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Visto dall'America - sabato 03 maggio 2014 - a cura di Lorenzo Rendi
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Torino/violenza primo maggio - Viale, ho sfilato con il PD contro i divieti e la subalternità culturale ai violenti
Silvio Viale, presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e consigliere comunale eletto nel PD, interviene sui commenti del dopo-corteo del primo maggio a Torino, rivendicando la propria partecipazione "a testa alta" al corteo con il PD contro i divieti e la subalternità culturale ai violenti.
Silvio Viale critica Davide Ferraio, Marco Revelli e Laura Castelli, ma anche Luigi Manconi.
L'esponente radicale ha diffuso la seguente nota:
"Potrei limitarmi dire che ho sfilato con il PD solo perché si voleva impedire che il PD sfilasse nel corteo del Primo Maggio, come quando Pannella andava ai congressi dell'MSI. Potrei limitarmi ad osservare come, con un astuto attestamento di prima mattina allo sbocco di Piazza Vittorio su via Po, il nucleo duro del cosiddetto "spezzone sociale" abbia imposto il proprio predominio, relegando a un ruolo subordinato le componenti della cosiddetta "altra sinistra". Potrei limitarmi a fare osservare come vi sia stato un continuo attacco ai fianchi del PD, complici i portici, di gruppi che si spostavano lungo il corteo fino a quando sono stati e si sono sentiti isolati. Potrei limitarmi a dire che vicino a Piazza Castello ho visto sputare a freddo in faccia a un ragazzo con la pettorina del PD, che non ha reagito, e poi spegnersi la baldanzositá dello sputatore quando gli ho chiesto "perché lo avesse fatto", cercando lui invano la solidarietà degli spettatori. Potrei ancora ... ma dopo avere letto le parole di Davide Ferrario, di Marco Revelli e anche di Luigi Manconi voglio denunciare il pericolo di una certa subalternità culturale, psicologica e fisica ai violenti e alla loro premeditata volontà di egemonia in piazza. A Luigi Manconi, di cui condivido tutte le osservazioni sulle forze di Polizia, voglio dire che centrano poco con quanto successo a Torino e la licenza di fare quello che si vuole contro chi si vuole. Davide Ferrario e Marco Revelli dovrebbero, invece, muoversi un po' di più lungo un corteo ed evitare di dare giudizi sul quel che gli fa comodo di vedere sotto il naso in un solo momento. Definire dieci ragazzotti con la pettorina PD in stile majorette (quindi pure identificabili) come il "servizio d'ordine del PD", evocando ben altri antichi scenari e dimenticandosi dei cordoni "imbottiti" dello spezzone antagonista, è disonesto in tutti i sensi. In questa occasione le varie anime dell'autodefinita "altra" sinistra (chissà perché non "Sinistra per Tsipras") hanno dimostrato una subalternità psicologica, culturale e psichica verso gli "antagonisti" dei centri sociali. Subalternità da cui non è estranea la grillina Laura Castelli, la cui giovane età non è certo un'attenuante, visto che ha fatto da sempre la stagista politica, che vuole proprio vedere il sangue delle vittime sacrificali. A lei e a coloro che sono intervenuti dal palco rubato al concerto non affiderei per due ore nemmeno il mio gatto, figuriamoci il paese. Sarebbe un ritorno ai peggiori regimi del secolo scorso e alla giustizia arbitraria fai da te."
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