Politica

Notiziario del mattino

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Lun, 05/12/2014 - 08:49
Sintesi della Conversazione settimanale con Marco Pannella; sintesi dell'interviste di Martina ad Antonio Del Pennino sul prossimo congresso del PRNTT, di Lembo ad Irene Testa e di Martina ad Enrico Buemi su autodichia; collegamenti con David Carretta da Bruxelles sulla campagna elettorale per le europee 2014 in Olanda, con Antonio Stango su crisi in Ucraina e sul voto nel referendum su indipendenza delle regioni orientali, con Claudio Landi da Delhi su elezioni in India; la rubrica "Media e politica" di Gianni Betto.
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La nota antiproibizionista

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Lun, 05/12/2014 - 07:30
Uno studio della London School of Economics, firmato da cinque premi Nobel per l'economia, insieme ad altri autorevoli economisti e personalità politiche, denuncia il fallimento della "guerra alla droga" ed i suoi effetti deleteri per la società, l'economia, la salute pubblica e i diritti umani, e chiede una nuova strategia di controllo del consumo e del traffico delle sostanze psicoattive. In Italia, invece, il senatore Giovanardi viene nominato relatore del provvedimento che dovrebbe "riformare" la normativa sulle droghe dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato la legge che porta il suo nome.
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Foia, il diritto alla conoscenza degli atti pubblici. La puntata settimanale di Fai Notizia

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In questa puntata il servizio di Emilia Audino "Diritto alla conoscenza degli atti pubblici. A che punto siamo?" con le interviste a Pietro Ichino, professore di diritto del lavoro e Senatore; Ernesto Belisario, avvocato e professore di diritto amministrativo e delle nuove tecnologie; Guido Romeo, giornalista e attivista dell'associazione Diritto di sapere; Felice Casson, senatore ed ex magistrato; Toni De Marchi, giornalista; Massimo D'Alema, ex ministro degli esteri ed ex presidente del Copasir.
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Il promo della Notte

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L'assassinio di Giorgiana Masi del maggio 77, le politiche sull'ordine pubblico, l'Unità Nazionale, il Pci, la sinistra, il divorzio, i radicali
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Bolognetti: con Marco Pannella per la vita del diritto e il diritto alla vita

Radicali Italiani - Dom, 05/11/2014 - 20:04
11/05/14

font-family:"Verdana","sans-serif"">Diritto, Giustizia, Amnistia per la Repubblica, Libertà

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font-family:"Verdana","sans-serif"">Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali italiani e Segretario di Radicali Lucani(in sciopero della fame dalle ore 23.59 di mercoledì 7 maggio a sostegno degli obiettivi del Satyagraha di Marco Pannella)

 

Mentre l’orologio scandisce le ore e i minuti che ci separano dal 28 maggio, termine ultimo stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, entro il quale il nostro Paese deve porre fine alla tortura nei confronti dei detenuti praticata nelle nostre carceri, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia, il Parlamento tutto nulla hanno fatto per interrompere la flagranza di reato in atto contro i Diritti Umani e la Costituzione. 

Il nostro Stato sul fronte giustizia-carceri continua ad essere, sul piano tecnico giuridico, uno Stato criminale, che viola le Convenzioni a tutela dei diritti dell’uomo e il dettato costituzionale.

Eppure, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rivolgendosi alle Camere l’8 ottobre scorso, ha con chiarezza delineato i termini della questione: l’Italia ha l’obbligo di sanare la ferita inferta allo Stato di diritto.

Obbligo, è questa la parola chiave evocata più e più volte da Marco Pannella.

Nel rivolgersi alle Camere, il Presidente Napolitano aveva tra l’altro scritto: “Confido che vorrete intendere le ragioni per cui mi sono rivolto a voi attraverso un formale messaggio al Parlamento e la natura delle questioni che l'Italia ha l'obbligo di affrontare per imperativi pronunciamenti europei. Si tratta di questioni e ragioni che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia".

Con il suo straordinario messaggio il Presidente della Repubblica ha onorato il suo ruolo di garante della Diritto e della Costituzione, non così si può dire del Presidente del Consiglio in carica e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Ad entrambi non è ancora chiaro cosa intendesse il Presidente quando ha parlato di “obbligo” e il riflesso che la disastrosa situazione in cui versa l’amministrazione della giustizia ha sul Paese.

Ad entrambi non è sufficientemente chiaro che la strage di legalità si è inevitabilmente tradotta in strage di popoli e di vite.

Nel 2003, l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ebbe ad affermare che “la durata eccessiva del processo è un nemico mortale della giustizia”.

Ad 11 anni di distanza da quella dichiarazione, e con il conforto(si fa per dire) delle innumerevoli condanne piovute sul nostro Paese per la continuata, ininterrotta, reiterata violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, possiamo con certezza affermare che la macchina della giustizia nella nostra Italia versa in uno stato comatoso e che è indispensabile e non più rinviabile un provvedimento di Amnistia che consenta di resettare il sistema.

Con Marco Pannella, con Rita Bernardini, con i miei compagni radicali che stanno animando un lungo dialogo nonviolento per cercare di far comprendere al Palazzo e ai Palazzi, alle massime cariche della Repubblica e al Parlamento tutto, che lottiamo per far sì che il nostro Stato rispetti la sua propria legalità, ho più volte provato ad illustrare attraverso numeri, dati, cifre, le ragioni che ci hanno spinto a proporre un provvedimento di Amnistia per la Repubblica.

Ragioni che ritrovo nell’intervento pronunciato nel 2012 in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario dall’allora Presidente della Corte d’Appello di Potenza Pio Ferrone: “la giustizia ritardata è una giustizia negata, perché la giustizia che arriva tardi non serve a niente, anzi penalizza gli innocenti e chi ha ragione e premia i colpevoli e chi ha torto”.

Sono troppe le vite spezzate da una amministrazione della giustizia al collasso che una amnistia la produce già: la prescrizione.

Quanti sono gli imputati e le vittime che non riceveranno giustizia?

I dieci milioni di procedimenti arretrati tra penale e civile rappresentano una zavorra che ci sta facendo affondare, mentre c’è chi ciurla nel manico, chi non comprende i termini della questione e, verrebbe da dire, chi si esercita nel gioco delle tre carte.

Tra poco più di due settimane saremo messi di fronte all’evidenza di un Paese che nonostante la cosiddetta “Sentenza Torreggiani” continua a violare l’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, con carceri assurte, per dirla con Marco Pannella, a luoghi di tortura senza torturatori.

 

Nei giorni scorsi la Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini e l’avvocato Deborah Cianfanelli, proseguendo in una operazione verità tesa a rendere manifeste le bugie diffuse sulla situazione delle nostre patrie galere, hanno inviato una lettera al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. Nella missiva i due esponenti Radicali sottolineano come “la situazione nelle prigioni italiane non sia cambiata nell'ultimo anno", e "che non esiste alcuna prospettiva realistica che la questione del sovraffollamento possa essere risolta entro il 28 maggio prossimo". La “Società italiana di medicina penitenziaria”, in un agghiacciante dossier, racconta che “ font-family:"Verdana","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
color:#222222;mso-fareast-language:IT">in cella contraggono malattie il 60-80% dei detenuti
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-bidi-font-family:Arial;
color:#222222;mso-fareast-language:IT">”. 
 

font-family:"Verdana","sans-serif"">Luoghi tortura le nostre carceri e luoghi dove si perde la possibilità di rendere giustizia i nostri tribunali.

Sempre il Presidente Ferrone, nella sopra citata relazione del 2012,  affermava: “Sono ben noti i problemi strutturali di cui  soffre l’Italia nell’organizzazione della giustizia e per tali ragioni, a partire dal 10 dicembre 1982, nel settore penale e dal 25 giugno 1987 nel settore civile, sono state emesse numerose sentenze di constatazione della violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo[…]Invero, al progressivo aumentare dei ricorsi da parte dei cittadini italiani che lamentavano l’eccessiva durata dei processi, ha fatto seguito il più alto numero di condanne inflitte a uno Stato contraente la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo”.

Marco Pannella, e noi con lui, sta lottando per far sì che le sistematiche violazioni dei Diritti Umani vengano interrotte attraverso l’unica strada oggi praticabile: un provvedimento di Amnistia e Indulto.

L’Amnistia prevista dall’art. 79 della Costituzione, che non è solo atto di clemenza, ma soprattutto strumento che nella situazione data ha valore di riforma strutturale.

I cittadini italiani dovrebbero essere messi nella condizione di poter conoscere il perché della proposta radicale. Sono certo che comprenderebbero e si riconoscerebbero.

La questione giustizia è e resta una delle più grandi questioni sociali irrisolte del nostro Bel Paese e le nostre carceri rappresentano un insulto alla civiltà giuridica del Paese che dovrebbe essere la culla del Diritto. 

Il premio Nobel Gunnar Myrdal affermava che quando la violazione della legalità da fenomeno marginale diventa l’ “in sé” del sistema, la struttura dello Stato di diritto ne resta sconvolta.

Noi siamo un Paese in cui non c’è Stato di diritto.

Chiudo dicendo che mi auguro che il renziano Presidente della Giunta regionale lucana, Marcello Pittella, e l’intero Consiglio regionale della Basilicata si esprimano a sostegno del Satyagraha di Marco Pannella e dell’appello “Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni”, promosso dal Prntt. E’ il minimo che ci si possa aspettare da quella Regione Basilicata che solo due anni fa ha inviato il proprio Gonfalone alla “II Marcia per la Giustizia, l’Amnistia e la Libertà”.

Nessuno può, pilatescamente e opportunisticamente, non occuparsi delle questioni che stiamo tentando di porre all’ordine del giorno dell’agenda politica del Paese.  

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Terzo speciale "L'Europa presa per il web" - Radio Radicale incontra i candidati alle Elezioni europee. Dibattito su diritti e libertà digitali.

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Ospiti: Lorenzo Fontana (Lega Nord), Guido Crosetto (Fratelli d'Italia - AN), Renato Soru (Partito Democratico) e Denis Nesci (NCD - UDC). In apertura, Arianna Ciccone (giornalista, ideatrice del Festval Internazionale del Giornalismo).
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Overshoot Rassegna

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Tema della puntata: l'iniziativa congiunta tra Radicali Italiani e Legambiente "Cambiamo la fiscalità ambientale". Conduce Enrico Salvatori in studio, ospite della puntata Michele Governatori e in collegamento Edoardo Zanchini.
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Presentazione del Quaderno del Circolo Rosselli dedicato a diritto e giustizia dal titolo "E' una bella prigione, il mondo".

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Intervengono: il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il direttore dei "Quaderni del circolo Rosselli" Valdo Spini, il Garante per i diritti dei detenuti della Toscana Franco Corleone, la curatrice del volume Giada Ceri
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Quinto pellegrinaggio - Fuori le sbarre la certezza del recupero

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Dom, 05/11/2014 - 16:30
Intervengono: Don Giuseppe Grigolon (Cappellano dell’Arma dei Carabinieri), Onorevole Edoardo Patriarca (Presidente CNV), Teresa Marzocchi (Assessore Regionale Emilia Romagna), Paolo Ramonda (presidente della comunita' "Papa Giovanni XXIII), Gloria Lisi (vice sindaco di Rimini), Stefania Nappi Titti (deputata SEL), modera Giorgio Pieri (comunita' Papa Giovanni XXIII).
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Expo: Cappato "Renzi, Pisapia e Maroni non si nascondano dietro a Sala"

Radicali Italiani - Dom, 05/11/2014 - 13:20
11/05/14

Il ruolo di Ad e quello di Commissario vanno separati. Pisapia si assuma la responsabilità, oppure si individui un altro nome 

  Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo   Per salvare Expo, non basta aggiungere nuovi controllori con l'istituzione di fantomatiche "task-force anticorruzione", come propone il Governo, e l'individuazione di figure "che non abbiano contatti né rapporti con la Lombardia", come chiede Roberto Maroni con emblematica inversione dello slogan leghista "Prima i Lumbard!". Esiste, invece, un vizio di fondo che richiede una decisione immediata. Come lo stesso Giuseppe Sala ha sottolineato in queste ore, non si può immaginare di gestire Expo 2015 soltanto attraverso una società per azioni. Se è vero che in queste ore Sala ha chiesto un coinvolgimento diretto del Governo, non si può che dargli ragione: è necessaria un'assunzione di responsabilità delle istituzioni e della politica.   E' infatti da irresponsabili continuare a scaricare su Giuseppe Sala tutte le responsabilità di Expo, per paura di bruciarsi le dita con l'enorme mole di affari che gira intorno. Renzi, Maroni e Pisapia devono individuare una responsabilità politica forte, che abbia il compito di rilanciare i contenuti (completamente scomparsi) e verificare i risultati. La confusione dei ruoli tra Amministratore delegato e Commissario straordinario unico fa pesare sulla testa di Giuseppe Sala le responsabilità al contempo di gestione, di indirizzo e di controllo. All'inizio, il ruolo di Commissario Expo fu assunto da Letizia Moratti. Poi fu sdoppiato tra Pisapia e Formigoni. Poi c'è stata la ritirata della politica -a parte quella degli affari ed affaristi- ed è stato un errore. A questo punto, o Giuliano Pisapia torna ad assumere il ruolo di Commissario, oppure Pisapia, Maroni e Renzi si mettono d'accordo su un'altra soluzione, che non sia più quella di nascondersi dietro le spalle, pur robuste, di Giuseppe Sala.  

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Conferenza "Se questa è giustizia. Intercettazioni, processi interminabili, incertezza della pena: aspettando le riforme", nell'ambito de "I grandi dialoghi de L'Espresso", al Salone internazionale del libro di Torino

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Partecipano al dibattito, insieme al ministro della Giustizia Andrea Orlando, Lirio Abbate (giornalista de L'Espresso) , Giancarlo De Cataldo (scrittore e magistrato) , Gianluca Di Feo (giornalista de L'Espresso) , il giurista Carlo Federico Grosso, il direttore de L'Espresso Bruno Manfellotto, il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti
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EVENTO - "L’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per non dimenticare"

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Sono intervenuti la Presidente della Camera, Laura Boldrini, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, la Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, il fondatore dell’associazione Libera, Luigi Ciotti, il direttore dell’Ansa, Luigi Contu.
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Dibattito sul libro di Patricia Szarvas 'Ricca Germania, poveri tedeschi?", al Salone internazionale del libro

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Partecipano al dibattito, con l'autrice, l'ex ministro del Welfare Elsa Fornero e l'ex ministro dell'Interno tedesco Otto Georg Schily
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