Politica
Conferenza stampa sul Def "e sulle iniziative del gruppo in relazione al testo approvato la scorsa settimana dal governo
La segretaria Bernardini sospende lo sciopero della fame dopo 46 giorni. Il rilancio del Satyagraha in corso su carceri e giustizia. L'omaggio a Napolitano. Comitato di Radicali italiani: la mozione approvata
Comunicato stampa di Rita Bernardini, Segretaria nazionale di Radicali italiani:
Ieri sera, dopo 46 giorni di sciopero della fame, ho sospeso il mio Satyagraha che ho condotto assieme ad altre più di 1.500 persone che stanno, con la loro nonviolenza, scandendo i giorni che ci separano dal quel 28 maggio che la Corte EDU ha fissato per l’Italia affinché ponga fine all’infamia in corso dei trattamenti inumani e degradanti ai quali sono sottoposti i detenuti nelle nostre carceri.
La mia sospensione – che interviene nel momento in cui la mia forza fisica è notevolmente provata – è dovuta innanzitutto alla mozione approvata ieri dal Comitato Nazionale di Radicali italiani, alle 36 persone, compagne e compagni membri del Comitato e non solo, che attraverso il loro di sciopero della fame hanno deciso di rilanciare il Satyagraha in corso, e a un dossier sulle carceri elaborato dall’avv. Debora Cianfanelli che il parlamentino di Radicali italiani ha deciso di trasmettere al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Per il resto, dal mondo esterno al nostro, “radicale” – tralasciando l’ostracismo del servizio pubblico radiotelevisivo al quale NON vogliamo certo rassegnarci e che combatteremo con le nostre armi, quelle della nonviolenza – mi piace porre in evidenza che il nostro Paese ha ancora la grande risorsa istituzionale e umana del nostro Presidente della Repubblica che, con il suo messaggio alle Camere di sei mesi fa, ha voluto indicare (purtroppo inascoltato) al Parlamento l’obbligo di uscire immediatamente dall’illegalità di una pena carceraria e di una “giustizia” che violano da decenni diritti umani fondamentali. “Non bisogna perdere nemmeno un giorno”, aveva detto il nostro Presidente Napolitano – Supremo Garante della Costituzione – e noi abbiamo contato e stiamo contando quelli che non vorremmo più fossero i giorni dell’infamia della nostra democrazia sempre più “reale”, come lo fu in passato il “comunismo reale”.
Nel mio e nostro “piccolo” riteniamo un successo aver costretto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a fornire finalmente (anche se parzialmente) il dato effettivo della capienza regolamentare dei nostri 205 istituti penitenziari: non 49.000 o 50.000 come veniva costantemente riferito pubblicamente, ma 43.500 per 60.000 detenuti. E a questi vanno ancora sottratti i posti inutilizzati e inutilizzabili, come ad esempio in Sardegna e negli OPG.
Per concludere, chiedo a tutti i mezzi di informazione di dare notizia della mozione generale (*) approvata ieri dal nostro Comitato nazionale. Vi troveranno perfino la notizia delle ragioni della NON presentazione dei radicali alle prossime elezioni europee, della centralità della nostra lotta per la “fuoriuscita dello Stato italiano dalla condizione letteralmente criminale nella quale si trova da decenni “; il rilancio del nostro Satyagraha, le iniziative riguardanti il governo dell'economia e i risvolti partitocratici della sua gestione…
Le adesioni raccolte nel corso del Comitato al Satyagraha in corso:
Membri del Comitato Nazionale di Radicali italiani: Luca Bove, Matteo Ariano, Domenico Letizia, Maurizio Buzzegoli, Paola Di Folco, Marta Gemma, Irene Testa, Massimiliano Iervolino, Pier Giorgio Focas, Anna Briganti, Valentino Paesani, Michele Capano, Diego De Gioiellis, Lorenzo Lipparini, Riccardo Magi, Francesco Napoleoni, Paolo Izzo, Matteo Mainardi, Emanuele Baciocchi, Alessandro Massari, Giulia Simi, Monica Mischiatti, Maria Giovanna DeVetag, Strik Livers Lorenzo, Stefano Santarossa, Antonella Soldo
Valerio Federico, Tesoriere di Radicali italiani
Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Antonella Casu, Tesoriera di Non c’è Pace Senza Giustizia, e Giorgio Pagano, Segretario dell'Era
Membri di Direzione: Marco Beltrandi e Maria Grazia Lucchiari
i radicali: Stefano Marrella, Daniele Sabiu, Nicolino Tosoni, Ilary Valvonesi e Carlo Loi
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Notiziario Antiproibizionista
La non democrazia italiana, la partitocrazia, i referendum radicali della primavera 80, la sinistra, il Pr, le amministrative
Accesso al credito, Favia aderisce a campagna radicale #Sbanchiamoli
Sostegno del consigliere regionale alla petizione per slegare le Fondazioni bancarie dai partiti.
“Rapporti spesso opachi con il mondo della politica. Serve imparzialità”.
C’è anche Giovanni Favia, il consigliere regionale indipendente dell'Emilia Romagna, tra i sostenitori della petizione presentata in Parlamento dai Radicali Italiani per obbligare le Fondazioni Bancarie a cedere la propria quota di partecipazione azionaria nelle società bancarie. Le Fondazioni Bancarie, infatti, detengono il controllo delle banche, la politica a sua volta controlla le Fondazioni Bancarie designando attraverso Regioni, Province e Comuni parte dei componenti dei board decisionali delle Fondazioni. Un circolo vizioso che ha ancorato l’accesso al credito al mondo della politica a scapito, molto spesso, del libero mercato e del rilancio economico, in Emilia come nel resto d’Italia.
“La commistione tra politica e banche è solo uno degli aspetti della politica vissuta come attività del tutto parassitaria alla nostra società e che è ben esemplificata nel proliferare, ancora oggi, di organismi il cui unico fine è giustificare la propria esistenza fornendo poltrone e bilanci a cui attingere – spiega Favia -. I partiti hanno portato dentro le Fondazioni, le banche, le istituzioni ed associazioni finanziarie ed economiche di questo paese, di questa regione, quelle attività di mediazione e bilanciamento degli interessi che sarebbero perfettamente lecite, se avvenissero pubblicamente e all’interno di assemblee elettive, quali i Consigli comunali e regionali, ma che invece, così, diventano scambio di favori e violazione delle regole della concorrenza e del mercato. Per esemplificare bastare citare, qui a Bologna, il progetto, che potremmo definire ecumenico di FICO in cui la cittadinanza e la società regionale assistono solo come spettatori di decisioni prese altrove”.
D’altronde per Favia la "Santa Alleanza" tra banche e partiti è cominciata molti decenni fa e i suoi effetti si possono ritrovare, oltre che nella difficoltà di accesso al credito privato, anche nell’amministrazione dei beni pubblici. “Quando parlo di opacità dei rapporti tra banche e partiti ne parlo per l’esperienza diretta che ho avuto come amministratore, consigliere comunale, prima, consigliere regionale, oggi – aggiunge Favia -. Il Comune di Bologna ha sempre negato di detenere derivati, salvo, di fronte all’evidenza di comparire nel documento della centrale dei rischi di Bankitalia, ammettere di avere contratto in passato (2005) un derivato rinegoziando un mutuo. La Regione Emilia-Romagna ammette di avere un derivato acceso nel 2002 e rinegoziato nel 2004 (tasso fisso e variabile) con scadenza 2032. Dell’operazione se ne occupava un ex dirigente della Regione, poi consulente Unicredit, con un vantaggio iniziale, per la Regione, ed una perdita considerevole sul lungo periodo. La cosa che più colpiva non era tanto l’incapacità, di Comune e Regione, nel valutare correttamente gli strumenti finanziari adoperati, quanto la difficoltà ad ottenere briciole di informazioni oltre che dalle banche interessate anche dalle istituzioni pubbliche.
Anche per questo credo che la proposta di legge contenuta nella petizione presentata di Radicali Italiani contribuisca in modo decisivo a portare un po’ di luce in un rapporto che per molti anni è rimasto in penombra per poter tutelare al meglio i soliti interessi di pochi”.
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