prevedere necessità energetiche e alimentari che, con il consumo e distruzione dell’ambiente in casa loro, rischiano di non poter più affrontare e governare, si recano altrove per continuare a consumare (e distruggere) suolo e risorse.
Da una parte quel contatore corre veloce, ammonendoci che la crescita vertiginosa della popolazione mondiale è insostenibile; dall’altra ci segnala anche morti – troppo spesso vere e proprie stragi – che potrebbero essere evitate se solo si rispettasse la legalità democratica, dove c’è. Dove non c’è, dovrebbe essere urgenza impellente di tutti i paesi democratici, di ciascun democratico, promuoverla e instaurarla.
Quel che il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito sta cercando di promuovere da più di vent’anni (con solide radici nel passato) è che nessun fenomeno del nostro tempo può essere più governato con una visione localistica e dunque occorrono istituzioni transnazionali democratiche per affrontare il futuro. Futuro che è destinato a divenire un incubo se si considera quanto straordinariamente spiegato nel documento politico, coordinato dal Prof. Aldo Loris Rossi, che il Partito Radicale ha presentato all’ONU in occasione del World Urban Forum 6 svoltosi a Napoli dall’1 al 7 settembre 2012: “dal dopoguerra – così esordisce e successivamente documenta – la terza rivoluzione industriale fondata sull’energia atomica, l’automazione, l’informatica, ha ristrutturato l’intero ciclo produttivo in senso post-fordista e spinto impetuosamente verso la globalizzazione, l’economia consumista e le megalopoli,provocando la più grande espansione demografica e urbana della storia”.
Anche se l’idea dello sfruttamento illimitato delle risorse è il modello di sviluppo oggi considerato normale, occorre tentare di sventare il conseguente ecocidio planetario, come si deve fare con una persona che si sta per suicidare. Impossibile? «Non è perché le cose sono difficili che noi non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili»: questo ci dice Aldo Loris Rossi, citando Seneca. E la sostanza di questa verità ci dice – con tutta la sua vita di dialogo nonviolento -Marco Pannella.
Di fronte alla bomba demografica, che va governata così come va governato il consumo dissennato di terra, acqua, aria, occorre concepire con amore il nuovo possibile. Per questo il Partito Radicale – con i suoi connotati di nonviolenza, transnazionalità e transpartiticità – cerca il dialogo: anche e soprattutto con i “lontani”, come i cinesi tra gli altri. Perché sa come sia un’illusione il chiudersi nelle proprie mura nazionali e pensare di risolvere i problemi nell’egoismo isolazionista. I nazionalismi sono un cancro che uccide, ed è necessario contrapporgli la concezione di istituzioni federaliste, autonome e democratiche, che abbiano come regola etica il rispetto dei Diritti Umani fondamentali consacrati nella Dichiarazione Universale dell’ONU.
Dal transazionale si passerà poi, con una logica conseguente, al locale, ai “casi” Campania, Basilicata, Roma, fatti emergere dalla letteratura e dall’evidenza di compagni radicali che da sempre, in tutti i campi, producono letteratura ed evidenza del dissesto, innanzitutto democratico, che sta avvenendo nei loro paesi, nel nostro Paese.
Il libro di Giuseppe Candido è un altro bel tentativo, che partendo dalla realtà calabrese fornisce elementi di verità e di conoscenza per cambiare rotta in Italia, e non solo.
La “pillola” di un “ambientalista” di Paolo Farina e Valerio Federico
Questo poderoso volume, frutto dell’ammirevole lavoro di Giuseppe Candido, ci lascia spiazzati davanti alla conclamata e quasi scientifica devastazione di un territorio nonché alle cause e ragioni (o S-ragioni) che hanno portato a questa distruzione di un patrimonio naturale, umano e civile. Quanto accaduto, capace di segnare indelebilmente i territori coinvolti e l’Italia in generale, non può non essere che l’esito dell’azione e della non azione delle maggioranze e delle opposizioni che hanno governato questa parte del Paese. Il prodotto della contemporanea inadempienza dei governanti e dei cosiddetti oppositori. Inadempienti rispetto al patto sociale che le forze politiche stipulano “naturalmente” con i cittadini. Si tratta davvero, e bene ha fatto Candido a stigmatizzarlo già nel titolo del libro, di una “peste”, che distribuisce i suoi sintomi, i suoi effetti, in modo ramificato e distrugge oltre all’ambiente naturale anche i più diversi aspetti che regolano il diritto alla libertà, alla giustizia e alla conoscenza di una o più comunità umane. Il lavoro serio e scrupoloso, oltreché documentato, di Candido ha il pregio di fornire un contributo tanto scientifico quanto divulgativo. Scritto da un Geologo, ovvero da uno scienziato, e non semplicemente da un pur bravo giornalista d’inchiesta. Un Geologo, appunto.
Nella migliore delle semplificazioni oggi i geologi vengono definiti genericamente “ambientalisti” nel senso più negletto del termine. Spesso, attraverso uno scientifico lavoro di disinformazione e mistificazione, essi vengono privati del loro contributo dal carattere scientifico attribuendogli una fastidiosa etichetta di “ambientalisti” mossi da una sorta di frenesia ideologica. Ascoltando o leggendo i frutti dei loro lavori, si arriva a considerarli come figure di esaltati millenaristi che ci terrorizzano con i loro allarmistici scenari apocalittici di piaghe terribili ed irrimediabili distruzioni. Questo è il primo effetto della “peste”, che inizia offuscando le coscienze e arriva ai risultati distruttivi quanto imbarazzanti ben descritti nel libro di Candido. Imbarazzanti perché? Non vi è nulla di più evidente e sperimentabile degli eventi naturali quali sono il dissesto idrogeologico di un territorio, inondazioni, terremoti, inquinamento e, non da ultimo, malattie concrete e gravissime che colpiscono la popolazione.
Eppure pervicacemente si prosegue in quest’opera di distruzione, frutto del malaffare, della distribuzione e gestione del potere fine a se stesso, a fini di lucro e in cui sono da sempre coinvolte le maggioranze politiche che amministrano regioni e territori ma anche le stesse minoranze che partecipano al banchetto. Un sistema clientelare partitocratico che non distingue maggioranze e opposizioni e che nutrono la metastasi di questa “peste” a loro esclusivo vantaggio. La convergenza di interessi di un sistema dove gli insider, nel gioco delle parti di un impotente e apparente confronto, operano da un palcoscenico dove le repliche dello spettacolo si ripetono giorno dopo giorno lasciando inermi gli spettatori, indifferenti i cittadini. Quasi che i rischi di cui scrive Candido non li riguardino.Gli outsider, pochi, si oppongono e propongono, ma lo spazio di tribuna a loro non viene dato, e il palcoscenico, quel palcoscenico non è per loro.
Vi sono, appunto, i Geologi come Candido che non si rassegnano allo status quo e si impegnano in lavori preziosi quale il suo libro ne è un esempio. Dunque, se il conclamato ed evidente prodotto finale di questa “peste” è la devastazione di regioni e territori, nonché gli effetti sull’ambiente, sulla salute dei cittadini, sulla strage di legalità e il depauperamento di quel “contratto sociale” tra politica e cittadinanza, di contratto “naturale” tra politica-legalità- cittadinanza, allora i primi sintomi di questa “peste” si avvertono e si verificano anche per il diritto negato alla conoscenza. Il “diritto alla conoscenza” è un’estensione delle facoltà di scelta, di controllo e di partecipazione del cittadino nell’amministrazione dello Stato e delle sue articolazioni regionali e locali, è un elemento di democratizzazione della società. Quanti atti pubblici avrebbero dovuto o hanno lasciato traccia di quanto stava avvenendo di quanto esposto da Candido? E’ urgente attuare in pieno riforme che si ispirino al Freedom of Information Act (FOIA) statunitense per il quale il cittadino può accedere a tutti i documenti della Pubblica Amministrazione senza che debba dimostrare un interesse diretto. La trasparenza e la conseguente possibilità di controllo per il cittadino dell’attività delle pubbliche amministrazioni è il mezzo utile, tra un’elezione e l’altra, per esercitare effettivamente quella sovranità popolare dal basso promossa dalla Costituzione. La “peste”, dunque, avanza, devasta e distrugge.
Eppure potremmo disporre della cura che porterebbe alla guarigione, allo stato di diritto, al ripristino della legalità. Il libro di Candido ne è, per esempio, una pillola. Utile, preziosa e salutare.
La peste ecologica e il caso Calabria, di Giuseppe Candido. Prefazione di Carlo Tansi, introduzione di Rita Bernardini e Marco Pannella, postfazione di Franco Santopolo e una nota di Valerio Federico e Paolo Farina – Non Mollare edizioni, euro 18,00; Pagine 394 – ISBN 9788890504020.
Per prenotarne una copia è sufficiente inviare una mail all’indirizzo associazionenonmollare@gmail.com
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Omicidio Litvinenko/Radicali: governo inglese ha fatto la cosa giusta. Ora vada fino in fondo
Dichiarazione di Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani, segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Lascio ai dietrologi il compito di capire perché il governo inglese ha deciso solo ora l’apertura di un’inchiesta pubblica – cioè un’inchiesta messa in piedi dal governo, presieduta da un giudice incaricato del governo – sulla morte del dissidente russo Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi di sicurezza russi (KGB poi FSB), cittadino inglese a tutti gli effetti, avvenuta a Londra nel 2006 per avvelenamento da polonio. La cosa importante è che il governo inglese abbia fatto la cosa giusta; la cosa importante è che si parli finalmente sui media e sulla rete, non solo più sui siti radicali, del ricercato dalla giustizia britannica per l’omicidio Litvinenko, il cittadino russo Andrei Lugovoj, ex agente del FSB, divenuto nel 2007 membro della Duma russa, eletto nel partito di Putin.
L’importante è che si ricordi anche che Litvinenko aveva accusato, fornendo ampia documentazione (vedi “Russia. IL complotto del KGB” di Litvinenko/Felstinskij), i servizi segreti russi di essere gli organizzatori degli attentati a condomini di Mosca, Volgodonsk e Buinaksk che nel settembre del 1999 uccisero oltre 300 persone e che furono utilizzati da Putin, appena salito al potere, per scatenare la seconda guerra cecena.(centomila ceceni uccisi, un decimo della popolazione; erano formalmente cittadini russi come Putin).
Tirare il filo della vita e della morte di Alexander Litvinenko può portare alla verità non solo sul suo omicidio ma anche su altre vicende legate ai primi mesi di zar Putin al Cremino, i mesi cruciali per il consolidamento del suo regime.
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