Politica
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Radio Carcere: informazione su processo penale e detenzione
Presentazione del libro di Paolo Ferrero "La truffa del debito pubblico"
Se la Scozia diventa indipendente resterà o no nell'Unione Europea? Intervista al professor Paolo Bargiacchi.
Rischio eruzione nei campi Flegrei ed "effetti collaterali" della attività estrattive: Intervista al geologo Franco Ortolani
Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
Vie d'acqua Expo, Cappato e Croci: Il vero crimine è il progetto. E le prime responsabilità sono politiche
Dichiarazione di Marco Cappato e Edoardo Croci, a nome di Milanosìmuove:
3 anni fa avevamo proposto a Expo e al Comune di Milano di risparmiare 120 milioni di euro per le cosiddette vie d'acqua e investirli sulla riapertura dei Navigli. Ma il progetto è andato avanti. Poi siamo andati a denunciare il progetto alla Corte dei Conti. Ma il progetto è andato avanti. Poi siamo andati a denunciare il progetto alla Procura della Repubblica. Ma il progetto è andato avanti, con il parere negativo della Consulta sui referendum del Comune di Milano e dei comitati di cittadini.
Oggi, da garantisti che siamo, non possiamo che considerare innocenti tutti coloro che sono raggiunti da avvisi di garanzia. Non vorremmo che la cronaca giudiziaria si sostituisca alla politica: la responsabilità di mandare avanti il progetto vie d'acqua non è dei tecnici ma dei politici. Regione Lombardia, Comune di Milano e Società Expo, ai loro massimi livelli si sono ostinati a portare avanti un progetto che non lascerà nulla di positivo in eredità al territorio lombardo. Se poi l'insistenza su un progetto inutile abbia anche prodotto corruzione negli appalti, saranno le indagini a stabilirlo.
Ma il vero crimine è, innanzitutto, il progetto stesso.
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Lo Stato ci avvelena
Dichiarazione di Rita Bernardini
Anche nel caso che vi proponiamo - denunciato alla CEDU dallo studio del Prof. Andrea Saccucci a nome di cittadini di Viterbo - LA VIOLAZIONE DELLA LEGGE DA PARTE DI UNO STATO CRIMINALE ha avuto ed ha, come conseguenza diretta, gravi malattie e morte per i cittadini.
Di seguito trovate il comunicato stampa dello Studio Saccucci.
Ricordo che nel 2011 – quando ero deputata – presentai un’interrogazione sulla situazione dei detenuti del Carcere Mamma Gialla che non potevano nemmeno accedere ai distributori pubblici di acqua depurata predisposti dal Comune. Inutile dire che a quell’interrogazione la delegazione radicale non ricevette mai risposta (vedi link).-----------------------------------------------
Comunicato stampa dello Studio Legale Internazionale Saccucci Fares & Partners
ACQUA: RICORSO CITTADINI VITERBO A CORTE EUROPEA DIRITTI UOMO PER LIVELLI ARSENICO A Strasburgo contro il mancato adeguamento ai parametri Roma, 12 set. – “Un gruppo di residenti del Comune di Viterbo ha presentato un ricorso “pilota” alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro il mancato adeguamento ai parametri di arsenico indicati dalla Direttiva acque (Direttiva 98/83/CE del 3 novembre 1998) e dall’Organizzazione Mondiale della Salute come tollerabili dall’uomo adulto. Si tratta del primo caso, a livello europeo, in cui si pone il problema dell’accesso all’acqua, bene essenziale per la sopravvivenza di cui deve essere garantita la conformità a standard minimi di qualità.
All’origine del ricorso la mancanza di interventi adeguati da parte delle autorità statali, regionali e locali necessari a dearsenificare l’acqua potabile, senza fornire agli utenti adeguate alternative per l’approvvigionamento idrico, e di informazione pubblica sui rischi derivanti dal prolungato consumo di acque contenenti eccessivi livelli di arsenico. Da uno studio di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio, nel periodo che va dal 2005 al 2011, nei comuni della Provincia di Viterbo dove la concentrazione di arsenico è stata superiore a 20 µg/l, si è registrato un aumento della mortalità per tutti i tipi di tumore, in particolare ai polmoni e alla vescica, nonché un aumento dell’ipertensione, dell’ischemia cardiaca e del diabete.
Il mancato adeguamento ai parametri di arsenico indicati nella Direttiva acque rappresenta inoltre una violazione del diritto dell’Unione europea, per la quale è stata di recente aperta una procedura di infrazione a carico del nostro Paese.
In particolare, i ricorrenti – rappresentati dall’avv. prof. Andrea Saccucci e dall’avv. Roberta Greco – hanno denunciato dinanzi alla Corte di Strasburgo la violazione del diritto alla vita, la lesione del diritto alla vita privata e familiare e la violazione del diritto ad essere informati circa i possibili rischi per la salute derivanti dall’assunzione di acque contaminate da elevati livelli di arsenico, soprattutto per le categorie più esposte (donne incinta e bambini).
“È assurdo che dopo oltre dieci anni dall’adozione della Direttiva acque - spiega il prof. Saccucci -le autorità italiane non abbiano ancora adottato le misure idonee a portare i parametri di arsenico nell’acqua ad un livello tollerabile per il consumo umano, limitandosi in taluni casi ad interdire il consumo dell’acqua potabile. L’obiettivo principale del ricorso – conclude– non è tanto quello di ottenere il pur dovuto risarcimento dei danni, quanto piuttosto quello di indurre lo Stato italiano ad adottare con urgenza le misure necessarie al fine di risolvere definitivamente il problema della contaminazione delle acque potabili nel lungo periodo”.
INTERROGAZIONE DELLA DELEGAZIONE RADICALE http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=58619&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27BERNARDINI+RITA%27+%7C+%27arsenico%27+%7C+%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+IN+COMMISSIONE%27© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
La fame nel mondo, gli aiuti ai paesi più poveri, le spese militari, la guerra, il pacifismo, la nonviolenza, i Nobel, l'iniziativa radicale del 79
Navigli: Milanosìmuove "Sala, Maroni, Pisapia: tutti per la riapertura. Perché non li riaprono?"
Dichiarazione di Marco Cappato, Edoardo Croci e Guido Rosti, a nome del Comitato referendario Milanosìmuove
Milano, 17 settembre 2014 Con le dichiarazioni di ieri, anche Giuseppe Sala si unisce alla folta schiera di personalità istituzionali che professano fede nella riapertura dei sistema dei Navigli. I cittadini milanesi li avevano anticipati votando al 95% il nostro referendum nel 2011. Da allora, purtroppo, a parte la risistemazione della Darsena e qualche lavoro progettuale, nulla di concreto è stato deciso, e ancor meno finanziato o cantierizzato. Anzi, proprio sotto l'ombrello di Expo, dunque sotto le responsabilità rispettive di azionisti o di gestori, Regione Lomabrdia, il Comune di Milano e la Società Expo declinarono la proposta che avevamo rivolto loro 3 anni fa di utilizzare i 120 milioni di euro, previsti per le cosiddette "vie d'acqua", proprio alla riapertura dei Navigli. La nostra proposta fu respinta con la motivazione che non si poteva più modificare il progetto, salvo poi modificarlo per ridurre i danni a fronte della rivolta dei comitati di cittadini e della tempesta giudiziaria. A Maroni e Pisapia in particolare ribadiamo: se volete riaprire i Navigli, dovete trasformare la vostra professione di fede in opere concrete, in Bilanci (il comune di Milano non ha ancora dato alcuna garanzia nemmeno sull'avvio della riapertura delle conche entro la fine del mandato di Pisapia) altrimenti le dichiarazioni si trasformano presto in dichiarazioni di impotenza, o peggio.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati