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Riforma Senato, Perduca: problema riforma non sono numeri ma attacco a democrazia e rappresentatività. Occore una Repubblica federalista e presidenzialista con politici eletti direttamente dai cittadini
Dichiarazione di Marco Perduca, Senatore nella XVI legislatura e rappresentante all'ONU del Partito Radicale:
"L'embrione di dibattito sul futuro del Senato della Repubblica concepito in queste ore grazie alle dichiarazioni del Presidente Pietro Grasso - era ora! - continua a far l'economia delle legalita'
costituzionale e quindi della democrazia e della cosiddetta rappresentativita'. Da' molto da pensare leggere i richiami all'ordine della neo-nominata vice-segretaria del PD Serracchiani che intima di tacere a Grasso perche' eletto nelle liste del Partito democratico.
A parte con un ulteriore conferma della peculiarita' italiana, settimana prossima ci troveremo di fronte a una proposta di legge costituzionale proposta dal Consiglio dei Ministri, composto come si sa di tutto un po', e non davanti all'iniziativa di una parte politica che ha vinto le elezioni con una chiara piattaforma riformatrice relativa all'impianto costituzionale - se dovessimo stare al programma elettorale del PD del 2013 si rintraccerebbe l'evocazione di un senato federale bloccato dalle diatribe interne al centrodestra - quanto proposta e' una riforma tanto quanto e' una riforma quella relativa alle province, cioe' l'aggirare furbescamente un problema con delle chiacchiere ben pronunciate.
La proposta annunciata piu' volte dal Presidente Renzi parte da un presupposto caro all'antipolitica, il Senato costa troppo, e si sviluppa facendo l'occhiolino a un modello piu' da Repubblica democratica tedesca piuttosto che un modello dove possano essere rappresentante in modo equo le regioni italiane, con magari cinque eletti per regione.
Siccome nei giorni scorsi e' stata anche ventilata la possibilita' di arrivare a prevedere una sorta di 'premierato forte' che conceda al capo del governo, che oggi si badi bene non e' un 'premier', la possibilita' di sostituire ministri a proprio piacimento, non si capisce perche' questo benedetto Consiglio dei Ministri non prepari una riforma strutturale del Titolo III della Costituzione prevedendo un evoluzione verso una Repubblica federale, in una prospettiva federalista europea, nonche' l'elezione diretta del capo dello Stato che sia anche capo del governo legittimato direttamente dal voto popolare in modo slegato dall'elezione dei parlamentari.
Solo con questo tipo di riforme chiare si puo' tentare di recuperare un minimo di rispetto della legalita' costituzionale dando finalmente al Senato la possibilita' di una vera rappresentanza regionale e ai cittadini la possibilita' di eleggere direttamente i propri rappresentanti,
Capisco che le elezioni ormai siano solo uno spreco di danaro pubblico, ma con riforme radicale potrebbero esser soldi investiti bene.
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