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Mina Welby: morto Giuseppe Nardi, in sciopero della fame e della sete per diritto alla giusta pensione
Comunicato stampa
Roma, 10 maggio 2014
Dichiarazione Mina Welby, co presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
Nella scorsa notte dal 9 al 10 maggio è morto Giuseppe Nardi. Sabato 3 maggio aveva iniziato uno sciopero della fame e della sete. Martedì 5 maggio pomeriggio fu ricoverato in gravi condizioni per un blocco renale. Da subito i medici giudicarono gravissime le sue condizioni.
Giuseppe Nardi di Sermoneta ( Latina) era tetraplegico da 23 anni per un grave incidente nel 1991.
Perché lo sciopero della fame? Il Signor Nardi nel 1991 aveva avuto sul suo libretto di lavoro 23 anni di contributi lavorativi. Quando due anni fa l’INPS lo chiamò per accordargli la pensione contributiva, capì che gli era spettata fin dal 1991. All’atto della pratica allora il CAAF gli aveva fatto, sbagliando, la pratica per l’invalidità civile. Giuseppe tramite il suo avvocato, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni, chiese all’INPS la somma di differenza tra assegno di invalidità civile e la pensione di inabilità al lavoro. La sua disperazione alla fine è arrivata al punto di scegliere una battaglia non violenta per ottenere giustizia, vedendo la sua famiglia in continue difficoltà per la sua cura, in un Paese dove l’assistenza per i malati è troppo spesso subordinata ad altri tipi d’interventi e ad altre priorità che in paese democratico non dovrebbero derubricare i diritti di chi è malato. Con il nostro rammarico per l’esito così tragico della sua vicenda, giunga alla famiglia la solidarietà dell’Associazione Coscioni tutta, con l’impegno di sostenerli fin d’ora nell’intraprendere le vie che il caso consiglia.
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Difesa, tagli privilegi, Comellini (Pdm): il sottosegretario Domenico Rossi è succube del generale Domenico Rossi ex presidente COCER o vittima di un senso di inferiorità?
Roma 10 maggio 2014
Dichiarazione di Luca Marco Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm) in merito alle dichiarazioni del sottosegretario Domenico Rossi sulle proposte di taglio alle spese militari illustrate dall''On. Roberto Giachetti in conferenza stampa lo scorso 6 maggio. (v. ADNK 2014-05-09 19:14:00).
“Nonostante i molti apprezzamenti positivi di queste ore leggo dalle agenzie di stampa e sui siti specializzati alcune fantasiose critiche alle proposte di eliminazione di taluni privilegi e alla rimodulazione di altri benefici riservati agli ufficiali delle Forze armate e alle corrispondenti qualifiche delle Forze di polizia, annunciate nella conferenza stampa dello scorso 6 maggio con il vice presidente della Camera, On. Roberto Giachetti (PD).
Mi riferisco in particolare a lamentele del sottosegretario alla difesa Domenico Rossi che mi ha chiamato in causa definendomi “segretario di un fantomatico ’partito’ sostenendo che la richiesta di “abolizione di istituti specifici del Comparto” significhi negare di fatto “la specificità lavorativa agli stessi.”.
È evidente che il deputato eletto nelle liste di Scelta Civica, passato poi nei Popolari per l'Italia e ora candidato alle Europee con NCD di Alfano, nel voler difendere ad ogni costo degli inaccettabili privilegi rivela la sua vera natura di generale già sottocapo di stato maggiore dell'esercito e non da uomo di governo capace di ragionare ed esprimersi nell'interesse del paese e dei cittadini soffocati dalle tasse.
Inoltre, l'uso strumentale e abusato della specificità lavorativa del personale militare con cui Rossi ama riempirsi la bocca fin da quando era presidente del Cocer, e il suo voler mischiare a tutti i costi argomenti che fra loro non sono neanche lontanamente assimilabili per rendere credibile una contraddizione inesistente, come ha cercato di fare usando la mia dichiarata contrarietà all'ulteriore taglio del programma F35 che è adeguatamente motivata dal timore di una maggiore spesa di 20 -25 miliardi per il progetto Eurofighter, è sintomatico di una spiccata demagogia che non si s'addice all'importante carica istituzionale che inspiegabilmente gli è stata affidata.
Sulla specificità, peraltro, non mi sembra di ricordare nessun significativo intervento da parte di Rossi per arrivare a dare sostanza a quel giustissimo principio ancora vagamente definito dalla legge 183 del 2010, ne ricordo - di quando era presidente del Cocer - alcuna sua concreta azione che sia stata capace di impedire l'applicazione del blocco delle retribuzioni del personale dei comparti Difesa e Sicurezza, voluto dal governo Berlusconi, del quale nessuno ha mai inteso dimenticarne l'esistenza e i negativi effetti sopportati maggiormente dalla truppa che certamente non gode degli stessi alti stipendi del generale.
Ricordo invece di essere stato, assieme al deputato radicale Maurizio Turco, il promotore dell'Ordine del Giorno che portò il governo Monti a tagliare ben 41 cacciabombardieri F35, di una proposta di legge che nel
2012 è stata approva e ha istituito l'Albo delle imprese di bonifica degli ordigni bellici, di numerose correzioni al Codice dell'ordinamento militare ora applicate in senso favorevole al personale e di aver portato l'Amministrazione militare a prendere atto dell'esistenza del "Mobbing", cosi come, da ultimo, al fine di garantire la tutela della salute del personale militare e delle Forze di polizia, ricordo di aver denunciato la presenza di amianto negli elicotteri in uso alle Forze armate e Forze di polizia e la mancanza di un adeguata applicazione dei protocolli sanitari nei confronti del personale impiegato nell'operazione Mare Nostrum, ottenendo in entrambi i casi l'immediata risposta positiva dell'amministrazione militare. Questo proprio perché il Pdm è un “fantomatico partito” che però gode del consenso e della stima di moltissimi militari e tra questi molti ufficiali e qualche generale che lavorano per servire il paese e non sono asserviti a nessuna "casta" e a nessun ex presidente del Cocer.
Detto questo le misure che misure che ho avuto il piacere di illustrare alla stampa con il vice presidente della Camera, On. Roberto Giachetti, e che invero come Pdm coi Radicali avevamo già proposto fin dal 2009, spiace dover constatare che al generale-deputato-sottosegretario Domenico Rossi - così come al cocer e al segretario generale dell'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) - sia sfuggito proprio quella parte delle dichiarazioni riferita alla convinzione che l'attuazione delle proposte illustrate possa essere il punto di partenza per una completa revisione organica del complesso delle norme che regolano il trattamento economico del personale interessato al fine di garantire quel necessario riequilibrio delle retribuzioni che oggi sono chiaramente vittime della disparità retributiva sbilanciata chiaramente verso l’alto.
Mi domando se il sottosegretario Domenico Rossi non sia succube del generale Domenico Rossi, ex presidente del Cocer o se, assieme ai delegati del Cocer, non siano rimasti vittime della loro incapacità di svolgere il ruolo affidatogli rispetto a quanto, invece, è stato capace di fare in questi anni, senza alcuna poltrona o carica istituzionale, un semplice primo maresciallo in congedo dell'Aeronautica militare che di fatto ha saputo tutelare la truppa, la legalità, i diritti e gli interessi del paese dall'arroganza dei generali riuscendo a portare all'attenzione delle istituzioni parlamentari - che l'hanno fatta propria - anche la voce dei più deboli.
Le reazioni scontate dei membri della rappresentanza militare e dei loro generali, incapaci di rinunciare ai loro privilegi, sono la conferma che abbiamo infilato il dito nella piaga. Prendano quindi esempio dall'unico generale che già da tempo ha dichiarato pubblicamente di voler rinunciare ai suoi privilegi: l'Ordinario militare."
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