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Pena di morte. Prende avvio la conferenza africana in Benin
Oggi 2 luglio 2014, si sono aperti a Cotonou, capitale del Benin, i lavori della Conferenza continentale sull’abolizione della pena di morte in Africa convocata dal Governo locale con la Commissione sui diritti umani e dei popoli dell’Unione africana in collaborazione anche con Nessuno tocchi Caino ed il Partito Radicale.
La tre giorni è stata convocata in vista dell’adozione definitiva del protocollo aggiuntivo alla Carta dei diritti umani dell’Africa e del voto che si terrà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla risoluzione per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.
La conferenza è stata aperta dal Ministro degli Esteri del Benin Bako-Arifari Nssirou che ha confermato il ruolo di leadership continentale che il suo paese vuole giocare contro la pena di morte e la promozione dei diritti umani anche in vista del voto alle Nazioni Unite il prossimo dicembre. Successivamente ha preso la parola la Presidente del gruppo di lavoro sulla pena di morte e le esecuzioni extragiudiziarie sommarie e arbitrarie in Africa della Commissione africana, Silvie Zainaibo che ha ricordato come, grazie al lavoro del suo gruppo, si sia arrivati a un testo ormai pronto per l’adozione finale e che poter contare su uno strumento regionale specificamente dedicato all’abolizione della pena di morte potrà consolidare la tendenza positiva che caratterizza l’Africa nei confronti dell’abolizione delle esecuzioni.
Alla cerimonia di apertura erano presenti anche l’Ambasciatore dell’Unione europea, il rappresentante del dipartimento affari politici della Commissione africana e un ex-condannato a morte, poi esonerato, dell’Uganda.
La Conferenza è poi continuata con una prima sessione plenaria relativa agli strumenti regionali per la protezione dei diritti umani, quali garanzie per rafforzare e definire una loro protezione certa presieduto dalla componente la Commissione africana Maya Sahli Fadel. A questa sessione hanno partecipato gli accademici Philip Francis Iya, Carlson Anyangwe, Christoph Heyn,s, Special Rapporteur delle Nazioni unite sulle esecuzioni extragiudiziarie, e Maria Donatelli della Coalizione mondiale contro la pena di morte.
Oltre a una rassegna dei trattati e convenzioni globali e regionali, la discussione ha contribuito a rafforzare anche questioni relative alle politiche penali, il giustizialismo, la reversibilità delle scelte abolizioniste e la privatizzazione della giustizia con le esecuzioni extragiudiziarie.
Nel pomeriggio, si sono svolte cinque commissioni sul ruolo dei parlamentari, delle commissioni economiche regionali, delle istituzioni nazionali sui diritti umani, della società civile e dei media e dei vari gruppi professionali che possono esser coinvolti nel dibattito sulla pena di morte.
Al sito www.radioradicale.it è possibile rivedere la sessione inaugurale.
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"Radicali e Anarchici - un incontro possibile"
Fecondazione, Filomena Gallo: il quadro regolatorio già permette eterologa. Ministro alla ricerca di pretesti che ritardino? Dov'è relazione al Parlamento?
Fecondazione, Gallo (Ass. Coscioni): il quadro regolatorio già permette eterologa. Ministro alla ricerca di pretesti che ritardino? Dov'è relazione al Parlamento?
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
Oggi il Ministro Lorenzin rispondendo al question time ha dichiarato di aver convocato "un gruppo di lavoro formato da rappresentati delle società scientifiche, delle Regioni, degli operatori della Pma, con giuristi
ed esperti del ministero e dell'Iss" per sciogliere le criticità evidenziate dalla sentenza della Consulta sulla legge 40. Sarebbe interessante ed utile sapere i nomi e le qualifiche del gruppo di esperti.
Il Ministro ha aggiunto che "il gruppo dovrà completare il lavoro in qualche settimana per valutare tutte le possibili iniziative, anche normative, ed avviare entro il 31 luglio per queste finalità la definizione delle tematiche. Un percorso necessario anche per la revisione delle linee guida del 2008 che non potranno non tenere conto del nuovo quadro regolatorio".
Su questo punto è bene ricordare al Ministro che non esiste vuoto normativo a seguito della decisione della Consulta: la Corte Costituzionale è chiara nelle motivazioni della sentenza come lo fu già nel 2005: nell’ammettere il quesito referendario per l’abrogazione del divieto di eterologa, affermò che non si creava vuoto normativo: la cancellazione del divieto non fa venir meno nessuna tutela.
Inoltre il Ministro della Salute secondo le procedure previste della legge 40, "avvalendosi dell'Istituto superiore di sanità , e previo parere del Consiglio superiore di sanità", quando deciderà, "in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica" (art. 7 della legge 40) e delle sentenze della Corte Costituzionale (151 del 2009 e 162 del 2014) di procedere con l’aggiornamento delle Linee Guida, atto vincolante per le strutture di PMA, dovrà tener conto di quanto i Giudici della Corte in ultimo hanno scritto : “in relazione al numero delle donazioni è, poi, possibile un aggiornamento delle Linee guida, eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito), ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto”
Inoltre, il quadro regolatorio attuale prevede che l'eterologa possa essere già attuata anche tramite la maggiore tutela dei donatori e dei pazienti riceventi con integrazione di esami diagnostici come previsto dalle normative comunitaria. Ci auguriamo che il Ministro non utilizzi nessun pretesto per ritardare l'attuazione della sentenza della Corte visto che le maggiori società scientifiche hanno già predisposto un iter unico per garantire donatori e riceventi, come emerge anche dai lavori dell'Eshre in corso a Monaco. Chiediamo al Ministro invece l'immediato aggiornamento nei Lea con l'inclusione dell'infertilità/fecondazione medicalmente assistita.
In ultimo non vorremmo che nella ricerca di deterrenti per l'eterologa sia disatteso l'obbligo previsto all'art. 15 della legge 40 che impone al Ministro di presentare entro il 30 giugno una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40. Oggi ricordiamo al Ministro che è già il 2 luglio.
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Tav e ‘ndrangheta/Manfredi: Problema esiste e magistratura e forze dell’ordine lo stanno affrontando. Notav vittime “sindrome Grillo”: non facciamo nulla per paura del mafioso
Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:
I radicali hanno da sempre denunciato la capacità delle organizzazioni criminali di espandersi sul territorio, utilizzando al meglio il fiume di denaro contante che intascano ogni giorno grazie al monopolio del commercio delle droghe. Da quanto apparso oggi sui giornali, alcune infiltrazioni mafiose sono partite da ricatti basati sull’uso di sostanze stupefacenti, Peccato che né l’onorevole Bindi né il 99% della classe politica si chieda se valga la pena lasciare alle mafie quel monopolio, visto che il proibizionismo non ha impedito e non impedisce alle droghe di circolare liberamente dovunque.
Dunque le infiltrazioni esistono e oggi abbiamo appreso erano da tempo sotto osservazione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. Il movimento NOTAV dovrebbe finirla di speculare sulla paura del mafioso, altrimenti rischia di chiudersi nel vicolo cieco in cui si è infilato ieri Beppe Grillo al Parlamento Europeo, quando ha chiesto il blocco dei finanziamenti dell’Unione Europea all’Italia perché finirebbero alle mafie. Togliere finanziamenti all’Italia significa agevolare ancor di più chi, come le narco-mafie, non ha certo bisogno di altri aiuti per inquinare l’economia legale, a scapito di coloro che, grazie, a quegli aiuti, si affrancherebbero dalla protezione criminale.
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