Politica
Commercio, chiusura festiva. Federico e Di Carlo: tutti insieme felici e corporativi approvano provvedimento illiberale
Dichiarazione di Valerio Federico e Alessio Di Carlo, rispettivamente tesoriere e membro della giunta di Radicali Italiani:
"Le forze politiche di ogni schieramento non hanno perso l'occasione di approvare alla Camera un provvedimento illiberale che cancell la facoltà per gli esercizi commerciali di restare aperti per tutti i giorni dell'anno senza limitazioni".
"Senza nessun voto contrario e con la maggioranza di M5s, Pd, Fi e Ncd si vorrebbe imporre l'obbligo di chiusura per negozi ed esercizi commerciali in almeno 6 delle 12 giornate festive indicate nella norma".
"Si tratta di una misura di stampo corporativo, depressiva per l’economia che elimina opportunità occupazionali occasionali e che, in merito allo sviluppo turistico, va in controtendenza con quanto si tenta di fare da anni cercando di offrire la possibilità ai turisti di accedere ai nostri musei anche nel giorno di Ferragosto. Il premier è informato e d’accordo con quanto sta accadendo in Parlamento?".
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Carceri: Bernardini ringrazia Legnini
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria Nazionale di Radicali italiani:
"Ringrazio il vicepresidente del Csm per aver mantenuto la parola data nel corso dell’incontro avuto all’inizio di settembre alla presenza di Marco Pannella e di Massimo Brandimarte".
"Il fatto che nei miei tre giorni di sciopero della fame Giovanni Legnini abbia affrontato e risolto il grave problema dell’Ufficio di Sorveglianza di Modena che da due anni è senza magistrato, sta anche a significare - e gliene do atto volentieri - che egli, a differenza di altri rappresentanti delle istituzioni, prende in considerazione la forza del dialogo nonviolento quando è finalizzato a chiedere il giusto che occorre subito realizzare quando sono in gioco diritti umani fondamentali".
"Rimane certo la grande tristezza per Antonio C., oggi in coma all’ospedale di Modena a seguito di un tentato suicidio messo in atto in carcere per la disperazione di non trovare ascolto".
"Il funzionamento della Magistratura di sorveglianza, concepita dal legislatore anche a tutela dei diritti dei detenuti in un percorso individualizzato di recupero, è ancora tutto da assicurare, ma questo primo concreto passo mi fa ben sperare anche perché oggi i radicali possono contare sull’impegno del dottor Massimo Brandimarte, fino a pochi mesi fa presidente del Tribunale di Sorveglianza di Taranto, oggi iscritto al Partito Radicale e a Radicali italiani".
Csm, vice presidente Legnini: “Il Consiglio si è subito attivato e in pochissimi giorni assicureremo la presenza di un magistrato al Tribunale di Sorveglianza di Modena”.
“Il presidente della Settima Commissione consiliare, Antonio Ardituro ha interloquito con il presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Bologna e con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Modena chiedendo loro di individuare la soluzione più tempestiva. Sono al vaglio tutte le ipotesi possibili rispettose delle norme ordinamentali, ha sottolineato il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, per garantire al più presto la piena funzionalità dell’ufficio di Sorveglianza di Modena e in pochissimi giorni assicureremo la presenza di un magistrato per far fronte all’emergenza che si era creata”.
“L’attenzione del Consiglio sulla situazione dei Tribunali di Sorveglianza, ha ricordato Legnini, è costante, tanto che nei giorni scorsi il plenum ha deliberato l'aumento dell'organico di 15 unità disposto recentemente dal ministero della Giustizia, decisione cui dovranno seguire ulteriori e più incisive misure”.
La risposta del vicepresidente Legnini, arriva a tre giorni dall’inizio dello sciopero della fame annunciato dalla segretaria di Radicali italiani, Rita Bernardini, dopo il tentato suicidio di un detenuto nel carcere di Modena.
Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, aveva ricevuto lo scorso 4 settembre la segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini, insieme a Marco Pannella e al dott. Massimo Brandimarte, in merito agli organici dei Tribunali di Sorveglianza, ed in particolare a quello di Modena e si era impegnato ad intervenire immediatamente per risolvere la situazione.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Cannabis terapeutica, Boni e Manfredi: nuovo "Organismo statale per la cannabis" non sia carrozzone statalista ma incentivi sperimentazioni sul territorio
Dichiarazione di Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
La super-attiva ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha già individuato le “priorità politiche per l’anno 2016”. Il punto 7.2 del documento, dedicato al settore delle “sostanze stupefacenti e psicotrope e precursori di droghe”, apprendiamo che è in via di costituzione l’“Organismo statale sulla cannabis”, previsto dalla Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961 (art. 23 e 28), con il compito di “monitorare la disponibilità delle preparazioni medicinali a base di cannabis sul territorio nazionale, ai fini della continuità terapeutica dei pazienti in trattamento con prodotti finora importati e del trattamento di nuovi pazienti. Tale attività si svolge in coordinamento con il Ministero della Difesa e il Ministero delle Politiche Agricole, in collaborazione con le Regioni e Province autonome e con Aifa e Iss per i profili autorizzativi e tecnico-scientifici di rispettiva competenza”.
Si tratta dell’attuazione di disposizioni di legge, seppur della metà del secolo scorso, per cui, pur essendo contrari alle leggi stesse, radici del regime proibizionista, non abbiamo nulla da eccepire. L’importante è che l’aggettivo “statale” non si tramuti in “statalista”. L’importante, cioè, è evitare di creare un nuovo carrozzone romano (o romano-fiorentino), che impedisca qualsiasi coltivazione di cannabis terapeutica sul territorio italiano che non sia quella già in atto a Firenze. Ricordiamo che l’art. 23 citato della Convenzione unica sugli stupefacenti consente alla “Parte” (ogni singolo Stato aderente alla Convenzione) di evitare il monopolio dell’Organismo statale sull’oppio medicinale o su preparati a base di oppio” (l’art. 28 estende tale possibilità anche alla cannabis). Sarebbe veramente il colmo se lo statalismo, che l’Italia sta cercando di rottamare, riprenda la sua rivincita grazie alla cannabis terapeutica.
Un’ultima cosa, a proposito dell’attuazione della legge; senza spingersi al 1961, ma arrivando solamente al 1990, il ministro Lorenzin avrebbe trovato il Dpr 309/1990 (testo unico sugli stupefacenti) che, all’art. 1, fa obbligo al governo di convocare una Conferenza Nazionale sulla Droga ogni tre anni; l’ultima la convocarono Berlusconi e Giovanardi nel 2009, sei anni fa.
Cara ministro Lorenzin, perché non ha inserito la convocazione della sesta Conferenza Nazionale sulla Droga fra le “priorità politiche per l’anno 2016”? Anche su questo, l’unico a decidere è Renzi?
Gli articoli 23 e 238 della Convenzione sugli stupefacenti del 1961 sono i seguenti:
Articolo 23 (Organismi nazionali per l'oppio)
- Ogni Parte che autorizza la coltivazione del papavero da oppio in vista della produzione dell'oppio stabilirà, se non l'ha già fatto, e manterrà uno o più Organismi statali (indicati qui di seguito nel presente articolo con il termine «Organismi») incaricati di esercitare le funzioni previste al presente articolo.
- Qualunque Parte indicata al paragrafo precedente applicherà le seguenti disposizioni alla coltivazione del papavero da oppio per la produzione dell'oppio e all'oppio: a) l'Organismo delimiterà le regioni e indicherà gli appezzamenti di terreno in cui sarà autorizzata la coltura del papavero da oppio, in vista della produzione di oppio; b) solo i coltivatori titolari di una licenza rilasciata dall'Organismo saranno autorizzati a dedicarsi a detta coltivazione; c) ogni licenza specificherà la superficie di terreno sul quale detta coltura è autorizzata; d) ogni coltivatore di papavero da oppio sarà tenuto a consegnare all'Organismo il totale del suo raccolto di oppio; l'Organismo acquisterà detta raccolta e ne prenderà materialmente possesso appena possibile, ma al più tardi allo scadere di quattro mesi a contare dalla fine del raccolto; e) solo l'Organismo avrà il diritto, per quanto riguarda l'oppio, d'importare, esportare, di esercitare il commercio all'ingrosso e di conservare degli «stocks» ad eccezione delle giacenze in possesso dei fabbricanti di alcaloidi dell'oppio, d'oppio medicinale o di preparati a base di oppio. Le Parti non sono tenute ad estendere detta clausola all'oppio medicinale o a preparati a base d'oppio.
- Le funzioni amministrative previste al paragrafo 2 saranno esercitate da un solo Organismo statale se la costituzione della Parte interessata lo consente.
Articolo 28 (Controllo della cannabis)
- Se una Parte autorizza la coltivazione della pianta di cannabis per la produzione di cannabis o della resina della cannabis dovrà applicare il regime di controllo previsto dall'articolo 23 per quel che è disposto per il controllo del papavero da oppio.
- La presente convenzione non verrà applicata alla coltivazione della pianta di cannabis fatta a scopi esclusivamente industriali (fibre e semi) o di orticoltura.
- Le Parti adotteranno le misure che appariranno necessarie per impedire l'utilizzazione non consentita delle foglie della pianta di cannabis o il loro traffico illecito.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Illegittima l'esclusione di Rita Bernardini Garante dei Detenuti abruzzesi: abbiamo presentato ricorso al Tar
Dichiarazione dell'avv. Vincenzo Di Nanna - Segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi:
"L'esclusione della candidatura di Rita Bernardini a ricoprire la carica di Garante dei Detenuti abruzzesi è illegittima: abbiamo presentato ricorso al Tar". Lo dichiara l'avv. Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi.
"Oltre alla palese violazione della legge Severino, è stata infatti invasa la sfera di competenza del Consiglio Regionale, a cui spettava, in via esclusiva, il compito di deliberare sull'ammissibilità o meno della candidatura: ci troviamo invece davanti a una decisione politica che è stata presa per via amministrativa. Pertanto, insieme agli avvocati Paolo Mazzotta e Giuseppe Rossodivita abbiamo deciso d'impugnare il respingimento della candidatura, fermo restando che ci auguriamo sia la stessa Amministrazione Regionale a riammetterla in autotutela. La Regione darebbe così un grande segnale in un momento drammatico per le condizioni delle carceri italiane, riparando a questo grave precedente con un primo passo che indichi invece la volontà di cominciare a provvedere a una situazione inaccettabile per l'Italia intera, come ricordato da papa Francesco nella sua richiesta di un provvedimento di clemenza".
"Il curriculum di Rita Bernardini è infatti ineguagliabile non solo per la sua straordinaria competenza ed esperienza, ma anche per via della sua continua e diretta vicinanza alle problematiche dei detenuti afflitti dalla illegalità in cui vertono loro malgrado gli istituti di pena in un paese che, come sottolinea instancabilmente Marco Pannella, è in flagranza di reato contro i diritti umani più basilari. Correggere autonomamente l'illegittimità della esclusione dell'on. Bernardini sarebbe quindi un atto politico in controtendenza e un modo, una volta tanto, di 'essere speranza' a fianco dei Radicali. Nel frattempo, dalla mezzanotte di ieri, la candidata esclusa ha intrapreso uno sciopero della fame dopo l'ennesimo tentato suicidio in un istituto di pena, questa volta a Modena, dove un detenuto che soffre di problemi mentali si trova attualmente in coma: il suo legale aveva presentato ripetutamente istanza di scarcerazione, ma non ha ricevuto risposta in quanto l'ufficio di sorveglianza si trova da due anni sprovvisto del giudice previsto in organico".
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Carcere: Ufficio di sorveglianza di Modena da due anni senza giudice. In coma il detenuto che si era impiccato in carcere. Bernardini da domani in sciopero della fame
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani:
Antonio C. è in coma. Il suo legale a maggio aveva presentato un’istanza all’ufficio di sorveglianza perché il suo assistito, detenuto presso il carcere di Modena, ha seri problemi di salute mentale. Tuttavia, il giudice di sorveglianza non risponde per il semplice fatto che quello previsto in organico non c’è da due anni. Antonio C. – caso segnalato e conosciuto visto che era in cura al centro di igiene mentale di Sassuolo – si impicca nella sua cella, ma non riesce a farla finita tanto che ora è in coma all’ospedale di Modena.
Ho diverse domande da porre nel Paese delle meraviglie dove lo stupore si manifesta anche quando impiccagioni e morti sono con ogni evidenza preannunciate.
Come mai la notizia dell’impiccagione non è trapelata?
Come mai chi di dovere non ha ascoltato il drammatico appello sulla scopertura degli organici lanciato nei mesi scorsi dal presidente del tribunale di Sorveglianza di Bologna, Francesco Maisto?
Come mai chi di dovere non mi ha ascoltata, visto che dall’anno scorso denuncio l’assenza del giudice di sorveglianza di Modena?
Come mai il ministro della Giustizia non ha ancora risposto all’interrogazione presentata dal vicepresidente della Camera Roberto Giachetti il 7 luglio scorso sui problemi urgenti delle scoperture di organico della magistratura di Sorveglianza italiana e, in particolare, di quella di Bologna?
Io ringrazio il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini che il 4 settembre scorso mi ha ricevuta assieme al leader Marco Pannella e al dott. Massimo Brandimarte proprio sulle questioni riguardanti i macroscopici buchi della sorveglianza, ma temo che i tempi del Csm non siano compatibili con le emergenze in corso: emergenze relative ai diritti umani fondamentali dei detenuti.
Si sa, i radicali esagerano sempre, sono vittimisti e piagnoni. Io comunque dalla mezzanotte inizio lo sciopero della fame anche perché mi pesa troppo il cappio che Antonio C. si è stretto dalla disperazione intorno al collo.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: Somma, Criscuolo, Iula, nostra signora dell’Eni e la “Teologia della Trivellazione”.
Da Nuova del Sud, 11 settembre 2015
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Mi dicono che Michele Somma abbia manifestato sotto gli uffici della Regione Basilicata travestito da Tupamaros. Il comandante Somma, l’Uomo del Monte, anzi dell’autobotte, è stato visto nei pressi di via Anzio mentre invitava la folla ad intonare un vecchio slogan dei disoccupati organizzati napoletani, opportunamente riadattato: “’O petrolio ci sta, ma nun c’o vonn dà”. Accanto al Tupamaros Somma, pare che siano stati intravisti anche Iula e Criscuolo travestiti da “Il Gatto e la Volpe”. Verso mezzogiorno, un biplano con il logo del cane a sei zampe, pilotato da un De Scalzi in versione barone rosso, ha sorvolato il viale della Regione Basilicata lanciando sulla folla l’ultimo capolavoro di Marco Bardazzi, un opuscolo intitolato “La teologia della trivellazione”. Nel mentre, sulla scalinata del Palazzo d’Inverno, Marcello Pittella, Davide Tabarelli, Mario Polese, Nino Grasso e Guido Viceconte intrattenevano gli astanti, mettendo in scena un must della sceneggiata napoletana: “’E figlie so’ piezz ‘e core”.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Liberté, Fraternité, Trivellité. Che spettacolo, amici drughi!
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">In Basilicata, terra immaginifica, dove in nome del petrolio sono state commesse fin troppe nefandezze, può anche succedere che l’indotto petrolifero Eni manifesti sotto la Regione per rivendicare il proprio diritto ad inquinare.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">In Basilicata, terra dove da lustri petrolio fa rima con “sponsorizzazioni” che hanno inquinato anime e coscienze, i petrolieri si son giocati la carta del sentimento, mandando in piazza madri e figli, padri e nonne.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Il petrolio è anche lavoro, dicono. Soprattutto lavoro e opportunità perse in nome di uno sviluppo senza futuro, rispondo io.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ai Somma, ai Criscuolo e ai padroni del vapore della petrolizzata confindustria lucana, ripeto che stiamo continuando ad inseguire il trapassato remoto fossile, non per fare gli interessi della patria, della nazione, del paese, ma solo gli interessi di Assomineraria.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">L’Eni ricorda, nello studio di impatto ambientale e di incidenza del pozzo Pergola 1, che nel Nord America, nel 2013, sono stati estratti 17,2 milioni di barili al giorno. Nella Valle dell’Agip, nel 2014, sono stati estratti 25 milioni di barili in un anno. E allora, il gioco vale la candela? Per estrarre in un anno una quantità di greggio che altrove estraggono in due giorni, mettiamo a repentaglio una risorsa di gran lunga più importante dell’oro nero: l’acqua potabile.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Oggi vale la pena di ricordare ciò che è stato detto del film “Il Petroliere”, firmato dal regista Paul Anderson: “Il Petroliere è un film fatto di bitume, di corpi che diventano tutt'uno con la terra e l'oro nero che la intride. Corpi pronti ad essere spezzati e anche dilaniati nella ricerca di un possesso avido quanto amorale”.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: Se questo è un cristiano ovvero Don Abbondio e Don Rodrigo nella Basilicata Saudita e il dibattito che non s'ha da fare.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Verrebbe da chiedere a Papa Francesco un'opinione sulle parole di Don Filippo Lombardi che, da quanto mi viene riferito da fonte autorevolissima, avrebbe dichiarato: "L'evento non si deve proprio fare". L'evento in oggetto è l'incontro/dibattito che si sarebbe dovuto tenere venerdì 11 settembre a Montalbano Jonico, intitolato "Laudato si’. Dal pensiero universale di papa Francesco sull’ambiente al caso locale della Basilicata. Incontro dibattito con Maurizio Bolognetti".
Verrebbe da chiedere a Don Filippo Lombardi cosa ci sia di cristiano nel suo comportamento e nelle sue parole.
Verrebbe da citare quel "Guai a voi scribi e farisei ipocriti che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume".
Viva l'enciclica di questo Papa e vivano, mi sia consentito, le opere e le azioni, senza omissioni, che da 25 anni sto provando a nutrire. alimentando convinzioni e mai convenienze.
Credo di non aver mai provato, nemmeno nei momenti peggiori, lo sconforto e la tristezza che provo in questo momento.
Credo di non aver mai avvertito così netta e forte la distanza che mi separa da poteri e potentati, che soffocano la vita di questa regione e dell'intero Paese.
Avrei preferito, lo confesso, un colpo di lupara caricata a pallettoni. Meglio del costante tentativo di decretare la morte civile e politica, che poi, per quanto mi riguarda, è peggio della morte fisica.
P.S. Viene in mente, in queste ore, il Don Gaetano Salvemini di Memorie e Soliloqui: "Se me ne andassi via, nessuno vedrebbe nella mia partenza lo sdegno, il disgusto, lo scoraggiamento, la disperazione, la volontà di rimanere fuori da questa palude disgustosa a cui è ridotta la politica italiana". (20 novembre 1922)
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Droga, Perduca: Parlamento e Governo facciano tesoro della relazione annuale dipendenze
Dichiarazione di Marco Perduca, Membro di giunta dell'Associazione Luca Coscioni e Rappresentante all'Onu del Partito Radicale
E' finalmente stata presentata alle Camere la "Relazione 2015 al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia", si tratta di un lavoro immane (quasi 700 pagine!) che offre al legislatore un contesto presentato laicamente con abbondanza, forse eccessiva, di particolari in netta discontinuità col passato quando i numeri venivano utilizzati per provare la presunta efficacia della legge e delle politiche. Positivo anche il fatto che si tratti un gruppo di lavoro che include soggetti extra-istituzionali, meno utile forse l'avere delle stime ancora ferme al 2009. Il dato che balza maggiormente agli occhi è che il 10% degli italiani ha rapporti con le sostanze proibite, che il giro d'affari stimato supera i 23 miliardi di euro e che il costo della repressione penale del fenomeno va oltre il miliardo di euro e che, a fronte di tutto ciò, non si registri alcuna diminuzione del consumo e dello spaccio. Come sappiamo la relazione non verrà discussa dalle Camere e, mancando un sottosegretario deputato alla questione, non vi è stata, ne pare vi sarà, una presentazione da parte del Governo di questo prezioso lavoro. Affinché questo sforzo non resti materiale per scaffali o portali e il legislatore possa farne tesoro, occorre finalmente prendere in considerazione la possibilità di modificare il meccanismo di presentazione del documento e istituire un meccanismo formale e istituzionale che preveda una discussione politica almeno nelle commissioni salute e giustizia di Camera e Senato. Il titolo della relazione potrebbe inoltre suggerire al Governo un cambio di denominazione del dipartimento stesso, d'altronde anche Il Coordinatore del Dipartimento, Patrizia De Rose, ha tenuto a sottolineare che il documento "si sofferma sul fenomeno delle 'dipendenze' nell'accezione più generale del termine, piuttosto che sulla sola 'dipendenza da droga', e cioè dipendenze anche da alcol, fumo e gioco d'azzardo patologico". Infine, siccome dalle 700 pagine della relazione risulta sempre più evidente che le politiche "anti-droga" abbiano miseramente e patentemente fallito e che resti invece necessario rafforzare la parte relativa al governo degli effetti problematici del loro uso potrebbe esser utile e opportuno modificare denominazione e scopo del Dipartimento. L'occasione della sesta conferenza nazionale sulle droghe sarebbe il luogo appropriato per affrontare il problema. A proposito, non guasterebbe che il Governo annunciasse anche le date per questo importante appuntamento atteso da oltre tre anni.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Laudato si’. Dal pensiero universale di papa Francesco sull’ambiente al caso locale della Basilicata. Incontro dibattito con Maurizio Bolognetti
Fonte: Il Metapontino.it
Laudato si’. Dal pensiero universale di papa Francesco sull’ambiente al caso locale della Basilicata Incontro dibattito con Maurizio Bolognetti
Centinaia di migliaia d’anni di vita in equilibrio tra l’uomo raccoglitore-cacciatore ed il suo ambiente, qualche migliaia d’anni di storia dell’agricoltura, poche decine d’anni di sfruttamento industriale ed intensivo della natura. Effetto serra, avvelenamento delle falde, inquinamento del mare, disboscamenti indiscriminati, desertificazione del suolo: sono ormai evidenti gli effetti di danni irreversibili all’ambiente provocati dall’uomo, solo nell’ultimo secolo, con uno sfruttamento eccessivo di risorse limitate. Altrettanto evidente è la consapevolezza che, per la stessa sopravvivenza umana, è necessario a livello globale un modo nuovo di “coesistenza” con gli esseri viventi e di utilizzo “sostenibile” delle risorse naturali. Il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, tuttavia, non sono solo un’esigenza razionale che l’uomo può giustificare scientificamente con la motivazione “egoistica” della sua sopravvivenza, ma possono trovare, nell’animo umano e nel suo rapportarsi con la natura, motivazioni profonde che trascendono l’interesse personale o della specie. L’iniziativa, vuole essere un momento di incontro, riflessione e confronto sull’”etica” che, con motivazioni diverse - laiche o religiose – deve impegnare l’uomo al rispetto e alla salvaguardia della natura. Partendo dal pensiero universale di papa Francesco, con la sua ultima enciclica, per arrivare, molto concretamente, al caso locale della Basilicata.
Segue il programma.
L’Azione Cattolica e Legambiente organizzano l’Incontro dibattito “Laudato si’… Incontro dibattito con il giornalista Maurizio Bolognetti”
Venerdì 11 settembre
Ore 18.30
Sala “verde” Parrocchia S. Rocco
Via Rizzi Montalbano Jonico(MT)
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Grattacielo Regione, Manfredi: Chiamparino pubblichi online i compensi pagati a studio Fuksas così i cittadini sapranno se devono ringraziare Fuksas o viceversa
Dichiarazione di Giulio Manfredi, membro di Radicali Italiani:
"La pace fatta fra Chiamparino e Fuksas è una cosa positiva se avviene in un contesto di massima chiarezza e di massima trasparenza, visto che stiamo parlando di milioni di euro a carico dei cittadini piemontesi. Invito, pertanto, il presidente della Regione a implementare il sito ad hoc dedicato alla costruzione del grattacielo – sito già molto più ricco rispetto all’epoca Cota, grazie al pungolo radicale – con un report analitico sui compensi (e sulle relative prestazioni) pagati dalla Regione Piemonte allo Studio Fuksas e Associati".
"Solo quando i cittadini conosceranno tali dati e solo quando il grattacielo entrerà in funzione, potremo decidere a ragion veduta se è il caso di ringraziare Massimiliano Fuskas per il suo “regalo ai piemontesi” annunciato oggi (la sua direzione artistica gratuita fino a fine lavori)".
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Eutanasia, Ass. Coscioni: si farà l'intergruppo parlamentare
Mercoledì 16 settembre, a due anni dal deposito della legge popolare, si terrà la prima riunione
Dichiarazione di Marco Cappato, Filomena Gallo e Mina Welby
A due anni dal deposito della legge popolare per la legalizzazione dell'eutanasia, ci siamo rivolti ai Parlamentari, con l'aiuto del sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni e delle onorevoli Pia Locatelli e Marisa Nicchi, per invitarli a partecipare alla costituzione di un intergruppo parlamentare per l'eutanasia legale e il testamento biologico. La riunione si terrà mercoledì 16 settembre alle ore 15 presso la Sala Salvadori, alla Camera dei Deputati.
Il 13 settembre 2013, l'Associazione Luca Coscioni - insieme ad altre associazioni - depositò presso la Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 67.000 cittadini italiani, ai quali si sono aggiunti oltre 30.000 firmatari via internet.
La proposta è stata affidata alle commissioni Giustizia e Affari sociali, ma la discussione non è stata ancora avviata. Si sono rivolti al Parlamento per sollecitare una discussione in particolare molti malati terminali e personalità come Vasco Rossi, Roberto Saviano, Michele Ainis, Corrado Augias, Marco Bellocchio, Furio Colombo, Maurizio Costanzo, Filippo Facci, Vittorio Feltri, Giulia Innocenzi, Selvaggia Lucarelli, Mara Maionchi, Neri Marcorè, Paolo Mieli, Giampaolo Pansa, David Parenzo, Emma Bonino e Marco Pannella.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Dipendenze. Relazione al parlamento, Manfredi: documento reso pubblico con due mesi di ritardo, ma mai come prima ricco di dati che devono servire per conferenza nazionale sulle droghe
Dichiarazione di Giulio Manfredi, membro di Radicali Italiani:
Il governo ha presentato la Relazione sulle dipendenze al parlamento lo scorso 30 giugno ma solo oggi, 8 settembre, i cittadini hanno potuto conoscere i contenuti del documento.
È impossibile riassumere 691 pagine ma a prima vista emerge la serietà del lavoro di redazione, che ha coinvolto per la prima volta le regioni ma anche le associazioni del privato sociale ed i servizi pubblici.
Alcuni numeri balzano subito agli occhi: la stima del numero totale di spacciatori al dettaglio è pari a 389.956 persone (ultimo anno di riferimento il 2009); la stima di 4.506.624 consumatori di cannabis, 1.165.763 consumatori di cocaina e 530.193 consumatori di oppiacei produce una stima del fatturato complessivo annuo del mercato criminale delle droghe (prodotto dalle leggi proibizioniste) di quasi 23 miliardi di euro (pagg. 15 e 16 della Relazione). Il sistema proibizionista costa in termini di carceri, polizia e magistratura ben 1,4 miliardi di euro, pari a una spesa media pro-capite di quasi 24 euro all’anno, bambini e anziani compresi (pagine 89 e 90 della Relazione).
Rispetto allo spaccio di eroina, i dati del governo fanno giustizia, per esempio, di quanto dichiarato solo 18 giorni fa da un ministro dello stesso governo, la titolare della Salute Beatrice Lorenzin: “… Sono cresciuta in un quartiere di periferia in cui la droga girava eccome: da quando è sparita l’eroina dalle strade, però, in molti hanno pensato di averla sconfitta…” (“La Stampa”, 20/08/2015). I sequestri di eroina sono aumentati in un anno del 5,3 per cento e più eroina sequestrata significa più eroina in circolazione.
La speranza è che la Relazione 2015 non finisca ad ammuffire nei cassetti del parlamento come le precedenti ma serva come documento-base per quella Conferenza Nazionale sulla Droga (che il governo italiano, in base alle leggi dello Stato, dovrebbe indire ogni tre anni, l’ultima la organizzò Berlusconi nel 2009) che dovrebbe segnare un cambiamento di verso delle politiche sulle dipendenze. Gli Stati Uniti, bastione del proibizionismo, aprono alla legalizzazione della cannabis; l’Italia di Renzi rimane alla finestra?
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
La Regione Toscana spende 15 milioni di euro per superare l’opg di Montelupo ma dopo cinque mesi è ancora tutto fermo
Si è svolta sabato 5 settembre, di fronte all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, una manifestazione dei radicali fiorentini per ricordare gli impegni presi dalla Regione Toscana sul fronte del superamento dell’OPG così come previsto dalla legge 81. Sono trascorsi, infatti, cinque mesi dalla data del 31 marzo, giorno in cui gli Opg dovevano essere chiusi per legge, e nulla ancora è stato fatto. La Regione Toscana è ancora priva di una Rems, la struttura sanitaria per l’esecuzione delle misure di sicurezza, e l’Opg di Montelupo è ancora attivo con circa una settantina di internati. A nulla sono valsi gli sforzi di associazioni, enti e movimenti per aiutare il difficile percorso di superamento degli ospedali giudiziari, e la struttura di Montelupo rischia così di rimanere attiva ancora per molti anni, pur senza accettare nuovi ingressi. Solo la settimana prossima dovrebbero partire i lavori a Volterra per una Rems provvisoria per 22 posti letto in attesa di quella definitiva, lavori che hanno già registrato cinque mesi di ritardo prima ancora di iniziare. La Rems provvisoria di Volterra, infatti, avrebbe dovuto essere consegnata a fine agosto, così come riportato nella delibera n. 666 della Regione Toscana del 25 maggio.
I Radicali hanno inoltre criticato gli oneri di spesa previsti dalle tre delibere regionali. Solo per la Rems di Volterra sono stati stanziati dieci milioni e trecentomila euro di spesa (94 per cento provenienti dal ministero e 6 per cento dalla Regione), mentre altri 5 milioni sono previsti per numerose altre voci, tra cui 300 mila solo per garantire l’accertamento delle "condizioni psichiatriche all’interno della apposita sezione nel reparto detentivo di Sollicciano". E’ stato calcolato che per ognuno dei circa 40 internati toscani e umbri la spesa per il superamento dell’Opg si aggira sui 386 mila euro.
Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’Associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi:
“La risposta delle istituzioni regionali alle richieste contenute nella legge 81 è stata oltremodo inadeguata e pasticciona. Il rischio che Montelupo rimanga attivo per un lungo periodo di tempo è molto alto, per non parlare delle spese previste che potrebbero, con un adeguato lavoro di ricerca delle opzioni sul territorio, ridursi di molto: è infatti strano che per spostare circa 40 internati si debba prevedere a Volterra un inter così complesso, che prevede addirittura la realizzazione della Rems in due fasi (prima nel Padiglione Morel e poi nel Padiglione Livi dell’area ospedaliera di Volterra). A noi stanno a cuore non solo le sorti degli internati di Montelupo, ma sopratutto il rispetto della legge, in questo caso della legge 81”.
Nota riservata alla stampa: per informazioni Maurizio Buzzegoli (3382318159)
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Opg Montelupo. Il 5 settembre manifestazione per il rispetto della legge sul superamento
I radicali fiorentini dell'Associazione "Andrea Tamburi" presenziano sabato 5 settembre all'esterno dell'Opg di Montelupo Fiorentino. Un'iniziativa per chiedere chiarezza sul superamento della struttura e per il rispetto della legge 81 del 2014.
Nell'ambito della manifestazione, alle ore 11:30, conferenza stampa con Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, rispettivamente presidente e segretario dell'Associazione.
La manifestazione si terrà di fronte all'Opg in viale Umberto I, e avrà luogo anche in caso di pioggia.
Per informazioni Maurizio Buzzegoli (3382318159).
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Eutanasia, Cappato-Fraticelli-Welby: 16 richieste di eutanasia ricevute in agosto. Superate le 100mila sottoscrizioni sulla pdl popolare
Dichiarazione di Marco Cappato, Gustavo Fraticelli e Mina Welby Nel solo mese di agosto 2015 sono state 16 le persone che ci hanno contattato per avere informazioni sull’eutanasia all’estero. Sono esclusi dal conteggio coloro che si sono presentati in forma anonima, che farebbero raddoppiare il numero dei contatti ricevuti. Tra le persone richiedenti informazioni in forma non anonima si contano 10 donne e 6 uomini. Il 75% delle persone ha cercato informazioni per sé, il 25% per parenti o amici impossibilitati a chiamare a causa della loro malattia. Nello specifico di queste ultime: tre richieste di informazioni per la madre, una per un amico. Le cause prevalenti delle richieste di informazioni riguardano malattie degenerative (il 43%) o tumorali (28%), così come la comparsa dei primi segni di Alzheimer. Il 60% delle richieste arriva dal Nord Italia, il 20% dal Centro così come dal Sud Italia. background-image:initial;background-repeat:initial"> background-image:initial;background-repeat:initial"> 10.0pt">Da marzo 2015, mese d’inizio dell'azione “SOS eutanasia”, abbiamo dato informazioni a 54 persone presentatesi in forma non anonima. Nelle nostre risposte, oltre a dare informazioni sulla sospensione delle terapie in Italia, forniamo informazioni sulle cliniche svizzere solo a coloro che potrebbero avere i requisiti, fermo restando che saranno poi le cliniche stesse a decidere sulla base della legislazione elvetica. background-image:initial;background-repeat:initial"> Ecco alcune delle email ricevute: margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">1. Mia madre ha quasi 86 anni, è nata nel '28. La comparsa dell'Alzheimer risale a circa 5 anni fa. Ha un'aneurisma all'aorta a limite dell'operabilità da circa 5 anni. Soffre di fibrillazione atriale da circa tre anni, fa prelievi settimanali per stabilire la terapia. Dal dicembre 2013, da quando si è rotta il femore ed è risultato impossibile operarla, è a letto con il catetere. Non riconosce più i familiari, si esprime con fonemi o parole raramente comprensibili. Per nutrirla va imboccata. Ultimamente ha piaghe da decubito nonostante creme atte a preservarla da tale problema. margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">2. Ho 43 anni e sono affetto da sclerosi multipla primaria progressiva da circa 15 anni, un terzo della mia vita. Vivo solo e mi arrangio in tutto, ma la patologia procede con costanza e vorrei avere la serenità di poter decidere quando finire con dignità, senza dipendere dalla decisione di nessun altro. margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">3. Sono una signora con un tumore con metastasi. Desidererei accedere all'eutanasia, ma non so a chi rivolgermi e come fare. Vi chiedo gentilmente un aiuto. margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">4. Mia madre è affetta da una malattia degenerativa (una forma di mielopatia). Non è ancora gravemente invalida, ma è destinata a diventarlo (tetraplegica). Per questo mi ha chiesto di informarmi su cosa deve/può fare per manifestare la sua intenzione di ricorrere all'eutanasia nel caso sia ridotta all'invalidità totale e dove/come l'eutanasia può essere praticata. margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">5. Sono costretto su una sedia a rotelle a causa di una lesione infettiva a livello midollare che mi ha portato ad una tetraplegia. A questa si associano problemi collaterali tipo lesioni da decubito. Dal punto di vista familiare mi ritrovo solo. Questa è un tipo di vita che non voglio e non sono in grado di vivere. Per questo chiedo il vostro aiuto per arrivare a concludere il mio percorso di vita. margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">6. Per il momento non ho problemi che mi spingono a chiedere l’eutanasia, ma voglio proteggermi in caso di bisogno e specialmente non voglio mettere mia figlia contro la legge. L’anno scorso ho avuto un infarto, ma mi sono rimessa al 100%. In caso mi succedesse qualcosa, se sono lucida di mente potrò contattarvi, ma - quello che mi preoccupa più di tutto - se non sarò più in grado di contattarvi, se con un altro infarto entrassi in uno stato vegetativo, come potrei fare? Le disgrazie arrivano velocemente ed è un bene che chi deve decidere (in questo caso mia figlia) sappia come procedere margin-left:47.25pt;text-indent:-18.0pt;">7. Non so se questo è l'indirizzo giusto per porvi questo quesito, ma tento. Probabilmente nessuno mai ha richiesto un'informazione del genere, ma mi piacerebbe sapere se sono l'unica al mondo a pensarla così. Ho 21 anni e in pratica non mi piace la vita. Io vorrei non esser viva, credo che la mia esistenza sia sbagliata e vana, nonché un peso futuro per lo Stato e per le persone a me care. Vorrei che la gente accettasse l'idea che la vita non è per tutti. Che non tutti son felici di svegliarsi al mattino, che il dolore sa essere insopportabile, ogni minuto di ogni giorno. Sono in salute. Sono giovane. Sana e robusta costituzione. Ho una vita davanti a me: una vita che semplicemente non mi va di vivere. Non riesco. Vorrei sapere perché la società preferisce lasciarmi morire da sola, magari con metodi violenti o dolorosi, in solitudine, quando potrei rendere dignitose altre
vite, con la mia morte. Esistono persone in fin di vita che altro non vogliono se non VIVERE, VIVERE, VIVERE; e poi ci sono io, in perfetta salute, che tutto desidero tranne vivere. Amo. Amo tante cose, ma quest'amore mi uccide. Vorrei lasciare questo matto e bel mondo sapendo di aver fatto almeno una sola cosa giusta, almeno una sola cosa buona. So che verrebbe considerato omicidio o chissà quale altra fesseria inventata da chi vuole avere controllo sulle vite altrui, con l'assurda convinzione di voler salvare tutti (come se tutti volessero esser salvati) ma io ho bisogno di sapere se esistono Stati che permettano l'espianto di organi senza morte cerebrale avvenuta. So che potreste considerarla una cosa macabra, ma macabro è costringere una persona a vivere una vita che non vuole, che non ha mai voluto e che mai vorrà. Sono colma di una triste speranza da sempre, sorrido e conduco una vita apparentemente normale: non c'è nulla di "pazzo" in me. Solo la volontà di sapere se esiste o meno una possibilità del genere. Non giudicatemi.
© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
"Dal Pontefice una speranza a tutti i carcerati del mondo"
L'intervista a Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani
- di Antonio Rapisarda per iltempo.it
Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani, ricorda un aneddoto con speranza nel giorno in cui Papa Francesco richiama l’amnistia come uno dei principi dell’Anno Santo: «Due anni fa Marco Pannella ricevette una telefonata dal Papa dove gli disse: "Sii coraggioso, ti aiuto su questo fronte..."».
L’aiuto è arrivato.
«Sì, decisamente».
La considerate una vittoria «radicale»?
«È un cammino e una lotta da portare avanti. La sensibilità del Pontefice non è semplicemente di natura religiosa, non è armata solo dei principi del Vangelo, ma è una risposta di alto profilo anche dal punto di vista giuridico, di considerazione della legge».
Quello della giustizia è un tema caro a Francesco.
«Il Papa appena eletto ha dato subito un segnale: ha abolito l’ergastolo nel Vaticano. Ha introdotto il reato di tortura. Pensiamo, invece, a cosa accade in Italia...».
Sono gesti che nel mondo cattolico hanno suscitato grande attenzione.
«Francesco ha dimostrato di tenere alla condizione dello stato di diritto. Ricordo quando tenne una lezione ai giuristi cattolici e parlò di ergastolo come "pena di morte ritardata". Stesso discorso sul carcere duro».
Insomma, Bergoglio è il più «pannelliano» dei papi possibile...
«I due si intendono. Sono mossi dagli stessi principi che "principiano" qualcosa. Mi sembra che tutti e due siano un esempio di vita spesa nelle battaglie per i principi».
Certo, Pannella con la tonaca però...
«Marco ha usato spesso un motivo dei cattolici spes contra spem : essere speranza nella vita».
Come pensate di dare una mano sull’argomento al Papa?
«Siamo notoriamente poveri. Lo faremo con i metodi della non violenza. Continueremo la lotta sul fronte istituzionale. L’amnistia consente di sgravare tutta la giustizia di un fardello di procedimenti destinati alla prescrizione. Ciò significherebbe rimettere in moto milioni di euro».
© 2015 Il Tempo. Tutti i diritti riservati
Amnistia: conferenza stampa di Marco Pannella
"Nella sede del Partito Radicale, in Via di Torre Argentina 76, terrò una conferenza stampa pubblica, sul valore delle attuali decisioni di Sua Santità Papa Francesco, in merito a massimi problemi di Diritto, di Legge, Politici, a massimi problemi Morali, Religiosi, Giuridici, Civili, così riproposti al mondo contemporaneo. Indicherò di quali essenziali apporti speriamo, contiamo, di poter fare ( e far fare ) tesoro". Marco Pannella annuncia così la conferenza stampa che terrà stamani 2 settembre ’15 alle 10:30 nella sede del Partito Radicale.
"Scontati consensi o dissensi sarebbero tutti, ma proprio tutti, inadeguati e forieri di un ulteriore disastroso presente- ha spiegato Pannella - specie, ma certo non unicamente, per il mondo contemporaneo, a fronte del rinnovato, tremendo Olocausto attualmente ormai non solo incombente, ma nuovamente in corso malgrado da decenni lo si sia da noi previsto, temuto, combattuto nelle, per noi, evidenze del suo egemonico riproporsi".© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Suicidi in carcere, siamo a 32 (dal Riformista)
Da il Riformista, a firma di Rita Bernardini
Anche l`ultimo se ne è andato impiccandosi in una cella del carcere di Como. È il trentaduesimo detenuto che si toglie la vita dall`inizio dell`anno. Ristretti Orizzonti informa, con il suo dossier "morire di carcere", che tra luglio e agosto in dodici si sono suicidati nelle patrie galere. Giorgio Napolitano, quattro anni fa cioè due anni prima del suo unico messaggio costituzionale alle camere - parlò della situazione carceraria italiana in un convegno organizzato dai radicali.
Napolitano fu lapidario: "È una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana - fino all`impulso a togliersi la vita - di migliaia di esseri umani chiusi nelle carceri". Poneva la questione sotto il profilo del mancato rispetto da parte dell`Italia di diritti umani fondamentali, consacrati non solo nella nostra Costituzione ma in tutte le carte europee e dell`ONU. E nel messaggio alle Camere datato ottobre 2013 (!) poneva solennemente l`accento sull`OBBLIGO per il nostro Paese di uscire immediatamente - prefigurando anche un provvedimento di amnistia e di indulto - da una condizione di manifesta illegalità, condannata per anni in sede Europea. Il trentaduesimo suicida, quello di ieri, fa parte della schiera di "indesiderabili" vittime della strage di legalità e di diritto che a cuor leggero gli Stati sovente impongono ai loro popoli in nome di una "ragione" che anziché salvarli (i popoli) li rende martiri di un potere tanto cieco quanto spietato. Marco Pannella, due giorni fa, ha pronunciato la parola OLOCAUSTO riferendosi alle migliaia di migranti morti per asfissia nei furgoni e nelle stive delle navi, o nelle persecuzioni di cristiani e musulmani da parte dei fondamentalisti dell`Isis. Anche loro appartengono alla schiera degli "indesiderabili", come lo erano gli ebrei e altri gruppi etnici e religiosi nella Germania nazista. Quel termine, Pannella lo usò anche quando, all`inizio degli anni 80 del secolo scorso - cioè 35 anni fa - intraprese la lotta radicale contro lo sterminio per fame che venne sostenuta da oltre 130 Premi Nobel, 1.300 sindaci, 12 capi di stato africani. Anche allora poneva il problema sotto l`aspetto della violazione dei diritti umani universalmente riconosciuti, e sulla necessità vitale di assicurare il diritto alla conoscenza delle genti, dei popoli. Oggi, mentre insiste su quella parola "Olocausto" -, offre al nostro Stato la possibilità di farsi promotore, nel corso dell`imminente sessione ONU, di una risoluzione che, rivolgendosi a tutti i Paesi, promuova la "transizione" verso lo stato di diritto democratico, laico, federalista, e il diritto universale alla conoscenza. Perché il rispetto dello stato di diritto è a garanzia degli ultimi, dei diseredati, dei senza potere. E se lo è per loro lo sarà per tutti, senza violenze e prevaricazioni. La proposta - o, meglio, il monito - è rivolto anche ai Paesi che si ritengono solidamente "democratici" ma che albergano in sé i germi, anche visibili, di una insidiosa crisi di valori e di democrazia. Ci auguriamo che anche questa volta, come capitò per l`istituzione della Corte Penale Internazionale o per la Moratoria delle esecuzioni capitali, Marco Pannella sia ascoltato dal Governo italiano e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: i giorni perché l`auspicio - anzi il progetto pannelliano possa prendere corpo non sono molti, visto che l`Assemblea plenaria all`ONU prenderà il via il 28 settembre. Siamo proprio agli sgoccioli. L`Europa, finora assente ed ignava, tenta di correre ai ripari sul tema dei migranti. Temiamo che le decisioni che si appresta a prendere siano tardive e soprattutto inefficaci. L`ONU è stata richiamata alle sue responsabilità, anche dall`autorità religiosa. Finora, però, non ci pare di aver ascoltato un progetto della vastità e della profondità di quello proposto dal leader radicale. Sembra che sia qualcosa di impossibile: ma, come Pannella spesso ricorda, nei momenti più gravi occorre, con lucido coraggio, mettere in atto il motto cristiano, "Spes contra spem". Intorno al quale, come possiamo, sollecitiamo la convergenza di coloro che hanno compreso quale sia il baratro verso il quale ci stiamo, tutti, avviando.
© 2015 Il Riformista. Tutti i diritti riservati
AttachmentSize Scarica l'articolo968.66 KBPannella: cari Mattarella e Bergoglio, mentre voi temete la terza guerra mondiale è in corso l'Olocausto
"Cari Presidente Mattarella e Papa Bergoglio, voi paventate l'esplosione della terza guerra mondiale, non vi rendete conto però che non ci sarà la nuova guerra mondiale ma il nuovo Olocausto. Ne parlavamo insieme ai premi Nobel nella campagna contro lo sterminio per fame sostenuta dal Presidente Pertini e da Papa Giovanni Paolo II, a partire dal manifesto appello di oltre 130 Premi Nobel convergente con la nostra analisi che già nel 1980 parlava di nuovo Olocausto.
Oggi l'Olocausto sono le migliaia di morti nel Mediterraneo e ai confini dell'Europa, dove torna quel filo spinato che un tempo delimitava la libertà dalle dittature. L'Olocausto sono i morti per asfissia nei furgoni e nelle stive delle navi, nelle persecuzioni di cristiani e musulmani da parte dei fondamentalisti dell'Isis. Sono morti che abbiamo rappresentato anche fisicamente nella marcia del 25 aprile del 2009 con la stella gialla appuntata sul petto. La risposta che riteniamo necessaria per fermare l'Olocausto è la transizione verso lo stato di diritto democratico, laico, federalista e il diritto alla conoscenza, risposta che deve essere iniziativa propria dello Stato Italiano a partire dalla imminente prossima sessione di lavoro dell'Onu, che vorremmo vedesse l'Italia protagonista dal semestre e su questa proposta candidata al consiglio di sicurezza”. Lo ha detto oggi Marco Pannella intervenendo nel corso di una riunione nella sede del Partito Radicale© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Embrioni, Farina Coscioni: oggi più che mai siamo tutti Luca Coscioni. Governo e classe politica latitanti. Il vero problema è quello di migliaia di embrioni abbandonati, che non si possono utilizzare per la ricerca scientifica
Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni membro del comitato nazionale di Radicali Italiani:
Se ne siano o no consapevoli, la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo sul caso della signora Parrillo rischia di impedire di cogliere quale sia sostanza vera della questione: la realtà di migliaia di embrioni abbandonati e congelati da anni, e che non si possono utilizzare per quella ricerca scientifica che se fosse effettivamente libera, come avviene in altri paesi civili, potrebbe dare fondamentali contributi alle tante sofferenze di persone di nulla colpevoli, e che sono affette da malattie oggi inguaribili. La questione è quella di almeno tremila, non impiantati e dichiarati in stato di “abbandono” nei vari centri di procreazione medicalmente assistita. Le varie corti di giustizia nazionali hanno già smantellato le parti più odiose della famigerata ’40. Siamo in attesa di un’ulteriore decisione della Corte Costituzionale. Latita, al contrario, la politica: governo, maggioranza, opposizione, non si pongono minimamente la questione. C'è stata una fase nella passata legislatura, quando c'erano i radicali, che la Camera dei deputati con la Xll commissione Affari sociali, ha affrontato il dibattito su proposte di legge sulla destinazione degli embrioni crioconservati, tra adottabilità a fine di nascita e la donazione per la ricerca scientifica. Sarebbe necessario riproporre quel confronto, anche alla luce della sentenza della CEDU. Oggi più che mai, siamo e vogliamo essere tutti “Luca Coscioni”.© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati