Politica
Immigrazione: Marco Perduca giovedì alle 17 al dibattito "Italians of a different color" alla New York University Florence
Giovedì 17 aprile, dalle ore 17 alle ore 19, nel ciclo degli incontri "La Pietra Dialogues" organizzato dalla sede fiorentina della New York University si terrà un dibattito dal titolo "Italians of a different color" che affronterà alcuni degli aspetti legati all'immigrazione da e verso l'Italia. Ne discutono Mauro Valeri, sociologo, direttore dal 1992 al 1996 dell’Osservatorio nazionale sulla xenofobia e dal 2005 responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio, Ashraf Saber, atleta italiano con padre egiziano, campione mondiale juniores dei 400 oracoli a Seul 1992 e Marco Perduca, senatore nella XVI legislatura e rappresentante all'Onu del Partito Radicale. Nel dibattito, organizzato dallo studente del master in studi italiani Antonio Corrado, verrano affrontate le problematiche derivanti dalle normative basate sullo ius sanguinis piuttosto che sullo Ius soli, mentre lo sport sarà la lente attraverso la quale verranno messe a fuoco le questioni della cittadinanza e dell'identità nazionale e dell'inclusione civile, sociale ed economica dei nuovi italiani. L'incontro si tiene alla NYU in via bolognese 120 ed è aperto al pubblico. Date le caratteristiche dello spazio è indispensabile prenotare telefonando in orario d'ufficio allo 055 5007202 oppure scrivendo a lapietra.dialogues@nyu.edu.
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Governo, Beltradi: Renzi e maggioranza rinviano quanto promesso
Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, già deputato della XV e XVI legislatura
Mentre i media televisivi sono inondati dagli interventi, con tante promesse, del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, come mai era accaduto in precedenza, le riforme che erano state promesse come imminenti con un preciso crono programma dal Capo del Governo vengono ora proiettate su un orizzonte temporale ampio e in buona misura indefinito. E’ il caso di una delle riforme più importanti per l’economia quanto politicamente “critica”, oggetto di iniziative e proposte anche referendarie da decenni dei Radicali, il Job Act che ora il Ministro Poletti rinvia addirittura al primo semestre 2015. Altro rinvio per la riforma, pessima, del Senato della Repubblica e del titolo V della Costituzione: persino la promessa già fortemente ridimensionata di una prima lettura al Senato prima delle elezioni europee è slittata a dopo il 25 maggio 2014, così come la nuova legge elettorale che dovrebbe seguire la riforma costituzionale. Insomma, siamo alle solite: parole, parole, parole…e niente più!© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Commissioni Esteri e Politiche dell'Unione Europea di Camera e Senato
Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Nomine Eni, Bolognetti: E’ l’Italia dei Fasci e delle Corporazioni
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
Il buon Marcello Pittella, per non essere da meno rispetto al suo mentore e maieuta Matteo Renzi, si è prontamente accodato al coro di osanna che salutano la nomina di Emma Marcegaglia ai vertici dell’Eni.
Lo ha fatto, particolare non trascurabile, da Presidente di una Regione dove si estrae circa l’80% del greggio italiano e dove l’Ente Nazionale Idrocarburi ha effettuato consistenti investimenti in particolare nella Valle dell’Agip/Agri, dove si trivella allegramente a ridosso di dighe, invasi, sorgenti, aree a rischio frana e a rischio sismico.
Personalmente da abitante della Scaronia, più che accodarmi agli osanna e agli alleluia dei Pittella, preferisco sottoscrivere le considerazioni fatte da Valter Vecellio sulla nomina di Descalzi: “il governo di Matteo Renzi ha "semplicemente" voluto coniugare un minimo di continuità con un massimo di lottizzazione mascherata da rinnovamento”.
Prendo atto, inoltre, che mentre Pittella si spella le mani per plaudire alla nomina della Marcegaglia, il Governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, dispone la sospensione delle attività estrattive a seguito della divulgazione del rapporto della “Commissione Ichese” sulle “possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi” e aumento dell’attività sismica nell’aree colpite da terremoti.
Da cittadino di una regione un po’ Kazakistan un po’ Delta del Niger, da anni denuncio anche, ma non solo, il rischio evidenziato dalla “Commissione Ichese”.
A tal proposito segnalo per l’ennesima volta “Lo studio degli effetti di sito nel Bacino della Val D’Agri”, riportato sul sito dell’INVG(Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia): “La Val d’Agri è una delle aree italiane a maggiore potenziale sismo genetico. Il recente sviluppo urbanistico, in particolare nella parte alta della valle (Villa d’Agri, Viggiano), e la presenza di infrastrutture legate all’attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi, contribuiscono ad accrescere il rischio sismico dell’area, che è già stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857”.
Quanto scrive l’INVG trova del resto conferma e conforto nelle parole del geologo Franco Ortolani, autore di una delle prefazioni al mio libro “Le mani nel Petrolio”, e in quanto ebbe ad affermare il prof. Leonardo Seeber(docente alla Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University) il 25 giugno 2011: “Più recentemente, si è anche capito che le attività ingegneristiche possono alterare lo stato meccanico della crosta terrestre in maniera sufficiente da triggerare terremoti. Triggerare significa anticipare un terremoto che senza l’intervento umano sarebbe accaduto più tardi. Quindi, rispondo di sì, l’attività estrattiva di idrocarburi è ben conosciuta come un agente che può alterare lo stato meccanico crostale in maniera sufficiente da triggerare terremoti”.
Per non dire delle considerazioni del Prof. Giuseppe Mastrolorenzo sul - per fortuna fallito -progetto “Deep Drilling” nella caldera dei Campi Flegrei.
Il governatore Pittella, oltre a scambiarsi pacche sulle spalle con il Presidente del Consiglio, farebbe bene ad occuparsi anche di queste cosette.
Farebbe bene ad occuparsi degli effetti collaterali prodotti dalle attività estrattive, che da tempo vado denunciando, ad iniziare dalla contaminazione di invasi e sorgenti.
Quanto alla nomina ai vertici dell’Eni dell’Ex Presidente di Confindustria, non trascurerei i rapporti intercorsi tra il gruppo Marcegaglia e la stessa Eni.
A me sembra di intravedere un possibile conflitto di interessi o quanto meno una scelta poco opportuna.
Di certo, e non so perché, le nomine e il contesto, mi hanno fatto venire in mente un bel libro di Ernesto Rossi dedicato all’Italia dei Fasci e delle Corporazioni: I Padroni del Vapore.
Era l’Italia del ventennio, ma anche quella del settantennio partitocratico.
Approfondimenti
Dal Kazakistan lucani rivolgo un'opportuna domanda a Scaroni e Alfano
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Commissioni riunite Attività Produttive Camera e Industria del Senato
Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema-paese della Commissione Affari esteri della Camera
Conferenza stampa sul Progetto Orizzonte.
Il fenomeno droga, la legge Craxi-Jervolino-Vassalli, l'antiproibizionismo, la criminalità organizzata, i punizionisti, i radicali
Nomine/Boni e Manfredi: non riconferma Scaroni è unica misura reale anti-Putin adottata da governo italiano
Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Da quando fu nominato alla guida dall’Eni da Berlusconi ben nove anni fa, Gian Paolo Scaroni ha perseguito con costanza una sempre più stretta collaborazione dell’Eni con Gazprom, cioè con Putin. Magistrale da questo punto di vista il ruolo “di sponda” giocato da Eni e Enel nello smantellamo operato nel 2007 da Putin dell’impero economico di Yukos dell’oligarca Mikhail Khodorkovsky, opportunamente fatto sparire in un gulag siberano (e liberato solamente lo scorso dicembre, dopo la “rieducazione”). Allora solo noi radicali (compreso il presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, un certo Daniele Capezzone) denunciammo il ruolo giocato dalle nostre due aziende di Stato.
Sulle abilità diplomatiche di Scaroni, nulla da dire e tutto da eccepire; è rimasta insuperabile la sua dichiarazione del 30 agosto 2011: “Nessuno sentirà la nostalgia di Gheddafi che il giorno dopo il golpe, il 2 settembre 1969, pensò di mettersi alla guida di una pala meccanica per spianare il cimitero ebraico e disperdere le ossa in mare. Ha ridotto uno dei Paesi più ricchi del mondo in un Paese povero.” Peccato che tale accorate parole fossero arrivate solo dopo la caduta del Raiss, con il quale Scaroni aveva fatto affari per sei anni, senza alcun problema di coscienza.
Dicono che il sostituto di Scaroni, Claudio Descalzi, essendo il suo delfino seguirà le sue orme. Staremo a vedere ma di una cosa siamo sicuri: ieri il governo Renzi, consapevolmente o meno, ha preso l’unica misura reale anti-Putin adottata finora. In tale ottica, comprendiamo benissimo la rabbia e la delusione di Berlusconi, quando ha appreso della dorata defenestrazione di Scaroni.
L’interrogazione di Daniele Capezzone nel 2007
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