Politica

Piemonte. Firme false, Del Ciello e Manfredi: Rispetto a Chiamparino applicata correttamente prova di resistenza ma c’è poco da festeggiare. Pd non ha imparato nulla da vicenda Giovine. Sua Direzione di lunedì sia in streaming

Radicali Italiani - Ven, 07/10/2015 - 15:36
10/07/15

Dichiarazione di Marco Del Ciello e Giulio Manfredi, dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Già un anno fa avevamo indicato nella “prova di resistenza” (verificare se togliendo le firme contestate si scende sotto la soglia di firme necessarie per la presentazione della lista) la via maestra per la decisione del TAR. Come scritto nella sentenza di ieri, la “prova di resistenza” ha tenuto e il listino di Chiamparino (il cui annullamento avrebbe comportato la caduta di tutte le liste provinciali della coalizione di centro-sinistra) è salvo.… ma c’è poco da festeggiare.

Quanto è emerso in queste settimane sui media  dimostra in maniera lampante che il PD di Torino non ha assolutamente imparato la lezione di legalità che Mercedes Bresso, sostenuta dai radicali, ha tenuto per quattro anni contro le firme false di Giovine e del suo protettore Cota; d’altronde, il PD lasciò da sola la Bresso nella sua lotta, per poi salire sul carro della vincitrice a risultato acquisito.

La mancata consapevolezza dell’esigenza di assicurare una raccolta firme fatta rigorosamente a norma di legge ha portato alla superficialità e alla sciatteria con cui è stata gestita la raccolta firme a Torino. Due soli esempi: se Silvana Accossato (finita nel listino di Chiamparino in zona Cesarini) fosse stata lasciata anche nella lista provinciale PD, non sarebbe stato necessario  raccogliere nuovamente le firme sulla lista provinciale; il segretario regionale Gariglio poteva utilizzare la strada della presentazione senza firme, avendo in cassaforte, come da lui dichiarato, il “nulla osta”del segretario del PD Matteo Renzi.

Su tutto questo, non abbiamo letto nessuna riflessione seria  e profonda da parte di Gariglio e del segretario provinciale Morri. Ci auguriamo di sentirla nella Direzione Pd di lunedì prossimo, magari in diretta streaming.

 

http://www.radicali.it/forum/elezioni-regionali-legalita-casi-lombardia-piemonte

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Carceri: Bernardini chiede a Orlando se oggi abbia parlato “Orlando 1”, che definisce criminogene le carceri, oppure “Orlando 2”, che vuole tornare a riempirle

Radicali Italiani - Gio, 07/09/2015 - 17:40
09/07/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani:

"C’è da chiedersi chi impersonifichi il ministro della Giustizia nei diversi momenti del suo mandato. Poco fa le agenzie di stampa hanno diramato il suo soddisfatto comunicato per la diminuzione del sovraffollamento carcerario: 52.706 detenuti rispetto ai 62.536 di fine anno 2013 e, posso aggiungere, ai 69.155 del novembre 2010. A parte il fatto che ci sono almeno una cinquantina di istituti su 200, che hanno ancora un sovraffollamento tra il 130 e il 200 per cento, mi chiedo se, con le dichiarazioni di oggi, abbiamo a che fare con 'Andrea Orlando 1' oppure con 'Andrea Orlando 2'. Già perché 'Orlando 1' (quello che preferisco) è il primo ministro della Giustizia italiano che afferma che le carceri sono 'criminogene' e che perciò occorre fare maggiore ricorso alle pene alternative, il carcere rimanendo l’estrema ratio. 'Orlando 2', invece, è quello che a nome del Governo deposita una raffica di emendamenti per aumentare le pene detentive per gli autori di scippi, furti in casa e rapine senza minimamente porsi il problema delle pene alternative alla galera, molto più efficaci ai fini della recidiva (cioè del tornare a delinquere), della reclusione in cella. Ce lo aveva detto 'Orlando 1', lo stesso che ha indetto gli Stati Generali sull’Esecuzione Penale per rendere attuale ed efficace anche ai fini della 'sicurezza' il mai rispettato Ordinamento Penitenziario che sta per compiere i suoi primi 40 anni. Gli avevamo creduto… ma ora, come la mettiamo con 'Orlando 2', che le patrie galere le vuole riempire?".

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Bolognetti: Bene Regione su Catalogo siti contaminati, ma ora vogliamo il pieno rispetto dell’art. 251 del Codice dell’Ambiente. Decisione Regione indubbio successo dell'iniziativa Radicale.

Radicali Italiani - Gio, 07/09/2015 - 13:19
09/07/15

 Di Maurizio Bolognetti, Giunta Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">La Regione Basilicata ha pubblicato sul portale istituzionale il "catalogo dei siti contaminati e da bonificare".

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ritengo che trattasi di un indubbio successo dell’iniziativa politica radicale, volta ad ottenere la piena applicazione della Convenzione di Aarhus e il rispetto del sacrosanto diritto dei cittadini lucani a poter conoscere lo stato dell’ambiente in cui vivono.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Un piccolo passo avanti nella direzione da me più volte auspicata, che dovrebbe , mi auguro a breve, ad onorare quell'art. 251 del Codice dell'Ambiente, che come è noto prevede  che le Regioni "sulla base dei criteri definiti dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici predispongono l'anagrafe dei siti oggetto di procedimento di bonifica".

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Nel prendere atto che una volta di più abbiamo con-vinto i nostri interlocutori, gioverà sottolineare che la stessa Regione, non a caso,  nel dare notizia della pubblicazione del "catalogo" ha evidenziato con correttezza  che esso "non costituisce 'Anagrafe dei Siti da Bonificare' come prevista dalla norma nazionale di riferimento, ma ha la finalità di consentire l’accesso ad informazioni estese a tutti i siti oggetto di procedimenti prodromici a quelli di bonifica, destinati all’Anagrafe".

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Non per pignoleria, ricordo inoltre a me stesso che l’assessore Berlinguer si era impegnato a pubblicare l’Anagrafe entro e non oltre il mese di aprile 2015.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ciò detto, non posso che esprimere il mio plauso all’Assessore per una iniziativa che rappresenta, lo ripeto, un piccolo passo avanti nella giusta direzione. Nel contempo, per onorare me stesso, i miei interlocutori e anni di lotta e iniziativa politica fatta di proposta e non di mera protesta, rivolgo nuovamente l’invito alla Giunta regionale a sanare la ferita inferta allo Stato di diritto. Dal 1997, la Regione Basilicata viola la sua propria legalità, non applicando quanto previsto prima dal Decreto Ronchi e poi dal Codice dell’Ambiente. Dopo quasi 20 anni di attesa è forse giunto il momento di applicare la legge. Si tratta in buona sostanza di garantire il rispetto della Convenzione di Aarhus e delle leggi della Repubblica che hanno recepito quella Convenzione.

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Non c'e' Pace senza Giustizia: il veto russo sulla Risoluzione di commemorazione del genocidio di Srebrenica e' un atto sconcertante e un insulto alle vittime

Radicali Italiani - Gio, 07/09/2015 - 11:01
09/07/15

Bruxelles, 9 luglio 2015 - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato ieri una Risoluzione che avrebbe riconosciuto e commemorato come tale il genocidio di Srebrenica, perpetrato 20 anni fa. La Risoluzione è stata bloccata dal veto della Federazione Russa, mentre Cina e altri tre membri non-permanenti si sono astenuti.

 

Dichiarazione di Alison Smith, Consulente Legale di Non c'è Pace Senza Giustizia   Il veto russo sulla Risoluzione di commemorazione del genocidio di Srebrenica del 1995 è semplicemente sconcertante. Il genocidio è stato accertato e riconosciuto da ben due corti internazionali; negare tutto questo in nome di un vago principio di uguaglianza tra le vittime è un insulto alla memoria di chi è morto e alla sofferenza di chi è rimasto.   Per essere chiari: il riconoscimento di crimini commessi contro un gruppo di individui non nega in nessun modo le sofferenze di altri gruppi. La Risoluzione avrebbe significato il riconoscimento ai massimi livelli politici delle ingiustizie inferte alle vittime di Srebrenica. Nulla di più nulla di meno, ma comunque un dato importante per quelle vittime. Esse hanno diritto a tutte le riparazioni possibili, e persino questo è stato negato ieri da alcuni membri del Consiglio di Sicurezza.   Bisogna che il Consiglio di Sicurezza metta ordine in casa propria. Se non è in grado di esprimere consenso neppure su qualcosa che è stato accertato e dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, che speranza possono avere oggi le vittime in Siria o altrove nel mondo? La Federazione Russa, per parte sua, dovrebbe smettere di stare dalla parte dei negazionisti e dei criminali e iniziare ad agire nell'interesse delle vittime, della sicurezza e della pace internazionale.   

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Milano. Trafugata la bandiera Lgbti esposta in Zona 6. Federico e Meazzi: Attacco all’Istituzione e vandalismo omofobico

Radicali Italiani - Mer, 07/08/2015 - 19:12
07/07/15

Dichiarazione di Valerio Federico, Tesoriere di Radicali Italiani e Consigliere di Zona, e Sergio Meazzi, Capogruppo di Sel in Consiglio di Zona:

"Ieri, lunedì 6 luglio, tra le 19 e le 20 è stata trafugata la bandiera Lgbti esposta al Consiglio di Zona 6. Al di là del reato in se, il gesto sembra avere un carattere politico. L’esposizione è stata effettuata... a seguito di una mozione presentata dal consigliere Radicale Valerio Federico, primo firmatario, e dal consigliere di Sel Sergio Meazzi, sottoscritta anche dagli altri capigruppo di maggioranza. La mozione con un gesto simbolico intendeva denunciare ogni discriminazione legata all’identità sessuale degli individui. Il Consiglio di Zona aveva deliberato l’iniziativa votando il provvedimento a larga maggioranza".

"A seguito di questa decisione il consigliere comunale De Corato aveva denunciato una presunta illegittimità dell’esposizione dichiarandosi pronto a togliere la bandiera egli stesso. Qualcuno evidentemente ha accolto il suo invito".

"Va segnalato che il sito del governo riporta quanto segue: 'Un comune può esporre il vessillo rappresentativo di un movimento dove vuole, ma non al fianco della bandiera nazionale o europea perché i vessilli e le bandiere dei movimenti non hanno il rango istituzionale che compete alle bandiere ufficiali e quindi non si possono mescolare senza ledere la dignità della bandiera nazionale tutelata dalle norme'. L’esposizione è dunque evidentemente legittima".

"Nella fascia oraria durante la quale è stata trafugata la bandiera, a quanto risulta, in Consiglio di Zona erano presenti solo consiglieri e pochi commissari esterni. Chiediamo che il Consiglio di Zona avvii immediatamente un’indagine interna e proceda ad esporre i fatti alle autorità competenti".

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Trasparenza. Dopo richiesta radicale, su sito Corecom Piemonte link dedicato a criteri e graduatorie contributi a emittenti locali piemontesi dal 2007. Boni e Manfredi: ringraziamo Presidente Geraci per pronta risposta

Radicali Italiani - Mer, 07/08/2015 - 18:56
08/07/15

Il 16 giugno scorso, Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta) avevano inviato una lettera al Presidente del Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni del Piemonte), Dr. Bruno Geraci, in cui richiedevano che modalità e criteri per la stesura della graduatoria annuale dei contributi alle tv locali del Piemonte fossero elencati analiticamente, sul sito dedicato e, a partire dal prossimo anno, fossero pubblicati sul Bollettino Ufficiale, unitamente alla prossima graduatoria. Gli esponenti radicali richiedevano, infine, la pubblicazione delle varie graduatorie annuali succedutesi nel tempo in un apposito link dedicato.

Già il 17 giugno è stata pubblicata online un’illustrazione dell’attività del Corecom rispetto alla predisposizione della suddette graduatoria  nonchè gli importi complessivi dei contributi, dal 2000 aal 2013.

Il presidente Geraci ha risposto poi formalmente agli esponenti radicali, informandoli, tra l’altro, che “per facilitare la consultazione da parte dei cittadini, è stata creata all’interno della sezione “Cosa facciamo” la voce “Contributi Tv locali, dove è presente tutta la documentazione, comprensiva dei link relativi alla normativa che disciplina la materia” (vedi secondo link).

Giulio Manfredi: “Il presidente Geraci ha colto in pieno la richiesta di maggiore accessibilità alle informazioni e ai dati sulla questione dei contributi all’emittenza televisa locale. Si tratta, per il Piemonte, per il bando 2013, di euro 3.940.502,47, su un totale nazionale di euro 56.915.002,95. Risorse certo scarse ma quanto mai vitali e preziose nell’attuale scenario di crisi dell’emittenza privata locale, crisi su cui l’Associazione Aglietta ha promosso in passato iniziative di sensibilizzazione, che hanno sempre visto un pronto riscontro da parte del Corecom”.

 

 

 

 

 

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Ultima sessione dell'#astaradicale con 120 nuovi lotti - 8-13 luglio

Radicali Italiani - Mer, 07/08/2015 - 18:37
08/07/15

Dopo un importante successo mediatico dell'asta online di Radicali Italiani, che ha visto l'assegnazione di 30 lotti con centinaia di offerte, l'8 luglio 2015 è iniziata l'ultima sessione, con la quale si concluderà questa iniziativa di celebrazione dei sessanta anni del Partito Radicale e di autofinanziamento di Radicali Italiani e del Partito stesso.

Fino alle 13.30 di martedì 13 luglio si potranno acquistare oltre 120 nuovi lotti tramite il sito di aste online Ebay.

Troverai dal numero di Epoca del '55 con un lungo articolo sulla nascita del Partito Radicale, a una sequenza di 6 fotografie originali che ritraggono Sergio Stanzani nel 2013, il trimestrale de La Prova Radicale raccontato da Roberto Giachetti, una corposa collezione di Quaderni Radicali, due straordinarie litografie di Piero Dorazio, la foto donata da Emma Bonino che la ritrae all'uscita del comando dei carabinieri di Bra nel '75, un manifesto dell'85 di un comizio di Marco Pannella ed Enzo Tortora e tanto altro.

Sfoglia il catalogo dettagliato con le informazioni e i video di presentazione

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Assicurati un pezzo di storia, di anni di lotte e conquiste sociali. Aiutaci a continuare a costruire un futuro di Diritto e Diritti, di Libertà.

 

#astaradicale.it

 

 

 

 

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Cannabis: facile arrestare il dott. Cinquini, più difficile ascoltare quel che suggerisce la DNA.

Radicali Italiani - Mar, 07/07/2015 - 14:23
07/07/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani

 

Ho pensato con tristezza al Dott. Fabrizio Cinquini che di notte si avvia con una pesante tanica per andare ad innaffiare le sue piante di marijuana cercando di non farsi scoprire. Lo sconforto è cresciuto quando ho considerato che le forze dell’ordine sono state appostate da qualche parte per chissà quanto tempo per beccarlo in flagranza, cosa che hanno fatto puntualmente a seguito della segnalazione di qualche solerte vicino di casa del medico.   Ripenso così alla Direzione Nazionale Antimafia che, a proposito della cannabis, nella sua relazione annuale, ha detto al Parlamento che 1) “si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva” , che 2) “il fenomeno è oramai endemico, capillare e sviluppato ovunque, non dissimile, quanto a radicamento e diffusione sociale, a quello del consumo di sostanze lecite quali tabacco ed alcool”, che 3) la depenalizzazione avrebbe  effetti positivi “in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite”.   E, invece, in barba a quanto suggerisce l'Antimafia, a causa delle leggi proibizioniste tuttora vigenti, sono dieci anni che il dott. Cinquini e centinaia di migliaia di cittadini incolpevoli hanno a che fare con la giustizia italiana. Difficile che i grandi trafficanti finiscano sotto processo e in galera dove, invece, è stato sbattuto per 5 mesi il Dott. Cinquini che non ha mai fatto del male a nessuno, anzi, ha cercato -sembra anche con successo- di curare se stesso e suoi familiari con le infiorescenze opportunamente da lui stesso selezionate quanto a contenuto di thc e cbd.   Facile, dunque, arrestare Cinquini. Da disobbediente civile recidiva (quale sono) - che, al contrario del medico di Lucca, non riesco a farmi arrestare per sollevare il problema dell’irragionevolezza delle leggi italiane - esprimo la massima vicinanza e solidarietà al Dottor Cinquini e alla sua famiglia.      P.s.: Da oggi la relazione della DNA è ben visibile sul sito www.radicali.it nella versione in italiano, inglese, francese, spagnolo.  

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Scuola, Bernardini e Federico: Mani libere ai presidi sui rinnovi periodici minano libertà d'insegnamento

Radicali Italiani - Lun, 07/06/2015 - 21:54
06/07/15

Dichiarazione di Rita Bernardini e Valerio Federico, rispettivamente segretaria e tesoriere di Radicali Italiani:

"La riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione approvata giovedì 25 al Senato, su un punto risulta certamente inaccettabile: laddove si prevede che sia il dirigente scolastico, sostanzialmente a propria discrezione, a rinnovare l'incarico del docente ogni 3 anni. Il rischio che questo meccanismo possa condizionare le scelte, didattiche e non solo, dei docenti è evidente, mettendo questi in una condizione di sudditanza rispetto al capo d'istituto".

"Non siamo contrari, teniamo a precisare, a che la singola scuola possa selezionare, entro determinati limiti, gli insegnanti, dando seguito ad una reale autonomia e ad una propria linea didattica. Riteniamo però che si possa prevedere un periodo di prova limitato, al termine del quale confermare o meno il docente che, una volta confermato, dovrà vedere riconosciuto il proprio posto di lavoro a tempo indeterminato, nei limiti di legge. Il preside non va messo nelle condizioni, neanche potenziali, di poter dar seguito a decisioni discriminatorie lesive del principio costituzionale della libertà di insegnamento".

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Cannabis. Nuova disobbedienza civile di Rita Bernardini in piazza Duomo a Firenze

Radicali Italiani - Lun, 07/06/2015 - 21:47
06/07/15

Sabato pomeriggio si è svolta davanti la sede della presidenza della Regione Toscana in piazza Duomo a Firenze una manifestazione organizzata dai radicali fiorentini dell'Associazione "Andrea Tamburi" per chiedere alle Istituzioni che nelle legge regionale che disciplina l'utilizzo della cannabis a scopo terapeutico venga inserita la possibilità per i malati dell'auto-coltivazione. A questo proposito la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, presente alla manifestazione, ha iniziato una nuova disobbedienza civile seminando alcune piante di cannabis e "istigando" i presenti a farsi partecipi di questa iniziativa. L' invito è stato raccolto dal consigliere regionale Tommaso Fattori (Sì Toscana) che, presente alla manifestazione, ha preso alcuni semi ripromettendosi di coltivarli nel proprio ufficio istituzionale.

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ANTIPROIBIZIONISMO - La relazione “segreta” messa a disposizione in bella evidenza sui siti radicali

Radicali Italiani - Lun, 07/06/2015 - 21:39
06/07/14

Quasi introvabile in Internet, i radicali mettono a disposizione di tutti i cittadini (non solo italiani) la parte della relazione al Parlamento italiano della Direzione Nazionale Antimafia riguardante la depenalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. Lo straordinario documento -pressoché sconosciuto perfino alle classi dirigenti del nostro Paese- viene pubblicato nella versione italiana, inglese, francese e spagnola. La versione integrale della relazione (730 pagine) viene resa disponibile in italiano.

Le pagine relative alla cannabis ripropongono a distanza di 40 anni le tesi “radicali” oggetto di iniziative di disobbedienza civile che hanno coinvolto decine di militanti e dirigenti radicali, a partire dal leader radicale Marco Pannella e dalla segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini.

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E’ morto Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre

Radicali Italiani - Lun, 07/06/2015 - 08:59
06/07/15

 Di Valter Vecellio*  

text-align:justify">  text-align:justify">E’ morto nella tarda serata di sabato all’ospedale di Padova Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, i radicali ben lo conoscevano e ne hanno da sempre apprezzato analisi, proposte, suggerimenti. Da tempo Bortolussi era malato e le sue condizioni si erano aggravate in questo ultimo periodo. 67 anni, oltre a ricoprire il ruolo di leader della Confederazione degli Artigiani e delle piccole imprese di Mestre, si era anche cimentato nella gestione della cosa pubblica, ricoprendo il ruolo di Assessore al Comune di Venezia. Ma la sua passione era soprattutto legata alla rappresentanza delle Mpmi, alla quale aveva dedicato un grande spazio della sua vita. Dal 1980, infatti, era alla guida dell’Associazione veneta. A cavallo tra anni ‘80 e ’90, aveva creato nella Cgia, uno straordinario uffici studi, che periodicamente e con estrema puntualità forniva ai media Rapporti dettagliati e credibili sullo stato dell’economia nazionale, con particolare riferimento all’universo della micro e della piccola impresa. Nel 2000 e sino al 2005, chiamato da Massimo Cacciari, aveva accettato l’incarico di Assessore al Commercio, per partecipare poi, nel 2010, senza successo, ma con grande merito e molte intuizioni, alla corsa per Governatore della Regione Veneto con la coalizione del centrosinistra. Bortolussi lascia la moglie, Mara e le tre figlie Valentina, Gaia e Martina. text-align:justify">In questo doloroso momento vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Bortolussi, ai suoi amici, alla Cgia che con passione e competenza ha animato. Lascia troppo presto un vuoto destinato a restare tale. text-align:justify">  text-align:justify">*componente della direzione nazionale di Radicali Italiani e presidente dell'Associazione per la libertà della e nella cultura  

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Carceri e giustizia: Bernardini denuncia drammatica situazione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna e chiama in causa ministro Orlando

Radicali Italiani - Dom, 07/05/2015 - 20:53
05/07/15

La Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini lancia l’allarme per la drammatica situazione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, causata da una spaventosa carenza di personale, sia riguardo ai magistrati, sia al personale di cancelleria e di altri profili lavorativi.

Lo stato del Tribunale di Sorveglianza di Bologna è stato descritto puntigliosamente e senza mezzi termini dal presidente Francesco Maisto in una conferenza stampa del 23 giugno puntualmente riscontrata dalle agenzie di stampa e dai quotidiani locali: negli ultimi 6 anni, pur essendo aumentate le competenze, il personale ha registrato una riduzione del 37 per cento. A Bologna i giudici sono quattro più il presidente, come da organico, ma uno è in malattia e per far fronte al lavoro "ne servirebbero il doppio". Vacante è il posto previsto a Modena, cui fanno supplenza i giudici di Bologna. Ancora più seria è la questione dell’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia dove c'è un solo magistrato (sarebbero due, da organico). Per far comprendere il “disastro”, basti sapere che un unico magistrato di Sorveglianza, la dott.ssa Maria Giovanna Salsi, ha sotto la sua responsabilità i territori di Reggio, Parma e Piacenza, con due carceri (che ospitano anche i detenuti in regime di 41 bis e i ''sex offenders''), l'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio che è ancora aperto, le nuove Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) e il Centro diagnostico terapeutico di Parma, che smista i detenuti pericolosi. A Reggio Emilia anche la situazione del personale è drammatica: a pieno organico dovrebbero essere nove persone, invece sono cinque di cui uno part time. 

In questa situazione che diverrà esplosiva con la concessione dei permessi estivi ai detenuti – ha dichiarato Rita Bernardini - sono pregiudicati i diritti umani fondamentali dei reclusi che non riescono e non riusciranno ad ottenere risposte alle istanze che per legge devono rivolgere ai magistrati di sorveglianza. Si prefigura, soprattutto per quel che riguarda l’Ufficio di Reggio Emilia, una vera e propria “interruzione di pubblico servizio” con tutto ciò che consegue in termini di violazioni del diritto vigente. Mi appello – ha concluso Bernardini – al Ministro della Giustizia Andrea Orlando affinché intervenga urgentissimamente, pronta ad intraprendere in caso di mancata necessaria risposta, con i miei compagni radicali, forme di lotta nonviolenta affinché siano salvaguardati i diritti non solo dei detenuti ma anche dei magistrati, i quali, non per loro responsabilità, si troverebbero nell’impossibilità di corrispondere alla loro funzione di servitori dello Stato.

 

 

 

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Referendum Grecia. Massari: allegro, ma non troppo

Radicali Italiani - Dom, 07/05/2015 - 20:44
05/07/15

Dichiarazione di Alessandro Massari, Direzione nazionale di Radicali Italiani:

Uno dei più grandi economisti italiani, Carlo Maria Cipolla, scrisse un divertente pamphlet dal titolo Allegro ma non troppo, contenente un piccolo esilarante saggio intitolato: “Le leggi fondamentali della stupidità umana”. La legge più importante ammonisce: “Una persona stupida è più pericolosa di un bandito" dove il bandito vuole ottenere un vantaggio per sé stesso danneggiando qualcun altro, mentre lo stupido causa un danno agli altri subendo per sé una perdita.

La citazione è sufficiente a spiegare l’epilogo di una trattativa ridicola tra Ue e Grecia, mai terminata, e l’indizione di un referendum inutile e dannoso perché tutti sappiamo che non è vincolante ma demagogico, populista e contro l’Europa. Se poi aggiungiamo che i trattati non prevedono meccanismi di uscita dall’euro, che si tratti di un referendum farsesco, qualunque sia l’esito, dovrebbe essere chiaro a tutti.

Ma andiamo con ordine: la Grecia ha truccato i bilanci pubblici, ha chiesto prestiti e ristrutturazione del debito ottenendoli, non ha poi realizzato nessuna riforma di struttura nonostante la Grecia abbia costi doppi del Pil, nessuna produzione industriale ma solo olive, ovini e una natura meravigliosa ottima per turisti e persone amanti della cultura. 

In passato i greci hanno votato dei truffatori, ma i governanti di oggi cosa hanno fatto? Nulla di utile! Eppure da un Governo che sembra la riedizione di un partito comunista anni ’50 ben ci si sarebbe potuto aspettare che i maggiori oneri economici fossero posti a carico degli evasori e dei funzionari corrotti. Ancor oggi ricordiamo lo scandalo della lista Lagarde, con l'elenco di duemila evasori che hanno trasferito in Svizzera 25 miliardi. In Svizzera ci sarebbero oltre 100 miliardi che Atene potrebbe recuperare. La confederazione è pronta ad un accordo ma Tsipras prende tempo. La stasi dipende dal fatto che il primo ministro è alleato con la destra di Kammenos, che rappresenta gli interessi degli evasori, tutti con notevoli capitali nelle banche elvetiche, e nessuno vuole perdere la poltrona, costi quel che costi. 

Avrebbe anche potuto chieder conto dei paradisi fiscali lussemburghesi, oppure chiedere perché nel 2004 Francia e Germania, per realizzare le riforme strutturali, violarono i parametri comunitari senza sanzioni, in cambio chiudendo gli occhi sulle scelleratezze del Pasok greco che ha messo in ginocchio i poveri greci ma non i ricchi. Per tacere del costo collettivo pagato dagli europei per la riunificazione tedesca. Per questo l’euro ebbe un’accelerazione e Kohl accettò di abbandonare il solidissimo marco per l’euro. 

C’è poi un’Europa impolitica, con una Germania incapace di tornare alle visioni dei predecessori della Merkel che dovrebbe assumersi l’onere della guida e che invece è miope e incapace di governare un processo politico, limitandosi a dare pagelle agli altri. Far fare le scelte ad un contabile senza fantasia come il ministro delle finanze Schäuble per mere questioni elettorali interne è la prova che non si crede più nella Europa comune ma si è tornati a ragionare in termini di nazioni contrapposte. Che dire poi della campagna di stampa che ha dato tutte le colpe ai PIIGS autoassolvendo le banche dei paesi del Nord. Eppure tutti sanno che Francia, Olanda, Lussemburgo, Germania, hanno investito allegramente in titoli tossici e quando Draghi è intervenuto stampando moneta, la maggior parte della nuova liquidità è andate alle banche dei Paesi del nord per coprire i buchi di bilancio fatti da banchieri che del moral hazard hanno fatto abuso. Mentre tutto il sud dell’Europa andava in recessione anche a causa del credit crunch causato dall’impennata dello spred sui titoli pubblici, volantinati sui mercati dai tedeschi e company. La Germania ha accaparrato euro senza farlo sapere ai suoi elettori. La Germania ha violato il diritto comunitario in modo molto grave perché le banche dei lander, quelle più indebitate, sono in proprietà pubblica. Con buona pace del rispetto dei trattati. Ma le tasse pagate dai tedeschi per colpa dei loro banchieri sono state imputate falsamente ai PIIGS. Falso, ma per loro facilmente credibile.

Insomma, da una parte abbiamo un governo greco fatto di incapaci che ha tenuto i propri cittadini in ostaggio peggiorando le condizioni di vita. Però è innegabile che il debito vada ristrutturato, proprio perché la Grecia non ha una sistema produttivo degno di questo nome. Non si può continuare a fare beneficienza alla Grecia senza chiedere l’impegno profuso da Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Sarebbe ingiusto e dannoso, perché tutti tornerebbero a fare i furbi, con il disastro immaginabile. È necessario che i contenziosi economici siano risolti anche con un’unione fiscale. Nell’ attesa dell’Europa federale, serve un processo di integrazione fiscale in modo che si stabilizzino i paesi irresponsabili. La Grecia prima di tutti.

Naturalmente la grande partita è geopolitica. La Russia di Putin in fibrillazione dall’inizio delle vicende siriane, proseguite con quella ucraina, ha approfittato della crisi greca, ha trovato il modo di inserirsi in questa vicenda mettendo in difficoltà l’Ue, consentendo ai greci di tirare la corda oltre ogni limite.

Capiranno i Paesi nordici che perdere la Grecia col mediterraneo in fiamme sarebbe la fine del sogno europeo, quindi dei singoli Stati che la compongono? La globalizzazione non è per paesi piccoli o per politici piccini.

Non credo che ai greci siano state ben spiegato le conseguenze del voto. Per fortuna il referendum non ha alcun effettivo valore e può prevalere senza troppi danni prevalere il voto di pancia. Tutti sappiamo che le trattative riprenderanno comunque, ma che i Greci non abbiano compresi i propri limiti, aiuterebbe la miope dirigenza politica europea a vessare il popolo greco.

Come detto, tra stupidi e banditi e siamo in una situazione allegra, ma non troppo.

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Rita Bernardini "sfida" il Guardasigilli

Radicali Italiani - Sab, 07/04/2015 - 12:43
04/07/15

"Caro Orlando, sulle carceri è ora di fare la rivoluzione"

Gli Stati Generali siano davvero l'architrave della riforma penitenziaria: la Camera si fermi. E il ministro sciolga tre dubbi

 

Il ministro Andrea Orlando è intervenuto il 1° luglio alla prima riunione dei coordinatori degli Stati generali dell`esecuzione penale. Si è trattato di un incontro tra i responsabili che coordineranno i 18 tavoli in cui sono articolati i lavori. Come correttamente riportava Eleonora Martini sul Manifesto, Orlando, rivolgendosi in particolare a me, ha affermato che «la scelta di un percorso aperto è oggi possibile perché la situazione delle carceri non è più esplosiva dal punto di vista del sovraffollamento. Allora una discussione sulla finalità e sul senso della pena sarebbe stata surreale».

Ciò che mi divide dall`impostazione del ministro è che lui ritenga superata, con la riduzione del sovraffollamento, l`emergenza della pena "illegale" che si sconta ancora oggi nelle carceri italiane, per non parlare della non corrispondenza al diritto vigente del modo in cui viene amministrata la giustizia nel nostro Paese. Do atto ad Orlando di aver esternato riflessioni "pesanti" che devono necessariamente comportare cambiamenti radicali, come quando ha affermato che il nostro sistema penitenziario oltre essere carissimo (3 miliardi di euro all`anno) è «criminogeno». Il che vuol dire però che noi mandiamo persone in carcere spendendo cifre astronomiche per farle poi uscire, a distanza di anni, peggiori di come sono entrate. Spesso ci mandiamo persone - quelle in attesa di giudizio - che all`esito del processo saranno riconosciute innocenti e ciò avviene almeno nel 50% dei casi.

Le tematiche dei18 tavoli che siamo chiamati a coordinare rappresentano, nella maggior parte dei casi, non semplici "criticità" del sistema, ma vere e proprie illegalità strutturali che dovrebbero essere immediatamente rimosse. Il ministro Orlando risponde alla proposta radicale di un provvedimento di amnistia e di indulto (contenuta anche nel messaggio del presidente Napolitano alle Camere), contrapponendo la strategia del suo ministero che riesce a superare quanto evidenziato nella sentenza di condanna della Corte Edu detta "Torreggiani" e nelle trentennali sanzioni del Consiglio d`Europa sull`irragionevole durata dei processi, procedendo con altri "strumenti" rispetto a quelli previsti dall`articolo 79 della Costituzione. Ora, a parte il provvidenziale intervento della Consulta che ha dichiarato l`incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi consentendo al sistema di ridurre in un solo anno, il 2014, di ben 8.913 unità la popolazione detenuta, tutte le misure varate e da varare si scontrano con il fattore tempo.

Quanto ci vorrà per approvare le riforme e per far sì che quelle già approvate entrino a regime? Può uno Stato che si definisca democratico accettare le condizioni di illegalità sopra ricordate?

Quanto agli Stati generali sull`esecuzione penale, voglio ancora una volta ringraziare pubblicamente il ministro Orlando per avermi chiesto di coordinare il tavolo sulla Affettività in carcere e sulla territorializzazione della pena. Do atto che il lavoro sia stato bene organizzato anche con la dotazione di materiale di documentazione e di studio e che ieri mi sia stato assicurato che il personale del ministero sarà a disposizione per fornire dati statistici riguardanti i vari settori. Detto questo, mi permetto però di evidenziare alcune cose che mi sembrano a dir poco incoerenti.

La prima: come si concilia il lavoro avviato in queste ore con quello già in corso alla Camera in commissione Giustizia riguardante la riforma dell`Ordinamento penitenziario?

La seconda: la riorganizzazione del ministero della Giustizia che prevede la sacrosanta riduzione degli uffici dirigenziali e degli organici (Dpcm numero 84 del 15 giugno 2015) non sarebbe stato meglio farla a seguito dell`approvazione delle riforme?

La terza riguarda le spese sostenute da coloro che fanno parte dei "tavoli". Nel corso della prima riunione ci è stato detto che saranno rimborsate solo a chi fa parte del ministero. Trovo positivo il fatto che sia stata accettata la mia proposta di ascoltare la voce dei detenuti e di chi in carcere ci lavora, ma quale è la logica secondo la quale se io o altri ci spostiamo per andare in un carcere dobbiamo pagarci il viaggio mentre i funzionari del Dap e i magistrati saranno invece rimborsati?

 

 

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Torino. Barriere architettoniche, Consiglio comunale approva all’unanimità mozione per predisposizione Peba. Radicali : 28 anni di ritardo. Giunta lavori per recuperare tempo perduto nei pochi mesi che rimangono prima delle elezioni

Radicali Italiani - Ven, 07/03/2015 - 13:09
03/07/15

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato ieri pomeriggio una mozione presentata dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle (e dal vice-capogruppo del Pd, il radicale Silvio Viale) che impegna sindaco e giunta a predisporre il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba).

Sindaco e giunta vengono inoltre impegnati ad individuare un gruppo di lavoro, coinvolgendo assessorati e associazioni interessate, per sviluppare il Piano e confrontarsi sulle questioni relative alla mobilità dei disabili, e a sperimentare modalità di inclusione anche tramite l’utilizzo di internet per raccogliere segnalazioni e proposte. Un ultimo punto della mozione impegna l’amministrazione a definire una quota di Bilancio da destinare alle azioni specificatamente previste dal Peba.

Il 20 gennaio scorso l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione Luca Coscioni avevano depositato presso il comune di Torino ben 673 firme di cittadini a sostegno di una petizione popolare che richiedeva semplicemente il rispetto della legge: la legge n. 41 del 1986 (art. 32, commi 21 e 22, come integrata dalla l. 104/02, art. 24, comma 9), per garantire la piena accessibilità di tutti gli edifici pubblici e degli spazi urbani, imponeva a tutti i comuni italiani di adottare il PEBA entro un anno dall’entrata in vigore della legge stessa (ossia entro febbraio 1987). La legge è inattuata, 28 anni dopo, nel 99 per cento dei comuni italiani.

I tre primi firmatari della petizione popolare - i radicali Alessandro Frezzato, Giulio Manfredi e Paola Cirio - hanno dichiarato:

"Ieri il Consiglio comunale di Torino ha fatto il primo passo indispensabile per rispettare una legge emanata nella prima Repubblica, quando era sindaco di Torino il socialista Giorgio Cardetti. Da allora si sono succedute in Sala Rossa dieci amministrazioni comunali, sette sindaci e un commissario prefettizio. Diamo atto a Piero Fassino di essere il primo sindaco di Torino ad essersi attivato sui Peba sia nei confronti della propria amministrazione sia, nelle vesti di presidente dell’Anci, nei confronti dei sindaci di tutta Italia".

"Speriamo che nei pochi mesi che rimangono prima delle elezioni comunali della prossima primavera, la giunta comunale possa recuperare in parte il tempo perso. Ricordiamo che in gioco non c’è solo il formale rispetto della legge ma il diritto sostanziale dei cittadini disabili all’accesso globale agli edifici pubblici, alle fermata dei bus, alle strade di Torino, agli attraversamenti pedonali; cose molto concrete, che determinano una qualità della vita accettabile".

Approfondimento sul Peba a cura di Domenico Massano

Link dedicato dell’Associazione Luca Coscioni

 

 

 

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La città metropolitana di Firenze aumenta le tasse locali in barba alle promesse dell’anno scorso

Radicali Italiani - Ven, 07/03/2015 - 12:58
03/07/15

Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’associazione radicale Andrea Tamburi di Firenze:

"Avrebbe dovuto essere il toccasana per tutti i guai. Taglio della spesa pubblica, capacità di risolvere in fretta i problemi dell’amministrare una comunità, coesione tra i vari livelli amministrativi, elasticità, insomma una vera panacea universale e onnipotente. E invece, alla prova dei fatti, la Città Metropolitana dopo appena un anno dalla nascita si trova già in emergenza: manutenzione scuole, frane e avvallamenti. Ma per il sindaco metropolitano Nardella va bene così. E va così bene che l’ultimo consiglio metropolitano vota perfino il rincaro dei balzelli che la Provincia di Firenze aveva portato al minimo di pressione fiscale. La stangata prevede per il 2015 un prelievo dalla tasche dei cittadini di 9 milioni di euro: 7 milioni in più dalla percentuale Rc auto (che passa dal 10,5 al 16 per cento), mentre altri 2 milioni arriveranno dall’aumento dell’addizionale Tari sullo smaltimento dei rifiuti (dal 5,5 al 7,5 per cento). Un aumento senza pudore, e con la memoria corta. Ma non è finita, perché il prossimo anno la stangata arriverà a circa 20 milioni di euro".

"Insomma, si scopre oggi che le promesse dell’allora ministro Delrio che disegnava la Città metropolitana come l’esempio più sublime del risparmio della spesa pubblica si sono dimostrate false. La Metrocittà di Firenze è solo l’ennesimo esempio di falsa riforma, a scapito dei diritti dei cittadini, in questo caso del diritto di voto, ma a favore dei prelievi dai loro portafogli. Invece di risparmiare per i servizi erogati, aumenta le tasse locali. E non siamo in Grecia".

 

 

 

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Grecia. Beltrandi: Vincano i 'Sì' all'Europa domenica

Radicali Italiani - Ven, 07/03/2015 - 12:17
03/07/15

Dichiarazione di Marco Beltrandi, già parlamentare radicale nelle scorse due legislature e componente della Direzione Nazionale di Radicali Italiani:

“Non è scontata la scelta che dovrebbe essere fatta dai cittadini greci al referendum di domenica. Ma in base alla constatazione che l'Europa rischia una fatale disgregazione in caso di vittoria del 'No' al referendum, al fatto che le ricette economiche dell'austerità e delle riforme strutturali già pagate da diverse società nazionali si sono rivelate corrette tanto che poi hanno ricominciato a crescere, al fatto che la scomparsa delle regole indebolirebbe l'euro e farebbe venir meno anche in Italia il già debole stimolo alle riforme strutturali dell'economia, ed infine al fatto che la vittoria e gli errori e la demagogia di Syrizia se sconfitti potranno pure portare a correggere parzialmente e su base consensuale alcuni eccesso di rigidità economica della Troika, e auspicabilmente ad uno stato federale politico e democratico (finalmente).

Per tutto questo mi auguro la vittoria del Sì al prossimo referendum greco".

 

 

 

 

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NPSG: conferenza stampa a Milano su diritti economici delle donne in Medio Oriente e Nord Africa

Radicali Italiani - Ven, 07/03/2015 - 10:10
03/07/15

Spazio “ME and WE – Women for Expo”

Cardo Nord Ovest, 1° piano – EXPO 2015   Ovunque nel mondo le donne sono un elemento essenziale dell’evoluzione dei singoli paesi, dal punto di vista economico e sociale e dei diritti individuali. United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), in cooperazione tra gli altri con Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), ha il piacere di presentare il progetto “Promoting Women Empowerment for Inclusive and Sustainable Industrial Development in the MENA Region”. L’obiettivo del progetto è il rafforzamento del ruolo della donna attraverso lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile nel Medio Oriente e Nord Africa. Il Progetto, finanziato dal Governo Italiano, contribuirà ad incentivare il ruolo delle donne nell’economia di sei paesi attraverso i sei ministeri dell’industria e l’offerta di assistenza tecnica alle sei associazioni nazionali nei paesi di riferimento: AWTAD in Egitto, BPW-A in Giordania, Al Majmoua in Libano, AFEM in Marocco, BWF in Palestina e Femmes & Leadership in Tunisia. In particolare, sosterrà la creazione e lo sviluppo di imprese guidate da donne, migliorando il contesto imprenditoriale per le donne imprenditrici e valorizzando il ruolo delle associazioni imprenditoriali femminili nella fornitura di servizi di qualità a livello nazionale e regionale.   In occasione dell’EXPO 2015, UNIDO, NPSG, Women for Expo e altri partner, organizzeranno a Milano nel mese di ottobre una Conferenza per discutere le sfide che le donne incontrano nella regione MENA per aprire ed espandere le loro imprese e network. La Conferenza intende promuovere il dialogo politico tra le varie parti interessate e i Governi dei sei paesi selezionati per individuare le politiche e le riforme legislative necessarie a rafforzare il ruolo della donna nello sviluppo industriale. Promuoverà inoltre la collaborazione commerciale e di investimento attraverso il commercio interaziendale e altri mezzi.    Il Progetto verrà presentato il 6 luglio a Milano, durante una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso la sala “ME and WE - Women For EXPO”, alla quale parteciperanno: Emma Bonino, Ex Ministro degli Affari Esteri e Fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia; Giovanna Melandri, Presidente di Human Foundation G8 Social Impact Investment Taskforce; Marta Dassù, Presidente Esecutivo di Women for Expo; Pier Andrea Chevallard, Direttore PROMOS, Azienda Speciale della CCIAA di Milano per le Attività Internazionali; Monica Carcò, UNIDO Chief Investment and Technology Unit; Luca Zelioli, Capo Ufficio II della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Carla Pagano, Esperta di genere e protezione sociale/Capo settore Gender UTL Gerusalemme; Sana Ghenima, Presidente Femmes & Leadership, Tunisia.   Per ulteriori informazioni, si prega di contattare per UNIDO Dino Fortunato all’indirizzo d.fortunato@unido.org e per NPSG Greta Barbone al numero +39 06 68979262 o all’indirizzo gbarbone@npwj.org  

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Lettera di Maurizio Turco agli iscritti

Radicali Italiani - Mer, 07/01/2015 - 19:46
01/07/15

Licenziati gli ultimi dipendenti. non si sospende l'iniziativa politica. Iscrizioni, sottoscrizioni, contributi SUBITO

  color:#333333">Ciao, ho appena firmato le lettere di licenziamento per le ultime otto persone che da non meno di almeno dieci anni collaborano con il Partito; appena un anno fa avevo dovuto licenziare gli otto dipendenti che lavoravano al call center. Anche se sono scelte inevitabili di fronte alla situazione oggettiva in cui ci troviamo, umanamente e politicamente sono davvero difficili.

Il Partito radicale in questi anni oltre alle iniziative politiche proprie si è assunto la responsabilità di privilegiare la possibilità che i soggetti costituenti avessero un luogo e degli strumenti per poter operare. Come Partito abbiamo resistito fin che abbiamo potuto, ed anche oltre. Ma oggi non si può fare altro, davvero con una estrema difficoltà, ripeto: anche personale, che firmare la fine dei rapporti di lavoro.

A scanso di equivoci mi preme evidenziare che questa difficile fase non è né una sospensione delle attività politiche né tantomeno una chiusura del Partito Radicale anche perché non è nelle mie prerogative e responsabilità; anche se questa fase, dalla quale spero ne usciremo al più presto, aggiunge ulteriori difficoltà a quelle di contesto che hanno contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo. Eppure … ormai non c’è argomento, a cominciare proprio da quelli che sono oggetto di iniziative e lotte radicali, in cui i radicali siano chiamati a dare il proprio contributo così da essere conosciuto dai cittadini. Infatti, la violazione di cui ci siamo sempre occupati è quella di far rispettare il diritto del cittadino di conoscere per scegliere, e quindi di lottare perché le violazioni siano conosciute, denunciate, accertate e sanzionate. In questo senso abbiamo ottenuto che una denuncia presentata da Marco Pannella alla Corte europea sui diritti dell’Uomo contro l’Italia per violazione proprio del diritto a conoscere sia stata dichiarata ammissibile, la strada è lunga per arrivare a una sentenza, ma il cammino è finalmente iniziato! * * * Nel frattempo siamo impegnati nell’iniziativa per una transizione verso lo stato di diritto democratico, federalista, laico e nella realizzazione del progetto volto all’adozione di una Convenzione dell’ONU sul nuovo diritto umano alla conoscenza. Questa campagna è la naturale evoluzione di sessant’anni di lotte radicali e, per ricordare solo le ultime,  della lotta Irak libero contro la guerra e l’iniziativa contro la pena di morte a Saddam che da allora ha visto impegnato soprattutto Matteo Angioli.

Questa lotta ha un connotato che ha accompagnato tutte le grandi lotte radicali, per citarne alcune, dal divorzio all’aborto, dall’obiezione di coscienza al voto ai diciottenni, da quella per il contenimento del debito pubblico a quella per l’aumento delle pensioni minime, da quella contro lo sterminio per fame a quella per il Tribunale Penale Internazionale, all’amnistia per la Repubblica: non si apprezza il fatto che siano di fatto le uniche risposte di Governo ai problemi di un dato momento storico. I barconi degli immigrati non possono meravigliare chi ha avuto la fortuna di trovarsi a partecipare alle iniziative contro lo sterminio per fame: lo dicevamo allora, al momento giusto, che quella lotta era necessaria per evitare che accadesse quello che sta accadendo. Sulla giustizia non è lo stesso? Abbiamo proposto le riforme utili a tempo debito e oggi la lentezza della “giustizia” italiana è considerata dal Consiglio d’Europa un pericolo per lo Stato di diritto, cioè per la democrazia … sin dagli inizi degli anni ’90, cioè dal tempo dei referendum Tortora per la Giustizia giusta. Una notizia come questa è, trattata da questo sistema, come se fosse un segreto, ed infatti per i cittadini lo è!

Questo ad ulteriore dimostrazione, se proprio necessario, che siamo sempre intervenuti al momento appropriato avendo la capacità di prospettare con precisione quello che sarebbe accaduto, e che i fatti – purtroppo! - hanno poi dimostrato che i disastri erano preannunciati più che prevedibili.

So benissimo che questa lettera è come una bottiglia gettata nel laghetto di coloro che apprezzano o hanno apprezzato le lotte, alcune o tante, per un anno o tanti anni, perché hanno avuto il privilegio di conoscere idee, lotte e speranze del Partito Radicale mentre alla maggior parte dei cittadini è stato negato il diritto sinanche di poterle rifiutare!

Abbiamo sempre avuto presente - al limite della nausea per chi ci ascoltava e non solo - che la mancata informazione è di per se disinformazione ed è questione centrale in uno Stato che voglia essere di diritto, democratico. E’ problema ancora vivo, anzi più vivo che mai; e bisognerà fare sempre più sforzi, come li stiamo facendo, perché sia presente anche a chi ha il dovere di rispettare la propria legalità.

Mi fermo qui, anche perché oggi anche un altro foglio di carta è un problema.
Stiamo continuando a vivere, come sempre abbiamo vissuto, in sintonia con tutte le donne e gli uomini di questo paese. A fare i conti con una crisi economica che affonda le sue radici nella crisi democratica, che non è dovuta alla democrazia in se ma a chi, dovendola rispettare, viola Costituzione, convenzioni internazionali, leggi e regole.
 
A te che non hai mai contribuito ma che per una qualsiasi ragione hai avuto modo di incontrare i radicali chiedo un aiuto.
 
Siamo, ancora una volta, come sempre, sulla barricata della vita del Diritto per il diritto alla vita. Che è la ragione costituente di quel che siamo stati, siamo e serberemo le ultime energie per continuare ad esserlo. Con chi vorrà, potrà, saprà.

Grazie davvero e spero a presto,   Maurizio Turco
Tesoriere del Partito radicale line-height:130%;Arial","sans-serif";Times New Roman";
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