Politica
Roma, VIII Marcia internazionale per la libertà delle minoranze e dei popoli oppressi
Sabato 10 ottobre 2015
Roma - ore 16
da Piazza Mazzini a Castel Sant’Angelo
Parigi – ore 14
da Place de la Bastille a Place de la République
L’Associazione di cultura liberale Società Libera, le comunità delle minoranze e dei popoli oppressi in esilio, in collaborazione con il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transapartito e Radicali Italiani, organizza l'ottava edizione della Marcia internazionale per la libertà.
A Roma e a Parigi il 10 ottobre 2015 armeni, birmani, cabindesi, cambogiani, iraniani, khmer kampuchea krom, kurdi, laotiani, siriani, tibetani, uyghuri, vietnamiti e altri si ritrovano in una marcia silenziosa per promuovere il principio della libertà intesa come diritto individuale e di autodeterminazione dei popoli.
Nella città capitolina la Marcia inizierà alle 16 e sarà guidata da Rebiya Kadeer, leader spirituale del popolo uyghuro insieme a Marco Pannella e a Vincenzo Olita, direttore di Società Libera.
È tempo che l’Occidente si scuota e si mobiliti sulle condizioni di centinaia di milioni di uomini, cui sono quotidianamente negate le libertà fondamentali.
È tempo che in Europa si riempiano le piazze di gente consapevole che la difesa della libertà, ovunque venga compromessa, è un interesse comune.
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Rita Bernardini trattenuta dai carabinieri per aver offerto della cannabis ad uso terapeutico. Guarda la conferenza stampa
da openspace.it
Rita Bernardini, segretaria dei Radicali ed ex parlamentare, continua a combattere per la legalizzazione delle droghe leggere. Dopo la perquisizione della polizia di qualche mese fa – Rita coltivava sul suo terrazzo 56 piantine di cannabis e rivendicava il diritto di “essere arrestata come tutti gli altri cittadini” – domenica 4 ottobre ha regalato in un incontro pubblico della cannabis a dei malati terminali.
Insieme a Marco Pannella e Laura Arconti, Rita ha offerto delle piantine di cannabis a persone malate alle quali è negato l’accesso ai farmaci cannabinoidi. Rita racconta sul suo profilo Facebook che “uno dei destinatari, che ha ricevuto oltre ai miei fiori anche quelli della piantina coltivata sul suo balcone da Laura, è un ragazzo che viene trattato a morfina dalla ASL di appartenenza, ASL che è pronta a passargli la cannabis prescritta dal medico di base a caro prezzo”, più di 3mila euro.
La cerimonia è stata ripresa dalle telecamere di Radio Popolare. In serata la Bernardini è stata trattenuta dai carabinieri in seguito a quella che lei stessa ha definito “un’azione di disobbedienza civile”.
Leggi anche: "Cede cannabis a malati: la Bernardini dai carabinieri" (da Repubblica.it)
GUARDA LA CONFERENZA STAMPA SU RADIO RADICALE
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XIV Congresso di Radicali Italiani. Chianciano, 29 ottobre al 1 novembre 2015. Prenota subito
Dal 29 ottobre al 1 novembre 2015 si terrà a Chianciano Terme, presso il Centro Congressi Excelsior (in via Sant'Agnese 6), il XIV Congresso di Radicali Italiani, che a norma di statuto elegge le cariche di segretario, tesoriere, presidente e dei membri del Comitato nazionale.
La partecipazione è aperta a tutti. Gli iscritti in regola con la quota annuale possono intervenire e presentare mozioni ed emendamenti (previa raccolta del numero di firme stabilito), nonché candidarsi e votare per l'elezione delle cariche statutarie. Per maggiori informazioni si rimanda allo Statuto e al Regolamento congressuale.
Il programma, le commissioni, l'ordine dei lavori e le altre informazioni utili saranno disponibili prossimamente su questa pagina.
Le sistemazioni alberghiere prevedono hotel di varie categorie, dotati di ogni comfort e vicini al Centro Congressi.
SCARICA LA SCHEDA DI PRENOTAZIONE ALBERGHIERA
La scheda va inviata per fax o e-mail a:
Clante Hotels
Via Sabatini n. 7 - Chianciano Terme
tel. 0578/63360 - 0578/63037
fax 0578/64675
e-mail: clantehotel@gmail.com - info@clantehotels.it
Come si arriva a Chianciano Terme
In auto: Autostrada del Sole (A1), tratto Roma-Firenze, uscita n°29 Chiusi-Chianciano.
In treno: linea Firenze-Roma, stazione FF.SS. di Chiusi-Chianciano Terme. Dalla stazione ferroviaria è disponibile un servizio pubblico di autobus, in coincidenza con i principali treni, che raggiunge Chianciano Terme in 20 minuti oppure è possibile prendere un Taxi.
In aereo: gli aeroporti più vicini sono quelli di Firenze (120 km), Pisa (200 km), Roma (210 km) e Perugia "Sant'Egidio" (80 Km).
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Raccolta firme per la cannabis terapeutica in Lombardia
Con il Decreto del 18 aprile 2007, il Ministero della Salute ha riconosciuto valore farmacologico ad alcuni derivati medicinali della Cannabis, demandando la regolamentazione all’autonomia delle Regioni: Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e recentemente anche il Piemonte hanno già provveduto ad adattare la normativa regionale e a consentire l’accesso alle cure con farmaci a base di cannabinoidi.
In Lombardia, invece, manca una legislazione specifica.
Le proprietà terapeutiche della Cannabis, sempre più frequente oggetto di studi scientifici, dimostrano effetti positivi, sia nell’ambito delle terapie del dolore che in patologie più specifiche. L’uso di farmaci cannabinoidi e di preparazioni galeniche a base di Cannabis si è, infatti, dimostrato efficace nel trattamento di patologie come:
- Glaucoma
- Epilessia
- Patologie Neurologiche
- Stress Post Traumatico
- Emicrania
- Traumi cerebrali
- Artrite Reumatoide
- Ictus
- Morbo di Crohn
- SLA
- Malattie neurodegenerative
- Anoressia
- Sindrome di Tourette
- Spasticità Muscolare
Tuttavia, anche nelle regioni dove la prescrizione di farmaci cannabinoidi ha già trovato attuazione normativa, l’accesso a questo tipo di cure non è semplice: i prezzi elevati a causa dell’importazione della terapia, il lungo iter burocratico che rallenta la distribuzione e la disinformazione degli stessi medici portano alcune famiglie a rivolgersi al mercato nero, creando un paradosso in cui il “paziente-criminale” finanzia le narcomafie a causa delle inadempienze del Servizio Medico Sanitario Nazionale e Regionale. Proprio per questo è necessario che l’attenzione della Regione verta non solo sulla garanzia di assistenza, ma anche su un’adeguata copertura finanziaria, che renda possibile ai pazienti la terapia, indipendentemente dalla loro fascia di reddito.
Il Comitato Cannabis Terapeutica Lombardia, Associazione Luca Coscioni, Associazione Enzo Tortora, Radicali Italiani, Possibile e Cellula Coscioni Lecco hanno aperto alle adesioni di tutte quelle realtà che si battono anche per il diritto alla salute – con la Proposta di Legge Regionale di Iniziativa Popolare recante ”Disposizioni in materia di farmaci a base di cannabinoidi. Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)” si ripropone di raccogliere, entro 6 mesi, le 5mila firme necessarie per vincolare il Consiglio regionale alla discussione della legge sull’utilizzo dei farmaci a base di cannabinoidi.
Per questo c’è bisogno della firma di tutti i cittadini residenti in Lombardia: la campagna di raccolta firme è iniziata il 15 agosto 2015.
Cliccando sulla mappa sottostante si apre il link con tutte le segreterie comunali, gli uffici, gli eventi, i tavoli dove poter firmare la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica; la mappa è costantemente aggiornata: controllala frequentemente per sapere dove trovare i moduli per la firma!
Ricordiamo che possono sottoscrivere la proposta di legge tutti i cittadini lombardi in qualunque postazione indipendentemente dalla propria residenza.
ATTENZIONE: LE FOGLIE DI CANAPA GIALLE INDICANO LE POSTAZIONI ATTIVE, QUELLE ROSSE LE POSTAZIONI DI IMMINENTE ATTIVAZIONE.
Per rimanere informati e avere tutte le notizie in tempo reale:
www.cannabisterapeuticalombardia.it - info@cannabisterapeuticalombardia.it
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Cannabis, Rita Bernardini sul banco degli imputati il 2 ottobre a Siena per cessione durante congresso
Venerdì 2 ottobre 2015 alle ore 12.00 in via Rinaldo Franci a Siena (davanti al Tribunale) si terrà una conferenza stampa in occasione della prima udienza che vede imputata la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, per la cessione di cannabis effettuata durante il XIII Congresso di Radicali Italiani. All'esterno del Tribunale, a partire dalle ore 11.00, si terrà una manifestazione organizzata da militanti e simpatizzanti radicali.
Saranno presenti alla conferenza stampa: Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Giuseppe Rossodivita (membro della Direzione di Radicali Italiani e legale di Rita Bernardini).
Nota per la stampa: per informazioni Maurizio Buzzegoli (3382318159).
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Veto della curia di Matera al libro di Bolognetti: Mary Padula, giornalista di Blutv, intervista Maurizio Bolognetti
La Curia di Matera ha disposto di annullare, all’ultimo momento, un incontro-dibattito con Maurizio Bolognetti, che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 11 settembre nella parrocchia di San Rocco a Montalbano Jonico (Mt). L’esponente radicale ne ha parlato nel corso del Tg di BluTv.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Qui per ascoltare l’intervista line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">
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Bolognetti: “L’enciclica del Papa si è fermata a Eboli”
Fonte: Ufficio Stampa Basilicata
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Impossibile non notare la scelta di Eni di inserire nel “Local Report” 2014 alcune pagine dedicate ai corretti stili di vita. Il messaggio, veicolato dall’immagine di uno scarpone che prende a calci una sigaretta, è fin troppo eloquente: ad inquinare le matrici ambientali della Val d'Agri sono i fumatori e non le tonnellate di veleni immessi in atmosfera ogni anno dal Centro Olio Eni-Shell di Viggiano. Il sottotitolo non c’è, ma potremmo aggiungercelo noi: buttate le sigarette e respirate a pieni polmoni l'idrogeno solforato e gli idrocarburi non metano offerti dal "Cane". Altrettanto eloquente, la decisione della Conferenza Episcopale di Basilicata che ha organizzato per il 17 ottobre, in quel di Viggiano, un “convegno regionale” intitolato “Quale futuro per la Basilicata: tra progresso sostenibile e responsabilità verso le nuove generazioni”.
Un convegno blindato e super-istituzionale che, a giudicare dalle presenze previste, sembra essere aperto soprattutto a chi può vantare collaborazioni con la FEEM(Fondazione Enrico Mattei). Tra i relatori nessun medico dell’Isde, nessun geologo che non sia devoto alla “teologia della trivellazione” e, ovviamente, nessun “sovversivo”.
La sgradevole impressione che va montando in queste ore è che l’enciclica di papa Francesco si sia fermata ad Eboli e che l’obiettivo della CEI lucana sia soprattutto quello di sterilizzare, immunizzare e depotenziare il dirompente messaggio del Papa. Non me ne vogliano i Vescovi di Basilicata se oso citare un brano molto interessante dell’enciclica papale: “Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura della natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro[…]Il discorso della crescita sostenibile diventa spesso un diversivo e un mezzo di giustificazione che assorbe valori del discorso ecologista all’interno della logica della finanza e della tecnocrazia, e la responsabilità sociale e ambientale delle imprese si riduce per lo più a una serie di azioni di marketing e di immagine”.
Azioni di marketing e di immagine come quelle contenute nel “Local report” Eni o in certa cinematografia lucana finanziata dalle compagnie petrolifere.
Dopo aver letto “Laudato sì”, dico che nell’importante lavoro del Papa trovo l’eco di quel “The limits to growth”(I limiti della crescita), un documento scritto nel 1972 da alcuni ricercatori del Mit di Boston su commissione del Club di Roma di Aurelio Peccei.
Un documento che ha aperto la discussione sulle conseguenze teoriche e pratiche di un modello di sviluppo basato sul mito della crescita infinita.
Io credo che il Papa si interroghi e ci interroghi sul conflitto in atto tra tecnosfera ed ecosfera, che in prospettiva rischia di produrre un ecocidio planetario. Un ecocidio già in atto, se consideriamo quanto da tempo vanno raccontando gli scienziati dell’IPCC.
I costi e i danni ambientali non vengono calcolati dal Pil e per citare l’architetto napoletano Loris Rossi “la sinergia tra tecnocrazia, economicismo e mercatismo continua ad ignorare l’ecocidio planetario in atto”. Il Papa sta indicando una rotta: occorre abbandonare il paradigma meccanicista-riduzionista che ha dominato l’era dell’antropocene ed abbracciare un paradigma organico-olistico, consapevole dei “limiti dello sviluppo”. O cambiamo paradigma o andremo a sbattere lasciando a chi verrà dopo di noi solo un cumulo di macerie. Quello che abbiamo sotto gli occhi non è progresso. Non può produrre vero progresso un sistema che avvelena sistematicamente tutte le matrici ambientali, che distrugge interi ecosistemi, che costringe centinaia di milioni di persone a vivere nella più nera miseria.
Stiamo soffocando stretti nella morsa rappresentata dalla tenaglia “capitalismo reale/democrazia reale”. E ha ancora una volta ragione il Papa quando scrive che “semplicemente si tratta di ridefinire il progresso” e che “uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità della vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso”.
Ripensando al dibattito che non ci sarà a Viggiano, verrebbe voglia di citare il Vangelo di Marco e quel “che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”.
Già, a che giova?
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Civati e Bernardini presentano “Legalizzare con successo”
Conferenza stampa alla Camera per illustrare i contenuti del testo di Luca Marola, in presenza dell’autore:
Giovedì 1 ottobre alle 13, presso la sala stampa della Camera dei deputati, Pippo Civati e Rita Bernardini insieme all'autore Luca Marola, presenteranno in conferenza stampa il nuovo volume Legalizzare con successo - l'esperienza americana sulla cannabis (ed. Reality Book).
La presentazione in anteprima del volume avviene contestualmente all'apertura dei primi negozi di vendita al dettaglio nello stato dell'Oregon grazie alla vittoria referendaria avvenuta nel novembre 2014 che ha portato l'Oregon alla completa legalizzazione e regolamentazione della cannabis entro i propri confini ed affiancando, così, gli stati di Colorado, Washington, Alaska.
Il dibattito sulla regolamentazione della cannabis ha finalmente contagiato anche l’Italia. Oramai la legalizzazione della cannabis non è solo riconosciuta da ampi strati della società italiana come una buona idea, soprattutto se paragonata al totale fallimento delle politiche repressive e proibizionistiche applicate finora, ma anche come una buona pratica di governo del fenomeno. Dal 2014 Colorado, Washington, Oregon, Alaska e Washington, DC hanno completamente legalizzato il mercato della marijuana con risultati positivi e sorprendenti.
Legalizzare con Successo raccoglie le testimonianze della stampa statunitense che, senza pregiudizi ideologici, ha osservato da vicino l’emersione del mercato legale della cannabis e le ricadute positive sull’intera società. Ricco di dati, cifre, aneddoti e opinioni, Legalizzare con Successo è un ottimo strumento per conoscere i benefici che la legalizzazione porterebbe anche in Italia.
Luca Marola (1977). Autore di Marijuana in salotto – guida alla coltivazione fai da te. Ideatore e gestore di uno tra i più antichi grow shop italiani, il Canapaio Ducale di Parma, fondato nel 2002.
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Grattacielo Regione. Manfredi: Ottima l’iniziativa della Cisl ma i provvedimenti su compensi a dipendenti e su “Pace con Fuksas” devono essere messi online, ai sensi legge su trasparenza
Dichiarazione di Giulio Manfredi, membro di Radicali Italiani:
La richiesta di accesso agli atti depositata presso gli uffici regionali da parte della Cisl-Funzione Pubblica è un’ottima iniziativa; finalmente i radicali non sono più i soli ad agire (vedi nostri “accessi civici”) per ottenere la massima trasparenza sulle procedure di costruzione della sede unica della Regione Piemonte.
Ma la trasparenza non ammette equivoci o scorciatoie. I provvedimenti oggetto dell’accesso agli atti (D.D. n. 1001/DB0700 del 28/11/2012 – D.D. n. 70/SB0100 del 8/11/2013 – D.D. n. 161/SB0100 del 25/11/2014) devono essere resi disponibili non solamente alla CISL ma a chiunque attraverso la loro pubblicazione integrale online, ai sensi del D. lgs. n. 33/2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni). A proposito dei compensi ai dipendenti regionali, oggetto delle tre determinazioni, l’art. 18 del D. lgs. 33/2013 così recita: “Le pubbliche amministrazioni pubblicano l'elenco degli incarichi conferiti o autorizzati a ciascuno dei propri dipendenti, con l'indicazione della durata e del compenso spettante per ogni incarico”.
E altrettanto devono essere resi disponibili a tutti sia la delibera regionale del 15 settembre sulla compensazione intervenuta fra la Regione Piemonte e lo Studio Fuksas sia ogni atto conseguente (uno per tutti, la determinazione n. 228 del 15/09/2015, relativa alla variante n. 3 al progetto del grattacielo).
Invito l’assessore Reschigna a passare subito dalle parole ai fatti, con il supporto doveroso del nuovo responsabile regionale della trasparenza, Dr. Andrea Vanner. Sarebbe opportuno, per evitare al cittadino inutili perdite di tempo, che tutti i provvedimenti indicati siano inseriti integralmente sul sito ad hoc sul grattacielo.
Qualcosa già c’è, ma si può e si deve fare di più. Anche perché, giova ricordarlo, sono in corso verifiche sull’opera da parte della Corte dei Conti.
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Giustizia, Manconi: Rita Bernardini è la più qualifica per il ruolo di Garante dei detenuti
Dichiarazione di Luigi Manconi, senatore, presidente della commissione Diritti Umani:
"Se c'è una persona che merita di essere nominata garante dei diritti dei detenuti in Abruzzo, quella è Rita Bernardini. E ciò in ragione della sua solidissima competenza in materia, acquisita sul campo, grazie a una ininterrotta vigilanza sui nostri istituti di pena. La Bernardini conosce le carenze del sistema dell'esecuzione penale e pertanto è la persona più titolata a coprire quell'importantissimo ruolo. A impedirlo, pare, c'è un codicillo che la interdice a causa della sua fedina penale non immacolata. In particolare, le sue condanne dovute al fatto di aver violato intenzionalmente la normativa sulle sostanze stupefacenti, al fine di dimostrarne l'illogicità e il carattere criminogeno. In un tale quadro, appare chiaro come quello che attualmente rappresenta un impedimento alla nomina della Bernardini sia in realtà un definitivo elemento di merito, che la colloca dalla parte del diritto".
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Bernardini: lo Stato si accanisce sul corpo di Bernardo Provenzano
Dichiarazione di Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani:
"Provo un brivido lungo la schiena. Oggi sono state scritte parole prive di qualsiasi contenuto di umanità, di ragionevolezza, di diritto. Lo Stato, attraverso la Corte suprema di Cassazione, si accanisce sul corpo di Bernardo Provenzano - un ultraottantenne completamente 'incapace di intendere e di volere' e totalmente immobilizzato in un letto - sentenziando che il 'carcere duro', il 41-bis per quel vecchio è necessario alla sua salute, altrimenti morirebbe".
"È uno Stato, il nostro, forte della violenza cieca degli impotenti, incapace di vincere il crimine con gli strumenti del diritto nel rispetto delle carte fondamentali sui diritti umani universalmente acquisiti".
"I 'lottatori' antimafia hanno il bisogno vitale che quel corpo straziato, fino a che non avrà esalato l'ultimo respiro, non sia raggiunto dalla carezza di un parente, di un figlio: è nei loro confronti, in fin dei conti, che i cosiddetti uomini di legge praticano una cieca e sciagurata vendetta.
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"Le mani nel petrolio". Intervista a Maurizio Bolognetti, il giornalista censurato dalla Curia
Da Adista, 25/9/2015
Di Luca Kocci
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Maurizio Bolognetti, fra i massimi esperti dell’attività estrattiva in Basilicata, è il giornalista che lo scorso 11 settembre, a partire dall’enciclica di papa Francesco Laudato Sì, avrebbe dovuto parlare di petrolio e ambiente in Lucania in un incontro pubblico – promosso anche dall’Azione Cattolica – nella parrocchia di San Rocco a Montalbano Jonico(MT). La Curia di Matera, però, ha disposto che l’incontro non si svolgesse. Sulla questione Adista ha rivolto qualche domanda al diretto interessato.
Qual è la situazione e quali sono i numeri dell'attività estrattiva in basilicata?
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Se consideriamo i titoli minerari vigenti possiamo affermare, dati Unmig(Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse) alla mano, che oggi il 34% del territorio lucano è interessato da attività di ricerca e coltivazione idrocarburi. Questa percentuale, anche grazie al cosiddetto “Sblocca Italia”, potrebbe in breve tempo arrivare addirittura al 75%! I titoli minerari vigenti al 31 agosto 2015 erano trentuno: dieci permessi di ricerca, venti concessioni di coltivazione, una concessione di stoccaggio. Intanto, risultano pendenti diciotto richieste per il conferimento di nuovi titoli minerari. La Basilicata è il primo produttore nazionale di greggio. Nel 2014, l’80% del petrolio estratto sulla terraferma nel nostro paese è arrivato dai giacimenti lucani, in particolare dalla concessione di coltivazione denominata “Val d’Agri”, la cui titolarità è in capo alla joint-venture Eni-Shell.
Numeri alti, ma molto distanti da quelli dei grandi produttori mondiali di petrolio
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Nel 2014 dalle concessioni di coltivazione lucane sono stati estratti circa 25 milioni di barili. Un quantitativo di greggio che potrà sembrare enorme, ma che è semplicemente ridicolo se si considera che nel 2013 nel Nord America sono stati estratti 17,2 milioni di barili ogni giorno. Senza voler tirare in ballo l’impronta ecologica, l’overshoot day, la necessità di rivedere un modello di sviluppo basato su un paradigma meccanicista-riduzionista con le conseguenze che questo modello sta provocando alla vita del pianeta e degli umani che lo popolano, dovremmo chiederci se tutto questo abbia un senso. Chiarisco: mi chiedo se stiamo perseguendo gli interessi della patria, della nazione, del popolo o se per caso non stiamo semplicemente assecondando i legittimi interessi delle petrolobby. Siamo di fronte a scelte miopi e scellerate, che non possono essere nemmeno giustificate da una qualche reale necessità.
Quali sono i danni già provocati e i rischi ambientali di questa attività.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Giova ricordare quanto scriveva nel 2000 la Commissione Bicamerale sul Ciclo dei Rifiuti nella relazione dedicata alla Basilicata: “Nel complesso l’indagine ha censito 890 siti inquinati, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera”. Nel 1996, un gruppo di esperti, ingaggiati dalla Regione Basilicata per valutare i costi e i benefici delle attività estrattive, produsse un rapporto intitolato “Petrolio e Ambiente”. In questo documento c’è scritto che eventuali incidenti avrebbero potuto “recare danno alle risorse idriche compromettendo una delle principali risorse(rinnovabili) dell’area”. Da allora, ma anche in precedenza, di incidenti ne abbiamo avuti tanti. C’è buon senso nell’autorizzare attività notoriamente fortemente impattati a ridosso di dighe, sorgenti, centri abitati, parchi, zone Sic e Zps, in aree a rischio frana e ad altissimo rischio sismico? Io direi che la risposta è una e una soltanto: assolutamente no. La Basilicata è un unico bacino idrico di superficie e di profondità. Per citare un ministro della Repubblica, fare “buchi per terra” in un territorio delicatissimo dal punto di vista idrogeologico come quello lucano, significa mettere a repentaglio una risorsa, essa sì strategica, qual è l’acqua. Nel nostro agire dovremmo tenere in seria considerazione chi verrà dopo di noi. Dovremmo deciderci ad onorarlo per davvero quell’art. 3 quater del Codice dell’ambiente che recita: “Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”. Nell’era dell’Antropocene dovremmo ascoltare la voce di questo Papa che ha detto: “L’uomo custodisca e salvaguardi l’ambiente o sarà la stessa natura che lui distrugge ad annientarlo”. Petrolio in Basilicata ha significato contaminazione in alcuni lembi di territorio regionale di tutte le matrici ambientali: acqua, terra, aria.
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Quali aziende sono coinvolte e gli interessi in campo?
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">I principali operatori attivi in Basilicata sono Eni, Shell e Total. La Total sta costruendo nell’Alta Valle del Sauro il terzo Centro Olio della Basilicata e per farlo ha letteralmente sbancato un’intera montagna. Per dirne una, la banca d’affari Goldman Sachs considera il progetto “Tempa Rossa”(attività estrattive Total in Basilicata) uno dei 128 progetti più importanti al mondo. Intanto, a Corleto Perticara qualche anno fa hanno trovato dei terreni dove erano stati stoccati migliaia di metri cubi di fanghi provenienti dalle attività di estrazione idrocarburi. Potremmo definirlo uno dei tanti “effetti collaterali” delle attività minerarie. Un Centro Olio, è bene sottolinearlo, è in base alle direttive Seveso uno stabilimento a rischio incidente rilevante. Eppure, in Val d’Agri, da me ribattezzata Valle dell’Agip, è stata autorizzata la costruzione di un Centro Olio a pochi metri da un invaso, la Diga del Pertusillo, che offre acqua da bere alla Puglia. Di certo non stanno perseguendo gli interessi del Paese, quelli proprio no. Il film che meglio potrebbe descrivere la Lucania dell’epopea dell’oro nero è “Il Petroliere”, del quale è tra l’altro stato scritto: “Il Petroliere è un film fatto di bitume, di corpi che diventano tutt'uno con la terra e l'oro nero che la intride. Corpi pronti ad essere spezzati e anche dilaniati nella ricerca di un possesso avido quanto amorale”.
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La Curia di Matera vieta un dibattito in parrocchia sulle trivellazioni con Bolognetti
Di Luca Kocci, 25/09/2015
Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 03/10/2015
MONTALBANO JONICO (MT) - Vietato parlare degli interessi economici e dei danni dell’attività estrattiva petrolifera in Basilicata, primo produttore nazionale di greggio. La Curia di Matera ha infatti disposto di annullare, all’ultimo momento, l’incontro-dibattito che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 11 settembre nella parrocchia di San Rocco a Montalbano Jonico (Mt), con il giornalista Maurizio Bolognetti, dedicato ai temi ambientali dell’enciclica di papa FrancescoLaudato si’, che in Basilicata significano soprattutto industria estrattiva del petrolio.
I manifesti dell’iniziativa erano già stati stampati: sulla sinistra l’immagine della copertina del libro di Bolognetti, Le mani nel petrolio; sulla destra una foto di papa Francesco e il titolo dell’iniziativa (“Laudato sì’. Incontro dibattito con il giornalista Maurizio Bolognetti sulla cura della casa comune”). E i loghi delle associazioni promotrici in evidenza: l’Azione Cattolica e il circolo Legambiente di Montalbano Jonico. A due giorni dall’incontro però Bolognetti, tramite una conversazione su WhatsApp fra Giusi Cirone (Ac) e Arturo Caponero (Legambiente) – che avrebbero dovuto introdurre il dibattito –, apprende quasi fortuitamente che l’iniziativa è saltata dopo l’intervento di mons. Filippo Lombardi, parroco a Matera nonché direttore dell’Ufficio per la Pastorale della diocesi lucana. Anche la parrocchia in cui si sarebbe dovuto svolgere il dibattito ritira la disponibilità della sala. E a nulla valgono le proposte di togliere dai manifesti il logo dell’Ac – per evitare qualsiasi coinvolgimento ecclesiale – e di affiancare a Bolognetti un altro relatore scelto dalla diocesi.
«Disguidi», «mancata comunicazione con la Curia», «assenza di contraddittorio» le ragioni addotte da chi ha impedito l’incontro. Mons. Lombardi, alla richiesta di Adista di illustrare le proprie ragioni, ha opposto un gentile ma fermo «no comment». Ma al di là delle spiegazioni formali, ad essere temuto era soprattutto il tema dell’incontro – anche per i forti interessi in campo, essendo coinvolte nelle denunce di Bolognetti le principali aziende energetiche del Paese (v. notizia successiva) – e che a parlarne fosse un quadro del Partito Radicale (Bolognetti è segretario lucano), benché si tratti di uno dei massimi esperti della questione petrolifera in Basilicata. Quell’incontro, insomma, non s’aveva da fare!
«Credo di non aver mai provato, nemmeno nei momenti peggiori, lo sconforto e la tristezza che provo in questo momento», spiega Bolognetti in una nota divulgata dopo la censura che lo ha colpito. «Credo di non aver mai avvertito così netta e forte la distanza che mi separa da poteri e potentati, che soffocano la vita di questa regione e dell'intero Paese. Avrei preferito, lo confesso, un colpo di lupara caricata a pallettoni. Meglio del costante tentativo di decretare la morte civile e politica, che poi, per quanto mi riguarda, è peggio della morte fisica».
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Angioli: unanimità in commissione Affari esteri Camera su diritto alla Conoscenza e transizione verso Stato di Diritto è passo importante verso affermazione in sede Onu
Dichiarazione di Matteo Angioli, membro del Consiglio generale del Partito Radicale e coordinatore dell'iniziativa su Diritto alla Conoscenza e transizione verso lo Stato di Diritto:
L'approvazione all'unanimità il 23 settembre in commissione Affari esteri della Camera dei deputati della mozione presentata da Vincenzo Amendola sulla codificazione del diritto umano alla conoscenza e la transizione verso lo Stato di Diritto costituisce un primo passo istituzionale concreto verso l'affermazione di tale diritto in sede Onu e un ulteriore impulso ad operare a livello globale per un ordine mondiale che ponga al centro i valori democratici e i diritti umani, che sempre più appaiono sotto scacco in varie aree del mondo. È anche un riconoscimento della ricerca e delle attività che il Partito Radicale ha condotto, assieme a Nessuno Tocchi Caino e Non c'è Pace Senza Giustizia, negli ultimi dieci anni.
La risoluzione invita il governo italiano a intraprendere in sede di Assemblea generale delle Nazioni Unite un'opera di promozione di maggiore responsabilizzazione e apertura dei governi, attraverso il coinvolgimento di altri Stati membri dell'Organizzazione. Su questo obiettivo continueremo ad essere impegnati, in linea con la storia Radicale che ha animato battaglie contro lo sterminio per fame nel mondo, per la creazione della Corte Penale Internazionale, per la moratoria Onu sulle esecuzioni capitali e per il bando Onu sulle mutilazioni genitali femminili.
Ringraziamo in particolare i deputati Amendola e Schirò che hanno reso possibile questo risultato che speriamo incoraggi il governo italiano ad attivarsi alle Nazioni Unite così come auspicato dal ministro Paolo Gentiloni stesso nel suo intervento durante i lavori della Seconda Conferenza Internazionale “Universalità dei diritti umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l'affermazione del Diritto alla Conoscenza”, svoltasi il 27 luglio al Senato della Repubblica.
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Lettera di Pannella e Turco al Presidente Mattarella
Signor Presidente,
il prossimo 30 settembre l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa discuterà la Relazione 13864 su L'attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo basata sui dati contenuti nella Relazione annuale 2014 del Comitato dei Ministri.
Dai dati contenuti nel rapporto si evince che quasi il 75% dei casi di sentenze non eseguite riguarda solo 9 paesi. Al primo posto c’è l’Italia (2622 casi), seguita da Turchia (1500), Federazione Russa (1474), Ucraina (1009), Romania (639), Grecia (558), Polonia (503), Ungheria (331) e Bulgaria (325) .
Inoltre, quasi l’80% dei casi pendenti dinanzi al Comitato dei Ministri riguarda solo nove Stati membri. Al primo posto c’è l’Italia seguita da Turchia, Russia, Ucraina, Romania, Grecia, Polonia, Ungheria e Bulgaria .
Ancora una volta l'Italia è al primo posto tra i 7 Stati membri che totalizzano il maggior numero di domande ripetitive pendenti davanti alla Corte con più di 8000 domande relative alla durata delle procedure giudiziarie e l'esecuzione delle decisioni prese ai sensi della legge Pinto , che avrebbe dovuto prevenire i ricorsi alla Corte. Inoltre, la durata eccessiva delle procedure giudiziarie è “particolarmente endemica in Italia”.
Affermazioni che si riscontrano nei dati relativi alle sentenze emesse dal 1959 al 2014 : l’Italia è il paese che ha subito più condanne dopo la Turchia e il 51% delle sentenze contro l’Italia riguardano proprio la durata eccessiva delle procedure giudiziarie.
A questo proposito è utile riportare alcuni passaggi della risoluzione intermedia 224 del 2010 del Comitato dei Ministri. Nella risoluzione si evidenzia per l’ennesima volta “l’elevato numero di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e delle decisioni del Comitato che a partire dagli inizi degli anni 1980 hanno rilevato problemi strutturali in Italia a causa della durata eccessiva dei procedimenti civili, penali e amministrativi”. Mentre “nel corso degli anni 1990 le importanti riforme dei procedimenti civili e penali e procedimenti della Corte dei conti” fatte dallo Stato italiano “avevano portato la Commissione a chiudere l'esame di questi aspetti”. Riforme evidentemente inefficaci visto che, in seguito, “nuove constatazioni di violazioni hanno portato il Comitato a riprendere l'esame di tali procedure” e quindi “il Comitato ha deciso di mantenere questi casi all'ordine del giorno fino a quando l'attuazione di riforme efficaci e fino alla inversione di tendenza a livello nazionale in termini di durata dei procedimenti è assolutamente confermata ”. Circostanza che a tutt’oggi non è stata risolta nonostante gli impegni presi per evitare la perdurante violazione a partire dagli inizi degli anni 1980.
Inoltre il Comitato ha colto l’occasione per ribadire ancora una volta “che i ritardi eccessivi nell'amministrazione della giustizia costituiscono un pericolo grave per il rispetto dello Stato di diritto, portando ad una negazione dei diritti sanciti dalla Convenzione”.
Se però le violazioni perdurano dagli inizi degli anni 1980, è patente che siamo di fronte non già a un pericolo grave ma a una violazione conclamata dello Stato di diritto.
Signor, Presidente,
non c’è da sorprendersi, questo è un particolare che racchiude il problema generale, perché la costante violazione della legalità costituzionale e degli obblighi internazionali, oltre che dei diritti umani, è rilevata anche nelle relazioni del Comitato Prevenzione Tortura e dei Commissari ai diritti umani del Consiglio d’Europa e dell’ONU. Come pure costante è anche la violazione del diritto comunitario, nonché del recepimento delle direttive dell’Unione europea, con la conseguente mole di sanzioni che costituisce non più solo un “danno” ma una vera e propria “ipoteca” che grava sull’Italia.
Per interrompere e superare questa situazione da “regime di democrazia reale” che caratterizza oggi l'Italia contro la Democrazia e lo Stato di Diritto formalmente vigente, come Lei sa, riteniamo che la risposta di Governo e di Riforma, oltre che necessaria e urgente per il nostro Paese, debba essere più ambiziosa e volta a una transizione, a livello mondiale, verso lo Stato di Diritto contro la Ragion di Stato attraverso l’affermazione del Diritto alla Conoscenza, che è innanzitutto conoscenza di quel che il Potere fa per conto dei cittadini in nome dei quali governa.
A tal proposito, in Italia, malgrado l'intervento delle autorità competenti nessun dibattito radiotelevisivo pubblico e nessun vero dibattito parlamentare è mai stato possibile sullo stato del Diritto e della Giustizia a seguito del messaggio alle Camere del Presidente Giorgio Napolitano.
Noi riteniamo che lo Stato italiano debba fare proprio questo obiettivo, abbinandolo a quello della sua elezione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, per la quale si voterà il prossimo anno, ma il cui esito positivo si può prefigurare già a partire dalla sessione in corso dell’Assemblea Generale, se l’Italia decide di esserne protagonista con un’azione volta a creare le condizioni politiche per una transizione verso la piena attuazione dello Stato di Diritto e dei Diritti Umani che veda attori attivi di questo processo Paesi rappresentativi delle diverse aree geopolitiche.
Con sincera cordialità,
Marco Pannella, Presidente
Maurizio Turco, Tesoriere
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Bolognetti: Ecco il decalogo dell'Associazione "Più trivelle per tutti"
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Sapete che c’è? Visto che Pittella e Lacorazza, folgorati sulla via di Damasco, hanno subito una trasfigurazione e si sono collocati sul fronte no-triv, per garantire un minimo di contraddittorio fonderò l’associazione “Più trivelle per tutti”, collegata a una sorta di telefono azzurro del petroliere. Con buona pace dei novelli referendari non riesco ad allontanare la sgradevole sensazione di un gigantesco gioco delle parti, messo in piedi per guadagnare tempo e ammutolire le voci di coloro che hanno provato a far riflettere su scelte miopi.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Un minuto dopo l’approvazione del cosiddetto Memoradum, avvertii che stavamo per incamminarci sulla strada che ci ha portato allo Sblocca Italia, attraverso i Decreti Liberalizzazioni e Sviluppo. Tutto inutile, nessun ascolto da parte dei referendari di oggi, che di volta in volta hanno inneggiato al Memorandum, si son vantati di aver vinto partite immaginarie, hanno addirittura anticipato i contenuti dello Sblocca Italia. Intanto, mentre Potenza discute e getta fumo negli occhi, Viggiano e la Val d’Agri, Corleto e l’Alta Valle del Sauro continuano a “bruciare” e si va avanti con la politica di un colpo al cerchio e uno alla botte.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">W la revolucion delle mezze maniche e delle mezze calzette, delle V e VI linee, dei pozzi di reiniezione e dell’occupazione manu militari di una regione a sovranità limitata.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Sì, ho deciso! Si parte qualunquamente con l’associazione “Più trivelle per tutti” e contestualmente con il lancio di alcune proposte. Diciamo una sorta di decalogo:
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al posto del culto della Madonna di Viggiano, patrona della Basilicata, si istituisca con legge regionale il culto dei Santissimi Marcello e Piero Referendari, con annesso pellegrinaggio obbligatorio al Centro Olio Val d’Agri.
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la Regione Basilicata chieda l’iscrizione honoris causa ad Assomineraria;
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la Regione Basilicata cambi il suo stemma, sostituendo i quattro fiumi con i più appropriati “Falce, Barile e Trivella”;
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si costruisca un muro perimetrale attorno al Consiglio regionale e lo si faccia dipingere dal Presidente di Confindustria Michele Somma;
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al posto della statua di Verrastro, che probabilmente non ne può più di veder passare
tutti i giorni trasformisti e voltagabbana, si collochi il mezzobusto di Eugenio Cefis;
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sui principali monti lucani si facciano scolpire i profili di Pittella, Lacorazza, Romaniello, De Scalzi e Tabarelli in versione “barbudos”;
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si istituisca il premio regionale “Tecnoparco” e lo si assegni alla personalità lucana che nell’anno solare si è maggiormente distinta nell’assecondare gli interessi delle compagnie petrolifere;
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la Regione Basilicata chieda di essere annessa agli Emirati Arabi Uniti;
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nelle scuole lucane si introduca l’insegnamento della “Teologia della trivellazione”;
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si garantisca una fornitura a vita di cozze del Mar Piccolo al governatore pugliese Emiliano;
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Bolognetti: C’è da prendere atto che chi ieri ha voluto lo “Sblocca Italia”, oggi assurge a leader no-triv.
Fonte La Siritide
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Cosa ci sia di dignitoso nell’odierna seduta del Consiglio regionale, davvero non riesco a comprenderlo. Nel mare di demagogia, trasformismo e faccia tosta, messo in scena non a caso dagli stessi che hanno assecondato le scellerate scelte governative in materia di attività estrattive, gli unici interventi degni di nota e che offrono un qualche spunto di riflessione sono quelli del Consigliere Nicola Benedetto e dell’Assessore all’Ambiente Berlinguer. Per il resto c’è da prendere atto che chi ieri ha voluto lo “Sblocca Italia”, oggi assurge a leader no-triv. Per quanto mi riguarda questo dovrebbe quanto meno far riflettere. Se è vero che la durata è la forma delle cose, dico che, pur volendo valutare atti e fatti, chi oggi ha deciso apparentemente di fare una inversione ad U, la fiducia dovrà guadagnarsela. Aurelio Peccei scriveva: "L'avvenire non è più quello che sarebbe potuto essere se gli uomini avessero saputo utilizzare meglio i loro cervelli e le loro opportunità. Ma può ancora essere quello che essi possono ragionevolmente e realisticamente volere". Per il resto, se solo riuscissimo ad applicare i principi contenuti nella Dichiarazione di Stoccolma e a discutere di “limiti della crescita”, avremmo fatto un grandissimo passo avanti.
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Bolognetti: Aperte le iscrizioni all’associazione “Più trivelle per tutti”
Senti un vuoto dentro che non riesci a colmare?
Hai voglia di qualcosa di buono che non ti faccia ingrassare?
Odi quegli orribili paesaggi montani e vorresti Parchi, zona Sic e Zps a misura di petroliere?
Ti scappa la lacrimuccia quando pensi a De Scalzi?
La prima cosa che leggi la mattina sono i dati delle centraline di monitoraggio del Cova per vedere se c'è la tranquillizzate scritta N.P. e N.D.?
Pensi che tutto sommato le Carpe del Pertusillo se la siano cercata e che non bisognava mettere una diga vicino a uno stabilimento a rischio incidente rilevante?
Vorresti che le acque di produzione petrolifera venissero imbottigliate per far concorrenza alla Perrier?
Ti piace l'odore dell'idrogeno solforato al mattino?
Vuoi che il comune di Viggiano diventi una frazione del Dime?
Avverti un brivido lungo la schiena e una sottile eccitazione quando Lacorazza e Pittella pronunciano la parola Referendum?
Quando guardi un loden pensi a Mario Monti?
Credi che Davide Tabarelli sia un'invenzione per spaventare i bambini?
Se ti dico Arpab pensi a uno strumento musicale?
Pensi che Michele Somma dovrebbe rappresentare la Regione Basilicata all'Onu?
Qualunquamente, abbiamo quello che fa per te: Iscriviti all'Associazione "Più trivelle per tutti"
Maurizio Bolognetti
P.S. PRIMA BUCHI POI RIFLETTI!!!
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Una lunga lotta radicale per la libertà di scelta
Intervento di Sergio Ravelli, presidente dell'associazione radicale di Cremona "Piero Welby":
Anche Cremona avrà entro la fine dell'anno il Registro comunale dei testamenti biologici.
Lo ha deciso la Giunta comunale lo scorso 9 settembre approvando all'unanimità la proposta di delibera e di regolamento. Toccherà al Consiglio comunale dire la parola definitiva (il fronte dei favorevoli all'istituzione del registro si preannuncia più ampio dell'attuale maggioranza consiliare) mettendo fine ad una lunga lotta civile promossa e condotta sempre in prima linea dai radicali cremonesi che con la durezza e la determinazione necessarie hanno saputo essere protagonisti e determinanti per la conquista di uno spazio di libertà per tutti: la libertà di scelta in materia di trattamenti sanitari.
Vale la pena riassumere brevemente la vicenda che ha segnato la storia della comunità cremonese.
22 settembre 2006. Vi ricordate il video messaggio inviato da Piergiorgio Welby al Presidente della Repubblica Napolitano: “scrivo a Lei, e attraverso a Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole”? E il suo appello a tutti i direttori di quotidiani: “vi scrivo dalla mia prigione infame”? Ebbene, la risposta dei radicali cremonesi fu immediata e dopo pochi giorni si ritrovarono in piazza a raccogliere firme sulla petizione popolare “per un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina”. Una mobilitazione che fece da apripista ad altre iniziative sul tema del fine vita, promosse con il supporto del comitato cremonese per la libertà di cura e di ricerca. Fu nel corso di una di queste iniziative che i radicali conobbero il dottor Mario Riccio. E Piergiorgio Welby seppe che a Cremona c'era un medico, unico in Italia, disposto ad accettare la sua richiesta in piena coerenza con la propria morale, con la deontologia medica, con il dettato costituzionale. I radicali cremonesi decisero di non ripiegare il loro tavolo e con maggior convinzione proseguirono la mobilitazione per l'intero inverno 2006-2007, dando vita a una delle più straordinarie raccolte firme della loro storia a sostegno di un “cittadino coraggioso, medico competente e coscienzioso”.
Nel maggio 2007 Mina Welby interviene all'assemblea dell'associazione radicale di Cremona che in quell'occasione viene intitolata alla memoria del marito Piergiorgio. Al suo fianco c'è l'anestesista Mario Riccio. L'impegno comune è di proseguire senza indugi la battaglia per la libertà di scelta.
Nell'ottobre 2008 i radicali cremonesi danno avvio alla raccolta delle firme sulla proposta popolare per l'istituzione del registro comunale dei testamenti biologici. Le prime 450 firme sono consegnate al sindaco di Cremona alla presenza di Mina Welby. Altre 800 firme verranno depositate nel maggio 2009. Di fronte all'inerzia dell'amministrazione comunale (giunta di centrodestra), i radicali e il comitato cremonese per la libertà di cura e di ricerca decidono di promuovere una raccolta pubblica di testamenti biologici. Dopo poche settimane sono circa 200 i cittadini (fra i quali l'esponente dell'associazionismo locale Rosita Viola) che decidono di depositare in forma pubblica e collettiva, il 7 novembre 2009, il proprio testamento biologico presso l'ufficio protocollo del Comune di Cremona. Solo dopo una dura iniziativa nonviolenta dei radicali le 200 dichiarazioni vengono inserite nel protocollo generale e archiviate al fine della loro conservazione. Ma la grande mobilitazione popolare non viene presa in considerazione e nell'aprile 2010 il consiglio comunale dice no all'istituzione del Registro dei testamenti biologici.
Nel 2012, su iniziativa della rock band cremonese Diskanto, dell'associazione Luca Coscioni, dell'associazione radicale Welby e di Arci-Arcicomics, prende corpo il progetto artistico “Ora” a sostegno della battaglia per il diritto a un fine vita consapevole e dignitoso. Il risultato è un booklet + dvd contenente la canzone “Ora” dedicata a Piergiorgio Welby, 10 illustrazioni originali dei maggiori disegnatori italiani, i video messaggi di Mina Welby, Mario Riccio, Maria Antonietta Farina Coscioni, Marco Cappato, Maurizio Mori, Paolo Beni e Andrea Brusoni. Alla manifestazione-concerto di presentazione, tenutasi al teatro Monteverdi di Cremona il 25 marzo 2012, prederà la parola anche Rosita Viola. Ma bisogna attendere il 2014 e il cambio dell'amministrazione comunale (che dal centrodestra passa al centrosinistra) per rilanciare a livello istituzionale l'iniziativa sul testamento biologico. È la consigliera comunale del M5S Lucia Lanfredi a promuovere una nuova raccolta di firme sul tema. La proposta popolare viene da subito accolta favorevolmente dalla neo assessora comunale alla Vivibilità sociale Rosita Viola che decide di istruire una proposta organica di registro comunale, avvalendosi del contributo dei radicali, e in particolare del sottoscritto, nella stesura del testo della delibera, del regolamento e della relativa modulistica. Come già richiamato all'inizio, la proposta è stata approvata dalla Giunta comunale pochi giorni fa.
All'assessora Viola va il mio personale ringraziamento.
Il dado è tratto. Finalmente!
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XX settembre: presidio Radicale a Porta Pia domenica dalle 14.00
Si terrà domenica 20 settembre dalle 14 alle 16.30 davanti al monumento della Breccia di Porta Pia di Corso d'Italia a Roma la consueta manifestazione laica radicale per ricordare la liberazione di Roma dallo Stato Pontificio del 1870 e riportare all'attenzione di tutti la necessità di tante nuove brecce nonviolente per il ripristino dello Stato di Diritto, della giustizia e dei diritti umani universalmente riconosciuti.
Alle 14 accoglieremo il Cammino dei Diritti, un gruppo di amiche e amici che hanno percorso da Torino la via Francigena per arrivare fino ai palazzi del potere a Roma per chiedere una regolamentazione delle coppie di fatto e dello stesso sesso. Faremo il punto sui successi e sugli obiettivi futuri sul fronte della battaglia radicale per una riforma organica del Diritto di Famiglia che passi per il matrimonio e le unioni civili per tutti e che rimuova qualsiasi forma di discriminazione dal nostro ordinamento.
Il presidio rilancerà le iniziative per l'abolizione delle esenzioni fiscali per gli enti religiosi, dopo denunce, accessi agli atti, inchieste e una recente dichiarazione di Jorge Bergoglio che ha invitato le strutture alberghiere ecclesiastiche che non ospitano i profughi ad iniziare a pagare le tasse. Alle 15 una delegazione di Radicali Roma si recherà davanti al ministero dell'Economia, per ricordare la questione anche al dicastero di competenza.
Ti aspettiamo!
Radicali Italiani Associazione Luca Coscioni Associazione Radicale Certi Diritti Radicali Roma
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