Politica
Intervista a Paola Severini
Convocazione Comitato di Radicali Italiani 11/13 aprile e proposta di ordine dei lavori
Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 aprile 2014 si terrà la seconda riunione del Comitato nazionale di Radicali italiani dopo il Congresso di Chianciano. I lavori si svolgeranno presso la sede di via di Torre Argentina 76, a Roma.
Preghiamo di confermare la presenza inviando un’email a info@radicali.it
Segue proposta di ordine dei lavori
Proposta di Ordine dei lavori
venerdì 11 aprile 2014
16:00 Apertura dei lavori
Approvazione dell'ordine dei lavori
Relazione della Segretaria, Rita Bernardini
Relazione del Tesoriere, Valerio Federico
Avvio del dibattito generale
21:30 Chiusura dei lavori
sabato 12 aprile 2014
9:00 - 13:30 Dibattito generale
13:30 - 15:00 Interruzione per il pranzo
15.00 - 20:00 Dibattito generale
domenica 13 aprile 2014
9:00 Dibattito generale
[12:00 Termine per la presentazione dei documenti]
[13:00 Termine per la presentazione degli emendamenti]
Prosecuzione del dibattito generale, eventuali repliche della Segretaria e del Tesoriere
14.30 dibattito e votazione sui documenti depositati
Regolamento del Comitato nazionale di Radicali italiani
Riteniamo inoltre utile pubblicare di seguito la lettera che è stata inviata con la tessera a coloro che si sono iscritti a Radicali italiani per l’anno 2014
* * * *
Roma, 18 marzo 2014
Cara, Caro
siamo felici di consegnarti la tessera 2014 per l’iscrizione a Radicali italiani. A questo punto dell’anno radicale – che si concluderà con il prossimo congresso di novembre – sei uno dei 545 iscritti al nostro Movimento e sei stato/a fondamentale per arrivare fino ad oggi consentendoci di corrispondere, per quanto ci è stato possibile, al dispositivo della mozione approvata al Congresso di Chianciano dello scorso anno.
Il momento che stiamo attraversando, purtroppo, è compreso solamente da chi è conscio che, senza democrazia e stato di diritto, si preparano quei tempi bui che “quasi” tutti oggi vedono come ricordi lontani di un tremendo pericolo scampato e non più ripresentabile.
Sono passati tre anni dalla scrittura del “libro giallo della peste italiana”, un testo collettivo che è stato esso stesso un Satyagraha, cioè la ricerca della verità: una nostra lettura del Sessantennio che è seguito al Ventennio fascista, una storia di distruzione dello Stato di diritto da parte di un sistema partitocratico che in nome dell’”antifascismo” ha dilapidato democrazia, diritto, diritti. Fu Giuseppe Bottai (già deputato e ministro del Fascismo, contrario all’intervento nella II Guerra mondiale e sostenitore dell’emendamento Grandi che esautorò Mussolini) ad affermare, il 28 maggio 1945, che il ritorno ai partiti era nient’altro che una momentanea rinascenza che dal suo stesso impulso interiore sarà condotta a processo unitario. Codesto processo – scriveva – sarà qualificato come “antifascismo”.
Come sai, l’anti-democrazia italiana l’abbiamo documentata con la lotta viva, nonviolenta, ricercando sempre spazi di dialogo in cui riuscire a rintracciare contraddizioni di regime in cui far vivere le nostre idee, le nostre ragioni, le nostre speranze. A volte ci siamo riusciti, ma molti dei successi ottenuti – basti pensare ai referendum – sono stati violentemente, e contra legem, il più delle volte spazzati via. Questi ultimi tre anni sono stati addirittura micidiali, da questo punto di vista. Il regime è arrivato al punto di scegliere di poter fare l’economia del ruolo di Emma Bonino quale ministro degli esteri: un volto, una biografia, una storia capace di conquistare le diplomazie europee e transnazionali. L’opera di annientamento si è ulteriormente perfezionata: secondo le rilevazioni del Centro d’Ascolto, nel periodo settembre 2013 – gennaio 2014, Emma Bonino (ancora Ministro degli esteri) era all’82° posto nella classifica dei politici intervenuti nei tre Telegiornali della Rai e al 152° posto nelle trasmissioni di approfondimento. In queste ultime, nello stesso periodo, Marco Pannella si è “classificato” al 625° posto.
Mentre ti scriviamo è ancora in corso il Satyagraha che coinvolge oltre mille cittadini e che ci vede contare i giorni che ci separano dal 28 maggio prossimo, data ultima fissata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha intimato all’Italia di rientrare nella legalità a seguito della condanna dell’8 gennaio 2013 per trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei detenuti. Il Satyagraha si articola in sciopero della fame, lettere ai rappresentanti istituzionali che hanno fatto carta straccia del messaggio del Presidente Napolitano alle Camere, manifestazioni organizzate dalle associazioni radicali davanti alle carceri e - ce lo auguriamo perché è la cosa più importante e difficile - raccolta di iscrizioni ai soggetti dell’area radicale, in particolare Radicali italiani e Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito che sta organizzando a Roma - probabilmente nell’ultima decade di Aprile - l’VIII congresso del fronte italiano.
La negazione dello Stato di Diritto nel nostro Paese investe inevitabilmente l’economia italiana per leggi e regole non rispettate o, in altri casi, prodotte per ostacolare la libera imprenditoria, per tutelare la commistione tra potere politico e mercato e i conflitti d’interesse tra regolatore e regolato. Radicali Italiani ha individuato nella proprietà delle principali banche da parte dei Partiti, nella gestione che questi ultimi hanno dell’universo delle società partecipate da Regioni e Enti locali e nei sussidi alle imprese e all’inquinamento tre cause della crisi in corso e, grazie alla tua iscrizione, potremo continuare ad agire per rimuovere questi e altri ostacoli posti dalle nuove partitocrazie alla ripartenza del Paese. Anche noi crediamo, come Thomas Edison, che il valore di un'idea sta nel metterla in pratica.
La nostra azione, con i pochi mezzi a disposizione, è incentrata dunque nel promuovere il rispetto delle regole, il ripristino nel nostro Paese dello Stato di Diritto e la produzione di regole e leggi delle quali non beneficino privilegiati, “amici” e tutelati, ma chi merita, chi è capace, chi agisce da libero cittadino senza coperture e protezioni. Solo i cittadini liberi e i bisognosi invocano Giustizia, solo il protetto può farne a meno. Libertà dal bisogno e dall'imposizione!
Ti ringraziamo di cuore e ti chiediamo, per quanto potrai e vorrai, di continuare ad alimentare la nostra e tua "resistenza" radicale.
Rita Bernardini, Segretaria
Valerio Federico, Tesoriere
Laura Arconti, Presidente
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Droghe, Bernardini e Manfredi: Renzi si tiene le deleghe su Politiche Antidroga? Allora sostituisca Serpelloni e convochi finalmente Sesta Conferenza nazionale
Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, e Giulio Manfredi, Direzione RI:
Durante il Consiglio dei Ministri di ieri, il premier Matteo Renzi non ha conferito le deleghe per le funzioni relative alle Politiche Antidroga, riservandole dunque a se stesso.Ci rivolgiamo, pertanto, direttamente a lui per richiedere due provvedimenti: la rimozione del Prof. Giovanni Serpelloni dalla carica di capo del Dipartimento Antidroga, per segnare una reale soluzione di continuità, dopo l’ “era Giovanardi” (supportata in tutto e per tutto da Serpelloni), sconfessata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale; l’indizione entro il 2014 della “Sesta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga”, che abbia come base di discussione la revisione delle politiche proibizioniste sulle droghe, visto il loro totale fallimento. Ricordiamo a Renzi, ma anche a Serpelloni, che tale Conferenza nazionale dovrebbe essere convocata per legge (art. 1, comma 15, DPR 309/90) ogni tre anni; l’ultima Conferenza si tenne a Trieste nel marzo 2009.
Aggiungiamo, infine, che l' EMCDDA (Osservatorio Europeo Droghe e Tossicodipendenze), Agenzia del Consiglio d'Europa con sede a Lisbona, giudica in modo del tutto inattendibile i dati raccolti e trasmessi dal Dipartimento Antidroga Italiano, tanto che suggerisce di interpretarli con cautela. E' ora, dunque che, anche da questo punto di vista, l'Italia inizi a fare indagini sul fenomeno che abbiano attendibilità scientifica, come più volte sollecitato dalla Prof.ssa Carla Rossi, ordinario di statistica medica all'Università di Roma Tor Vergata.
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Affissioni, Cappato: c'è il rischio che i Partiti "abusivi" la facciano franca
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo radicale - federalista europeo al Comune di Milano
"La riemissione delle ordinanze di ingiunzione notificate per i verbali della campagna elettorale 2016 significa due cose importanti:
la prima è che evidentemente le ordinanze sono state emesse in una forma che le espone a contestazioni giudiziarie e che, se non corretta, mette a rischio la riscossione degli oltre 6 milioni di euro da parte di partiti e candidati. La seconda è che la riemissione delle ordinanze fa slittare i termini avvicinando ancora di più la prescrizione, che la legge prevede sia di 5 anni.
Di fronte alla possibilità che la prescrizione faccia saltare l'introito di milioni di euro nelle casse del Comune è indispensabile che l'amministrazione Pisapia formi una vera e propria task force che si occupi del problema. Sono ormai tre anni che ho denunciato il problema e ho chiesto di dare una corsia privilegiata alla riscossione delle somme dovute da partiti e candidati. Se dovesse arrivare la prescrizione sarebbe responsabilità del Sindaco. Mi auguro che ciò non accada"
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Presentazione del volume: "33 false verità sull'Europa" di Lorenzo Bini Smaghi
Intervista a Ferruccio Dardanello sul ruolo delle Camere commercio
Renzi alla prova delle riforme
Nota di Zeno Gobetti:
Il governo Renzi ha scommesso la possibilità di arrivare a fine mandato sulla rapidità e sulla capacità di produrre riforme strutturali per il Paese. L’entusiasmo che in molti settori dell’opinione pubblica questa “novità” ha portato, sembra essere confermata dai progetti e dagli annunci che Renzi ha fatto sin dal primo giorno della sua amministrazione. Difficile dire se tali progetti si concretizzeranno viste le numerose difficoltà che si dovranno superare in un contesto politico precario per il Governo.
Uno dei temi su cui si è focalizzata l’attenzione in questi giorni riguarda le riforme istituzionali. Il Governo ha presentato un ddl costituzionale che porterà alcuni cambiamenti di portata storica sull’assetto istituzionale. Non voglio arruolarmi al partito della “bella Costituzione” che da anni impedisce qualsiasi aggiornamento dell’assetto istituzionale sostenendo l’insostenibile assetto vigente. Ma desidero sollevare alcune perplessità in particolare per ciò che riguarda la riforma del Senato.
Il superamento del bicameralismo paritario auspicato da anni per semplificare l’iter legislativo e per ridurre il rischio di maggioranze precarie a sostegno del Governo ( come si è ripetutamente prodotto nelle ultime legislature), sarebbe uno degli effetti ricercati dal Governo con la nuova riforma costituzionale. Tuttavia, la proposta di riforma che è stata presentata non supera solo la parità di poteri tra le due camere ma, di fatto, determina un superamento del bicameralismo stesso. Infatti osservando il testo che è stato presentato dal Governo, si può evidenziare come il Senato sia totalmente svuotato di ogni potere significativo nell’iter legislativo ordinario, nella fiducia al Governo, nell’approvazione del Bilancio, nell’istituzione di commissioni d’inchiesta parlamentare, nell’attribuzione di poteri speciali al Governo in stato di guerra ecc….
Il Senato non svolgerebbe alcuna funzione significativa nel sistema istituzionale con la sola eccezione della partecipazione all’elezione del Capo dello Stato e la nomina di due giudici della Corte costituzionale. Mi sembra poco serio mantenere in vita un’assemblea per esercitare solo dei poteri di elezione di altre cariche che, per altro, hanno mandati molto lunghi. Visto che la retorica dei tagli ai costi della politica ( che personalmente ritengo molto dannosa se applicata alle istituzioni) la fa da padrone nei dibattiti sulle riforme, non si può che osservare con curiosità che un Senato così sarebbe un inutile spreco di denaro pubblico. Il costo di una istituzione si valuta in base alla sua funzionalità. Se questo Senato costasse anche un solo euro sarebbe comunque uno spreco visto ciò che può fare. C’è da chiedersi perché il Governo Renzi non abbia avuto il coraggio ( o la forza) di proporre l’abolizione totale del Senato presentato una riforma organica in senso monocamerale. A questa domanda non saprei dare una risposta certa. Tuttavia, se si vuole pensare male ( e a volte ci si azzecca) si potrebbe dire che in questo momento è più facile togliere l’indennità dei Senatori che ridurre i costi di struttura che, evidentemente, vanno a toccare “amici” che è bene tenersi tali. Ma questa può essere solo una malizia radicale.
Tornando al contenuto della riforma, si deve evidenziare un altro aspetto che suscita forti perplessità. Questo Senato è stato pomposamente definito “delle autonomie” poiché sarà composto da 127 senatori tra i Presidenti di Regione, due delegati per ogni consiglio Regionale, Sindaci e da 21 di nomina presidenziale. La scelta di non elezione popolare certamente indebolisce ulteriormente questa assemblea. Ma il dato più significativo risiede nel fatto che tale riforma è associata alle modifiche al titolo V della Costituzione nel quale viene introdotta la possibilità del Governo di normare materie di competenza esclusiva delle Regioni per motivi di “… interesse nazionale”. Ma chi lo decide l’interesse nazionale? Non sono tra i sostenitori del pessimo regionalismo che si è prodotto negli anni ’90, ma con queste due paroline si elimina nei fatti ogni “autonomia”.
Perché non superare il bicameralismo paritario attraverso una specializzazione funzionale come avviene in molti altri paesi? Il Senato poteva mantenere funzioni di garanzia e contrappeso rispetto alla Camera dei Deputati. Si potevano spostare i poteri di controllo sul Senato (istituzione di Commissioni d’inchiesta, nomina giudici di Corte e Consiglio Superiore della magistratura, verifica delle nomine nelle autorità Garanti ecc..). Si poteva lasciare al Senato un ruolo minore ma significativo sull’iter legislativo mantenendo la possibilità di rinvio alla Camera delle leggi. Si poteva valorizzare il Senato come reale camera delle autonomie introducendo forme di elezione speciali per garantire l’effettivo legame con il territorio. Si potevano proporre tante soluzioni per elaborare un progetto di riforma coerente. Ma si è preferita un’altra strada.
La riforma risponde all’esigenza di superare il bicameralismo paritario ma lascia un sistema istituzionale senza validi contrappesi alle funzioni del potere esecutivo e legislativo. Forse questa riforma rappresenta un “meno peggio” rispetto all’esistente ( cosa del quale non sono convinto) ma il Paese avrebbe bisogno di meglio.
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Amnistia, indulto e clemenza: dallemergenza carceri ad una nuova visione della giustizia
Regionali/Sintesi conferenza stampa presentazione candidatura del radicale Igor Boni nella lista Pd (Torino e provincia). In zona cesarini giunta regionale ha nominato responsabile trasparenza a cui tocca subito diffida radicale su grattacielo regione
Alla conferenza stampa, tenutasi nella sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, hanno partecipato: Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani, segretario Ass. Aglietta); Gigi Brossa (Libertà Eguale); Silvio Viale(Presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, consigliere comunale); Igor Boni (presidente Ass. Aglietta, candidato radicale nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 25 maggio 2013, circoscrizione Torino e provincia).
Manfredi ha, innanzitutto, informato di aver presentato in mattinata una diffida (redatta dall’avvocato Antonio Maria Polito) all’Assessore regionale alla Trasparenza (che la girerà per competenza al responsabile per la trasparenza della Giunta Regionale, la Dr.ssa Giuliana Bottero) per ottenere la pubblicazione online del testo completo della D.G.R. 2 agosto 2013, n. 83-6283, di cui compare sul Bollettino Ufficiale solamente il titolo.
La trasparenza deve essere presente in ogni ambito dell’amministrazione regionale; soprattutto rispetto ad un intervento (la nuova sede unica della Regione Piemonte in costruzione) che muterà radicalmente il territorio di un’ampia zona di Torino e che è oggetto di indagini sia da parte della Procura sia da parte della DIA.
Passando a trattare della candidatura di Igor Boni nel PD, Manfredi ha dichiarato:
“Conosco Igor da 28 anni; non deve dimostrare nulla, parlano per lui quasi trent’anni di militanza radicale, sempre al servizio delle varie iniziative, pagando tutto e non avendo alcun riconoscimento se non la stima di chi ha la fortuna di conoscerlo. Un radicale come Igor Boni può cambiare un poco il Palazzo e non esserne cambiato. Rivolgo un appello a tutti i radicali perché Igor, per farcela, ha bisogno del sostegno di tutti. Preciso che il sostegno alla candidatura Boni coinvolge solamente l’Associazione Aglietta e non le altre associazioni o organizzazioni radicali”.
Brossa: “Credo che Boni potrà dare nuova linfa alle parole “libertà” e “liberale”. Oggigiorno più tutti si dicono “liberali” più è profondo l’arretramento del pensiero e della pratica liberali”.
Viale: “Nel 2011, quando mi candidai nel PD alle elezioni comunali di Torino, pochissimi credevano nella mia elezione. Quel ricordo sia di augurio e di sprone per la campagna elettorale di Igor Boni. Serve un PD più laico, meno ideologico. Con Boni consigliere regionale, la Regione Piemonte deve diventare la Regione dei diritti e delle libertà”.
Boni: “Senza la mia candidatura la nostra lotta per la legalità di questi quattro anni, al fianco di Mercedes Bresso, rischiava di rimanere monca, senza continuità. Noi potevamo rimanere fuori dal campo di gioco, ad additare i falli dei vari giocatori. Abbiamo deciso, invece, di giocare; abbiamo appoggiato Matteo Renzi dall’inizio, il Renzi perdente contro Bersani. E’ indubbio che nei palazzi romani Renzi ha portato la rivoluzione; è indubbio che tale rivoluzione non si è ancora verificata nei palazzi torinesi, nel PD torinese. Ma, innanzitutto, noi dobbiamo aiutare Sergio Chiamparino a vincere e a vincere bene, per avere la maggioranza necessaria per governare; e a vincere contro un centro-destra inqualificabile, che ha fatto perdere al Piemonte quattro anni di opportunità. Solo un esempio: il modo inadeguato in cui si è finora affrontata la partita “Expo 2015”: miliardi di euro e milioni di persone si riverseranno su Milano e dintorni e noi piemontesi rischiamo di intercettare pochissimo di quella ricchezza. Abbiamo iniziato un rapporto proficuo con Davide Gariglio sulle iniziative sulla trasparenza. Abbiamo avuto un incontro con Sergio Chiamparino in cui gli abbiamo riversato le nostre proposte e Sergio ne ha subito rilanciata una veramente rivoluzionaria: esternalizzare le procedure di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali. A Sergio abbiamo anche richiesto un posto nel listino; lo diciamo senza alcun pudore, consapevoli come siamo che un radicale nel listino sarebbe solamente il giusto riconoscimento a decenni di lotte per la legalità e la trasparenza. In questi trent’anni ho giocato sempre da mediano; proverò nel prossimo mese a giocare da centravanti, per cercare di portare nel Palazzo la voce di chi non ha voce”.
Diffida radicale su grattacielo regione
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